Municipio
Isola del Gran Sasso (TE)
piazza Contea di Pagliara
333 1910656

Homo ut insula
dal 17/6/2015 al 20/6/2015
18-23

Segnalato da

Paolo di Giosia




 
calendario eventi  :: 




17/6/2015

Homo ut insula

Municipio, Isola del Gran Sasso (TE)

La scultura di Fausto Cheng, la fotografia di Paolo di Giosia e i pastelli su tela di Marino Melarangelo, prendono forma in installazioni che dialogano a distanza.


comunicato stampa

L’uomo è un’isola quando è landa da conquistare, territorio concluso e aperto, che solo i più temerari riescono ad approcciare. L’uomo è un’isola, spesso non volutamente, quando è atollo reietto di una società indifferente. L’uomo può essere un’oasi mentale, uno spirito vivo che, solo, intuisce un qualcosa di trascendentale. Regione protetta o zolla illibata, l’uomo si trova a esperire la condizione di isolamento su più livelli: spirituale, fisico o psichico. Sebbene il termine assuma un’accezione melanconica, l’essere isolati spesso indica una posizione di privilegio per l’individuo postmoderno il quale può schiudersi a momenti di solitaria chiaroveggenza. L’esposizione Homo ut insula riunisce tre artisti di Teramo, Fausto Cheng, Marino Melarangelo e Paolo di Giosia che riflettono su queste tre differenti sfaccettature dell’isolamento e della solitudine, attraverso opere inedite, concepite appositamente per i locali in cui sono allestite: la scultura di Fausto Cheng, la fotografia di Paolo di Giosia e i pastelli su tela di Marino Melarangelo, prendono forma in installazioni che dialogano a distanza.

Fausto Cheng, di origini isolane, espone l’installazione Insula, quasi un omaggio alla sua terra d’origine in cui ha trascorso l’adolescenza e luogo che ha accolto la ricerca del sé dell’artista. In un rado recinto di giunchi si nasconde una piccola oasi di carbone su cui troneggia un cuore d’oro; la solitudine rappresentata da Cheng è una condizione spirituale derivante dal privilegio di una sensibilità che diviene arma a doppio taglio: membrana vibrante e ricettiva agli accidenti del mondo, pronta a registrare melanconicamente l’accaduto e restituirlo sotto forma di una mappatura interiore. L’isola presentata dall’artista è il luogo di approdo di un’anima travagliata che tuttavia mantiene quel senso di scoperta e curiosità proprio di un luogo esotico.
Più fisica e struggente la solitudine immortalata dagli scatti di Paolo di Giosia, impersonata da una donna che indossa e sveste un abito da sposa. Lo sfondo è quello di un luogo dell’abbandono, forse un manicomio o una prigione, di cui scorgiamo solo un muro sgombro, ma adorno di crepe e cretti; sono le smagliature dell’anima della donna, messa letteralmente a nudo, e portate in superficie a rafforzare l’immagine di una sofferenza che si legge sul suo corpo. La drammaticità e fisica e psicologica della protagonista è intensificata dal calore di una gamma di toni in b/n della fotografia in analogico.

La solitudine esistenziale di Marino Melarangelo è dipinta con i mezzi toni del grigio pastello. L’installazione pensata per lo spazio comprende una tela in grande formato e una costellazione di tele minori, come commenti ermetici della scena principale in cui un anonimo personaggio manipola misteriosi giochi metafisici. I riquadri più piccoli sono close-up delle mani del prestigiatore, immagini di bugiardini che rimangono volutamente astratti. Nessuna didascalia aiuta la comprensione della scena che conserva un alone di enigmaticità a comprovare la solitaria condizione mentale propria di ogni artista, capace di guardare oltre la contingenza della materia.

Inaugurazione 18 giugno ore 18

Municipio
piazza Contea di Pagliara Isola del Gran Sasso
18-23
ingresso libero

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Homo ut insula
dal 17/6/2015 al 20/6/2015

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