Centro culturale Il Pilastro
Santa Maria Capua Vetere (CE)
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Ludvik Pandur
dal 24/4/2004 al 7/5/2004
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24/4/2004

Ludvik Pandur

Centro culturale Il Pilastro, Santa Maria Capua Vetere (CE)

Pittura di metamorfosi. L'autore utilizza la tela come un alchimista dai cui vasi escono colori che compongono figure dai molteplici significati, motivi iconografici e simbolici in tematiche trasfigurative che sono nello stesso tempo reversibili e evolutive.


comunicato stampa

Inaugurazione domenica 25 aprile alle ore 11

La recente produzione artistica del pittore specialista accademico Ludvik Pandur da Maribor, Slovenia, si può caratterizzare come pittura di metamorfosi. Infatti, l’autore utilizza la tela come un alchimista dai cui vasi escono colori che compongono figure dai molteplici significati, motivi iconografici e simbolici in tematiche trasfigurative che sono nello stesso tempo reversibili e evolutive.

Le trasmutazioni riguardano anche l’espressione figurativa sostanziale, compatta come la materia prima che permette la creazione di sempre nuove originali interpretazioni armoniche tra forma e contenuto antico, manieristico, barocco, impressionistico, espressionistico e associativo-astratto i quali si fondono insieme.
Nello stesso tempo possiamo notare l’intreccio caratteristico fra la rigidità settentrionale e la dolcezza meridionale, sia del principio maschile sia femminile. La sintesi fra la mitologia e la realtà è così la costante ricorrente della creatività pittorica di Pandur. Qui s’incontrano le antiche leggende legate agli interminabili paesaggi adriatici ed iberici con le saghe germaniche del primo Medioevo, delle regioni alpine e prealpine. Qui trova espressione la favolosa regione della Stajerska (Stiria) che rappresenta nello stesso tempo il punto di partenza e d’arrivo della sua concezione filosofica ed artistica, una specie di v.i.t.r.i.o.l. magico, dove l’uomo, terminati i processi d’iniziazione alchemica, trova il suo comandamento magico “lapis alchymicum” nel grembo della terra, simbolo dell’anima che s’integra con l’anima del mondo.

L’attuale produzione artistica di Pandur dà più cicli pittorici successivi. Il ciclo mitologico è rappresentato da alcune interpretazioni di particolari iconografie ispirate alla mitologia greca e alle “Metamorfosi” del poeta latino Publio Ovidio Nasone. La tematica mitologica è la continua ispirazione di Pandur come dimostrano le figurazioni di Danae, Apollo e Dafne, Piramo e Tisbe, Narciso ed Eco, Giove ed Io, la caduta di Fetone etc. Va pure ricordato una altro elemento mitologico ricorrente nella creazione di Pandur, quello tedesco, e in particolare quello di Parsifal la cui musica Wagneriana contribuisce ad ispirare il pittore. Il ciclo svizzero trasmette l’atmosfera spirituale dell’opera filosofica di Nietzsche “Così parlò Zarathustra” ed un’eco drammatico-meditativo dell’omonimo poema sinfonico di Richard Strauss e della sua Sinfonia delle Alpi. Il ciclo iberico è ispirato specialmente al paesaggio spagnolo intorno ad Aranjuez, osservato dal pittore in un suo viaggio in treno fra Madrid e Toledo. Aranjuez ha ispirato anche il compositore Joaquin Rodriguez, come dimostra il suo omonimo concerto. Pandur ha dedicato il citato ciclo iberico allo scrittore spagnolo Antonio Machado e sulla opera Campos de Castilla. La stessa ardente luce splende anche nel ciclo dalmata ispirato alla città di Primosten. Il Pittore ha lavorato in estreme condizioni fisiche, costretto a percorrere molti chilometri a piedi sotto il sole bruciante. Tale sforzo si rispecchia nei suoi dipinti: dalle piantagioni d’ulivi ai ritratti d’ulivi solitari, di rocce nude nella rada macchia brucata, di gole profonde con le case solitarie.

Le più marcate caratteristiche della produzione pittorica contemporanea di Pandur sono gli effetti di profondità e dello spazio secondo il principio pittoresco-barocco; le combinazioni di colore inesauribili, dove anche le sfumature acromatiche di bianco, nero e grigio trasmettono l’impressione delle variazioni cromatiche; il principio compositivo del classico nodo spaziale con accento verticale in sintonia con una improvvisata gestualità espressiva; la modellazione delle forme fatta con l’aiuto delle pennellate punteggiate e tratteggiate che in parte sono accentuate con contorni lineari. Ugualmente importante è la realizzazione dell’illusione acustica, dato che c’è proprio musica e anche la danza (accanto alla natura e la letteratura) il suo medium preferito, da cui attinge l’ispirazione per le sue “suite tabulari” o le “registrazioni audiovisive sui supporti di tela”.
La pennellata, il segno simbolico e l’oggetto figurativo sono per Pandur mezzi semantici ugualmente significativi, il cui messaggio crittografico stratificato possiamo capire ad un’osservazione più profonda che porta peraltro alle più disparate conclusioni, proprio in armonia alla metamorfosi della sua pittura.
Mario Berdič, critico d’arte

Ludvik Pandur è nato a Slovenj Gradec, Slovenia, nel 1947.
Vive e lavora in Razlagova ulica 1, 2000 Maribor, Slovenia.
Nel 1970 ha conseguito il diploma nella sezione di Pittura dell’Accademia di Belle Arti a Zagabria - Croazia -
(prof. Anton Mezdjić). Fra il 1970 e il 1973 lavora nel Workshop del prof. Krsto HegeduÅ¡ić, con cui conclude il magisterio. Insegna come il professore regolare nella sezione di Belle Arti della Facoltà di Pedagogia all’Università di Maribor.


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