Associazione Culturale Satura
Genova
piazza Stella, 5/1
010 2468284 FAX 010 6046652
WEB
Cinque mostre
dal 5/6/2015 al 16/6/2015
mar-ven 9.30-12.30 e 15-19, sab 15-19

Segnalato da

SATURA art gallery




 
calendario eventi  :: 




5/6/2015

Cinque mostre

Associazione Culturale Satura, Genova

Anna Trucco Lanza in 'Essenze di vita'; Pompeo Mariani 'Oli e disegni (1857-1927)'; Oretta Cassisi in 'Paradigma metafisico'; Manuela Incorvaia in 'Donne nel vento' e la collettiva Omaggio a Pompeo Mariani.


comunicato stampa

Anna Trucco Lanza
Essenze di vita

a cura di Flavia Motolese

"Vedo ovunque nella natura, ad esempio negli alberi,
capacità d’espressione e, per così dire, un’anima."
Vincent van Gogh

Rintracciare e rappresentare le energie che animano la natura è il tratto distintivo del lavoro di Anna Trucco Lanza. Una vita dedicata all’arte della composizione floreale - intesa come rigore e pratica quotidiana che richiede studio e conoscenza dei canoni estetici e formali - alla bellezza che emanano i fiori e le piante, non una vacua ricerca di esteriorità, ma una celebrazione della vita in ogni suo più piccolo elemento. Un’espressione artistica che inevitabilmente ha influenzato la sua pittura nella predilezione dei soggetti: alberi, fiori ed elegantissime nature morte in cui spesso si percepisce quel senso crudele di provvisorietà e di struggimento.

Il tratto veloce e corsivo predilige un approccio al vero basato sull’interazione di oggettivo e soggettivo, concretizzando, specialmente nella serie dedicata agli alberi, più il dato percettivo dell’artista che quello realistico. Le forme si dissolvono integrandosi con l’atmosfera, trasfigurandosi nell’aspetto fino a raggiungere esiti marcatamente astratti. Il colore è scelto per la sua resa volumetrica ed espressiva, diventa interprete di uno stato d’animo o di uno stadio esistenziale. L’artista riesce a cogliere la luce che intesse la materia, lasciandola trasparire come se fosse pura energia.

Gli alberi simboleggiano così la condizione umana, nella sua commistione intrinseca di bellezza e dolore. Anche nella sofferenza che ne muta le forme, l’albero è in grado di resistere, lottando per la sopravvivenza in uno sforzo che è quello di attaccamento alla vita proprio di ogni essere vivente. Paradigma dei passaggi dell’arco vitale che l’uomo condivide con la natura nel medesimo destino di nascita e morte.

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Pompeo Mariani
Oli e disegni (1857-1927)

a cura di Mario Napoli

Pompeo Mariani, uno dei più apprezzati esponenti dell’Impressionismo italiano e internazionale, nasce a Monza nel 1857, in seguito si sposta a Milano, dove entra a far parte dei principali circoli culturali dell’epoca. In questi ambienti ha la possibilità di conoscere personaggi del calibro di Arrigo Boito, Luigi Conconi e Vespasiano Bignami. Inizia frattanto a dedicarsi all’arte e realizza i suoi primi disegni caricaturali. Incontra anche il pittore Eleuterio Pagliano, presso il quale intraprende gli studi pittorici. Nel 1880 parte per un viaggio in Egitto, esperienza fondamentale nella sua maturazione professionale, in quanto tornerà con alcuni dei dipinti che hanno costituito i suoi primi veri e propri successi commerciali. Nel periodo immediatamente successivo è attivo a Genova e il favore del pubblico, che lo apprezza sempre più, è dimostrato dai premi che ottiene: nel 1884 vince il Premio Principe Umberto, proprio con una veduta dello scalo genovese; nello stesso periodo ottiene il riconoscimento internazionale all’Esposizione Internazionale di Londra. Nel 1885 espone a Parigi e continua a realizzare i ritratti della nobiltà lombarda, fino a che nel 1889 il Re Umberto I gli concede l’onore di dipingere il suo ritratto, che verrà collocato all’interno della Cappella Palatina di Palermo.

Da quell’anno inizia anche a frequentare Bordighera, dove gli vengono commissionati ulteriori ritratti da numerosi stranieri che si trovano nella cittadina ligure in villeggiatura e questo accresce ancor di più, se possibile, la sua fama all’estero. Durante gli anni della guerra fa la spola tra Bordighera e Milano, mentre continua a dipingere con continuità e a sperimentare le varie tecniche che caratterizzano tutta la sua produzione, dal pastello, all’acquerello, all’olio e così via, per rendere appieno tutta la vivacità della vita milanese e non solo. Sono anni in cui la ricerca personale lo conduce sempre più verso un isolamento, che verrà meno nel 1923, con la personale alla Galleria Pesaro di Milano. Dal 1925 risiede stabilmente a Bordighera fino alla morte, che lo coglie nel 1927, quando la sua produzione lo ha ormai reso uno dei principali esponenti del panorama artistico italiano dell’Ottocento.

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Oretta Cassisi
Paradigma metafisico

a cura di Mario Napoli

Un mondo di geometrie, ma non solo; così si potrebbe definire il campo in cui opera Oretta Cassisi. Una personalità estrosa, difficile da classificare con etichette prestabilite, capace di interpretare e comunicare arte sotto svariate forme, districandosi tra diversi mezzi: pittura, collage, composizioni multimateriche, cubi e steli luminosi in plexiglass. La Cassisi non conosce staticità espressiva, è di quegli artisti che sorprendono continuamente, sempre pronti a lasciare il segno con novità interessanti. In pittura l'artista dimostra una piacevole quanto interessante “discontinuità”: acrilico, olio, talvolta mischiati a collage d'immagini e su supporti che variano da una classica tela alla tavola, senza disdegnare l'uso di carta e seta.

Osservare le sue opere è un'esperienza nella parte migliore dell'arte contemporanea, in un astrattismo raffinato, colto, studiato con colori che si alternano tra loro attraverso passaggi ben precisi, disposti a formare variabili intersezioni di linee rette e ondulate che iniziano per poi interrompersi mutando la loro forma in losanghe o qualsiasi altre colorata geometria. Multiformi complessi di strutture razionali in cui tutto può accadere, persino che figure antropomorfe - vagamente metafisiche - giochino a nascondersi, dipinte con quella piatta levigatezza tipicamente astratto-bidimensionale che l'artista non esita a sovvertire inserendo un'illusoria profondità nella sola parte superiore dell'opera, così da risolvere l'insieme in un animato gioco ottico tra piattezza effettiva e immaginaria solida consistenza. Sottili richiami alla pittura di Piet Mondrian si colgono in alcuni titoli come sul piano pittorico-concettuale, nell'incrociarsi di rette, curve e colori di Paesaggio Notturno, così finemente permeato dalle composizioni pre-neoplastiche dell'artista olandese. Alla contemporaneità mass-mediatica appartengono i divertenti e sarcastici collage, mentre ad un uso misurato nella scelta di materiali e colori fanno riferimento le forme schematiche (coerentemente bi e tridimensionali) che servono a descrivere l'anima e la palpitante vitalità di luoghi fisici o interiori. (Testo critico di Andrea Rossetti).

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Manuela Incorvaia
Donne nel vento

a cura di Andrea Rossetti

Cose che accadono quando la linea tonda condiziona ogni aspetto dell'esistenza, incluso il sistema espressivo di un artista figurativo. E la “rotondità”, quella vituperata od osannata del corpo femminile in particolare, diventa superstar. L'episodio più interessante è che modellando corpi abbondantemente morbidi, teneramente ammiccanti, la visione femminile di Manuela Incorvaia non s'è auto-relegata nel circolo vizioso - oltrepassante il concetto nominale di soluzione “pop” - di una sintesi formale alla Botero. Banalmente o meno, l'artista colombiano è il termine di paragone più immediato se a pesare sulla bilancia (in senso metaforico, e nemmeno troppo) è un'attitudine sviluppatissima a lavorare sulla distorsione della realtà (umana), sempre ossessivamente inquadrata su una determinata idea visiva, un immagine fissa che dall'artista viene incollata millimetricamente ad ogni angolo/aspetto della realtà stessa. Anche al quotidiano delle azioni spontanee, in un certo senso quelle che si potrebbero giudicare più andanti. Che ci si riferisca quindi ad un nativo sud americano o europeo, messa agli atti la particolarità con cui va a ricoprire un ruolo nel campo del visuale, il compito dell'artista sarà sempre salire in cattedra per lavorare l'immagine, seguendo un percorso “didattico” preciso: guardare, riguardare e rivisitare. Essere interprete giusto nel momento giusto, per una vita che nel bene o nel male è sempre lei, pure mentre tramite l'Incorvaia ci torna davanti assumendo connotati scultoreamente prefissati, tratti non barattabili con altri tratti, forme precise e pulite nate da un rappresentativo marchio di fabbrica, periodicamente destinate ad evolversi senza essere ossessionate da loro stesse. Oltre il gusto della tradizione, da artista plasticamente indipendente anche nell'uso della ceramica raku.

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Omaggio a Pompeo Mariani

a cura di Elena Colombo

La mostra, che presenta le opere di Maria Rosa Bisso, Maria Concetta Castrignanò, Attilia Coccato, Piera Corcione in Valle, Anna Gnecco, Gabriella Golteni, Anna Maria Guglielmino, Donata Lagoruso, Paola Mansuino, Annamaria Nicosia e Franca Rossi, resterà aperta fino al 17 giugno 2015 con orario 15:30 – 19:00 dal martedì al sabato. Che senso ha oggi un omaggio a Pompeo Mariani, uno dei maggiori esponenti dell’Impressionismo italiano del secondo Ottocento? La sua rappresentazione del mondo rimanda a un passato che sembra ormai cancellato dalla rapidità delle relazioni contemporanee. Tuttavia sta proprio qui la necessità di un recupero etnografico dei paesaggi e dei personaggi che trova la sua giusta cornice nell'ambito dei laboratori creativi dedicati alla pittura, grazie ai quali il rinverdimento delle radici storico-esperienziali si riconnette al presente. Nelle scene di Mariani si ritrova la borghesia nascente affianco all’universo contadino e naturale dei parchi brumosi e delle eliotipie – mai parola fu più affascinante per la sua correlazione con la luce, onnipresente nel tocco impressionistico dei microtoni percettivi, come nel candore i profili di donna abbozzati a penna. Rispettando questi confini etico-estetici, gli allievi della scuola della pittrice genovese Graziella Menozzi riprendono i temi e gli stili dell’artista di Monza, mostrandone l’attualità e scoprendone gli stilemi dal retrogusto vintage. Un tributo sembra sempre legato all’idea di produzione e ri-produzione, ma ciascuna elaborazione ha in sé il seme di una concezione visiva personale e personalizzabile, che risente dello Spirito del Tempo, del background del selettore e di quello dell’osservatore. I tre poli che orientano l’esperienza concorrono a una simbiosi che ben si adegua alla tecnica di giustapposizione dei toni utilizzata in questo caso specifico, e proprio in tale cortocircuito iconologico sta il fascino della presente collettiva.

Inaugurazione sabato 6 giugno 2015 alle ore 17

Associazione Culturale Satura
piazza Stella, 5/1 Genova
mar-ven 9.30-12.30 e 15-19, sab 15-19
ingresso libero

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