Senza orizzonte (Cibo dentro). Il nuovo lavoro sulle architetture e le forme piu' alienanti della citta' che si interseca all'opera sul cibo industriale iniziata l'anno scorso. Fotografie e un video realizzato con microtelecamera.
Considerato che conosco Joykix meglio di un fratello e che quando eravamo ggiovani glielo dicevo sempre che doveva fare l'artista 1, qualche mese fa sono andato a vedere una sua mostra alla Nowhere Gallery! Il fantasma della libertà. (Cibo dentro). Di quella serata ricordo soprattutto il mio imbarazzo.... La mostra si limitava a una sua enigmatica opera piazzata come fosse l'insegna della macelleria o del parrucchiere, sopra l'entrata della piccola galleria di Orio Vergani. Il plexiglass, posteriormente illuminato dal classico neon, ritraeva una montagnetta gialla e bitorzoluta che sembrava vagamente un mucchio di purè ammuffito... Basta, unico pezzo esposto... L'inaugurazione consisteva nell'accensione del neon... Basta, finita la mostra... Ma vi sembra logico? E tutto il resto delle magnifiche opere (tantissime) che ammiravo sui muri o accatastate a casa di Joykix? Il solito un nichilista dell'arte, avevo pensato quella sera. In seguito ero riuscito a chiedere spiegazioni, scoprendo che quello sgorbio giallo era in effetti una foto dell'interno di una confezione di cibo industriale... Poi mi ero letto il testo di presentazione dell'amico Maurizio Guerri che aveva leggermente mitigato il mio impaccio. Tuttavia Maurizio è un intellettuale troppo raffinato per me, quindi nemmeno quel testo mi permetteva di tracciare un possibile percorso di unione tra le sensazioni forti che mi provocano sempre i quadri di Joyix 2 e quella schifezza di purè che mi ostinavo a osservare. Ok allo “scandaglio visivo dentro il rapporto che intratteniamo oggi con il cibo” come scriveva Guerri, ok la citazione di Walter Benjamin a proposito dell’inconscio ottico che tende a far passare inosservato ciò che caratterizza in modo determinante la nostra vita. Però...
Ora, a distanza di un anno, Joykix mi ha invitato un'altra volta a un suo opening che si preannuncia molto simile al precedente, a partire dallo stesso luogo in cui espone. Questo giro non mi sono fatto prendere alla sprovvista e gli ho chiesto di spiegarmi in anteprima come scassinare il codice criptico della sua nuova esposizione.
Ecco quello che ho capito dopo aver parlato con lui e il gallerista Orio, il quale per l'occasione indossava un foulardino rosso e bianco che gli dava un certo tono da guru psichedelico d'altri tempi.
Un settore della ricerca di Senza orizzonte si è collegato alla mostra precedente, Cibo dentro è infatti il sottotitolo di entrambe. Così è nata questa Crasi dal greco Krasis, cioè mistura, unione di due vocaboli in un unico suono. Il nuovo lavoro sulle architetture e le forme più alienanti della città che si interseca all'opera sul cibo industriale iniziata l'anno scorso.
Il purè mostrava il punto nevralgico su cui riflettere. Cosa mangiamo ogni giorno? Quali sono i processi a cui sono sottoposti gli alimenti prima di arrivare nel tuo frigorifero? Perché le forme di intolleranza alimentare, le allergie e le malattie della pelle sono aumentate a dismisura?
Scoprire con una microcamera l'interno delle confezioni di cibo in scatola o surgelato, agire con la fotografia macro per visualizzare nel dettaglio ciò che ingurgitiamo, scovare l'immagine più segreta e rimossa del principale combustibile della “macchina umana”, come scrive Guerri.
Quello che viene presentato oggi, non è più solo una fotografia, ma un montaggio video realizzato da una microtelecamera endoscopica inserita nelle confezioni di cibo industriale. Immagini in movimento registrate all'interno di vari packaging, rimontate poi in un filmato sfocato ed evanescente che potrebbe assomigliare a ciò che ci succede ogni giorno nel nostro stomaco.
La struttura scelta e costruita appositamente per proiettare il video, rappresenta invece il secondo settore della ricerca di Senza orizzonte. Joykix ha individuato un moloch del potere contemporaneo, visivo ed effettivo. Si tratta del palazzo a New York della Standard and Poor’s che da tempo lui sta studiando in tutti i particolari, prima nel web, poi a New York aggirando le rigide leggi antiterrorismo che gli impedivano di filmare la sede dell'agenzia di rating. Architettura mediocre, non certo progettata da qualche archistar alla moda, ma una costruzione ad alto valore simbolico, perché è noto quanto S&P determini le nostre esistenze, molto di più delle scelte dei governi o di qualche consiglio di amministrazione di una multinazionale. È il più grande edificio adibito a uffici, non molto alto, ma grazie al suo largo perimetro, la somma della superficie di ogni piano non ha eguali al mondo. La forma della struttura in legno cui viene proiettato il video è la stessa delle finestre del palazzo di S&P, in cui le immagini del cibo confezionato scorrono anche sui davanzali, deformandone la visione. Distorsioni filmiche per rimarcare come i nostri bisogni primari siano influenzati da uno schermo inserito in una gabbia architettonica che produce carburante umano, manipolato all'origine.
Le quattro fotografie statiche che sono appese sulle pareti rappresentano invece lo sviluppo prospettico del concetto dell'intera esposizione. Il progresso che spaccia merda assicurandone la digeribilità, l'avvelenamento sistematico delle viscere dei miserabili, il precipitare della sacralità alimentare nell'abisso della discarica. In quale modo si potrebbe risvegliare la merce/cibo dal suo sonno? Forse tutto ciò ha riportato il Faust alla vita?
Il collegamento con Goethe è una mega iperbole d'artista spiegata dalla mappa mentale di Joykix, il quale spera così di riportarci sull'improponibile campo della razionalità geometrica, con tante linee, segmenti, frecce, tagli e parallelismi che solo una testa calda come la sua ha potuto generare.
Marco Philopat
1 Perché stava ore e ore impegnato in mille sperimentazioni grafiche e piccoli modelli di installazioni nella sua piccola stanza, in un appartamento alle White House di Rogoredo che condividevamo. Dentro quei 15 metri quadri c'era una quantità incredibile di fogli, taglierini, colle, lettere trasferibili, scotch di ogni tipo e poi plastica, polistirolo, acetati, pezzi di pellicole in super 8 attaccate al soffitto che pendevano come bisce basculanti fin sopra il suo letto. Joykix ci metteva l'anima in quei lavori, come se attraverso quell'impegno maniacale e convulsivo riuscisse a strappare una ragione per non suicidarsi davanti alle nefandezze esistenziali a cui eravamo sottoposti nella seconda metà degli anni ottanta.
2 Come quando ascolto in loop i Joy Division o gli Einstürzende Neubauten, o quando vedo un quadro liquefatto di Bacon, un taglio di purezza geometrica di Fontana, un faccione beffardo di Bad Trip, o ancora l'urlo metallico di Majakovskij, i tunnel dark di Baudelaire, la cinica ironia di qualche dialogo da un film di Buñuel.
Ianugurazione Mercoledì 17 Giugno 19.00-21.30
Nowhere
via del Caravaggio 14, Milano
aperto: dal Lunedì al Venerdì 15.00-19.30