Second White. Due arazzi di carta su cui il segno grafico dell'artista ha cucito, ricamato, impresso un linguaggio personale fatto di stratificazioni e forme organiche a meta' strada tra anatomie vegetali e anatomie umane.
Eva Reguzzoni persegue una ricerca artistica molto particolare fatta di carta, inchiostro e ricamo. L’artista indaga la sfera introspettiva che ben si sposa con una gestualità molto intima che ricorre al filo e al disegno nella realizzazione di opere di grande formato.
In mostra due splendidi arazzi di carta su cui il segno grafico dell’artista ha cucito, ricamato, impresso un linguaggio personale fatto di stratificazioni e forme organiche a metà strada tra anatomie vegetali e anatomie umane. Soffermarsi sulle opere di Eva ci porta a vivere un’esperienza sensoriale, un viaggio viscerale e allo stesso tempo ancestrale. La verticalità dei due arazzi simula l’ascensione delle forme vitali, nell’aspirazione alla leggerezza e alla volatilità eterea.
Scrive Fabio Carnaghi: “Il bianco cartaceo, primario ed essenziale è elemento che conferma la sua natura inscindibile di supporto e medium espressivo nell’opera di Eva Reguzzoni. Una sorta di tabula rasa assume tutte le valenze cognitive dell’impressione sull’intelletto. Sembra che questa pratica quasi ancestrale faccia parte di un’antropologia pressoché misterica e in questo ambito svolga il ruolo di metafora filosofica, misurata con la saggezza esperienziale, alla stregua di un mito platonico. Eva Reguzzoni sviluppa la sua ricerca artistica tendendo a sfuggire la policromia, sperimentando la neutralità di un apparente non colore o il contrasto manicheo del bicromatismo, immergendosi in un clima orfico, intento nella ricerca interiore. Il bianco è così il vuoto subliminale, l’attesa propedeutica all’elaborazione artistica, che nell’operare di Reguzzoni diventa esso stesso rappresentazione, nella concretizzazione di un paesaggio metafisico che prende forma. L’atto di imprimere, cucire, ricamare e lasciare il segno di una grafia, che si stratifica e sedimenta, è una dinamica interiore che trova spazio e si aggrappa sulla fragile ed eterea superficie di un velo di carta, luogo di resistenza e di tenace sopravvivenza. Il bianco è il grado zero della persistenza e della fossilizzazione da cui emerge la valenza performativa dell’elaborazione creativa di Eva Reguzzoni che dall’interiore sonda l’ulteriore, ricorrendo ad uno spontaneismo naturale, attentamente studiato nelle sue contingenze organiche.” Completa la mostra una galleria di ritratti ovali, della serie “Ancestrali”, realizzati con carta assorbente.
Eva Reguzzoni (Gallarate-VA), 1965. Vive e lavora a Borgo Ticino, (NO). Nel 2013 è stata vincitrice del Premio speciale arteCa, Premio Arte Rugabella; sempre nel 2013 si è classificata seconda al Premio Nazionale “Romano Reviglio”. Tra le mostre personali: HERBARIUM, Sala Bergognone, Monastero degli Olivetani, Nerviano (MI) a cura di F. Carnaghi, 2015; WHITE. Seconda Navigazione, Chiesa di San Gregorio, Cherasco (CN) a cura di F. Carnaghi, 2014; ER. Il Mito dell’Interiorità, Villa Rusconi Castano Primo (MI) a cura di F. Carnaghi, 2014. Tra le collettive: 24000 bc, MARS, Milano, 2015; Vasi comunicanti, MIDEC Museo Internazionale Design Ceramico, Laveno Monbello (VA), a cura di L. Boisi, 2015; Drawings from a blind line, Villa Contemporanea, Monza, 2014.
Inaugurazione giovedì 9 luglio 2015, ore 21
Villa Contemporanea
via Bergamo, 20 Monza
mar - sab ore 15-19
ingresso libero