Sala degli Artisti
Smerillo (FM)
via Dante Alighieri, 1
79124 0734

Augusto Piccioni
dal 23/7/2015 al 14/8/2015
0736 848356
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Augusto Piccioni



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Augusto Piccioni



 
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23/7/2015

Augusto Piccioni

Sala degli Artisti, Smerillo (FM)

Non Non erano stanchi di cercare. Sagome dell'immaginazione per una estetica del vuoto. Arte come capacita' di creare vita con le immagini, arte quando dietro c'e' un pensiero.


comunicato stampa

La mostra vede riunite 20 opere, dal 1987 al 2015, dei vari periodi della ricerca di Augusto Piccioni, l'artista che ha affrontato in maniera originale il tema del pieno e del vuoto, delle cosiddette immagini “fuori campo”. Scrive in catalogo Cecilia Casadei, curatrice della mostra :

L'arte per “Fare mondi”. L'espressione dell'arte come atto di fede che celebra l'Anima del mondo, l'opera d'arte come dialogo fra il sé e il mondo. Quello di Augusto Piccioni è un “Racconto”, titolo ricorrente nel suo lavoro, che appare come scenografia di una Natura di cui siamo parte inscindibile, una sorta di teatro dove a recitare sono le figure - come ombre - di un uomo, di una donna, nudi. Di una volpe, di un cinghiale e un lupo, presenze della sua terra d'origine in cui l'artista si identifica, la terra dell'ascolano. Di quel prezioso mondo naturale che lo porterà ad essere promotore dell' Ecomuseo di un territorio per una storia che ama profondamente. I suoi personaggi paiono in viaggio attraverso una sorta di Eden alla ricerca, forse, di un nuovo Eden che è solo dentro di noi, “in arte… siamo già in paradiso” , poi la presenza costante di un albero che non c'è e nasce da sagome ritagliate, poste una di fronte all'altra.

Un albero che la percezione visiva coglie quando è il vuoto a farsi immagine e la figura appare come intagliata nel disegno acrilico realizzato su lastra di alluminio. Il fascino di quel vuoto ad evocare una presenza fantasma che si fa più reale nell'alternanza figura sfondo e obbedisce a quella esigenza percettiva dell'approccio gestaltico per cui le figure devono essere, “buone”, completate dall'occhio. E il dialogo è fra pieno e vuoto, fra la leggerezza del bianco e il rimbalzare dei colori in un contesto dove c'è il respiro della natura tutta, la luce del sole, il chiarore dell'alba, l'alito del tramonto, il segreto della notte. Sullo sfondo di una natura astratta la figura in nero di una donna seduta con lo slancio di chi sta per muoversi, così come appare in movimento la volpe rossa nella direzione inversa e tre sono le sagome che danno origine a vuoti percepibili come alberi. Talora saranno invece quattro sagome schierate a coppia per creare tre alberi, quando ad essere seduto, questa volta, è un uomo che precede una donna nel campo visivo.

E una volpe, sempre rossa, in cammino dal lato opposto si volta indietro, quasi ad interrogarsi sulla strada da percorrere, sulla scelta da fare, in un contesto cromatico di pennellate d'azzurro, di verde, di giallo. Arte come capacità di creare vita con le immagini, nelle immagini, arte quando dietro c'è un pensiero . Altrove la figura è quella di un grosso cinghiale, della figura umana compare solo un tratto, “sotto il sole d'estate” in un luminoso alone di felicità visiva. Figure in alternanza di colore, ora verdi, ora rosa, ora blu e l'albero che non c'è come ritornello per consacrare uno stile personalissimo anche quando in alcune installazioni site specific compare a terra un'ombra solida che suggestiona o il campo è quello di una unica tela e “qualcosa attirò la loro attenzione …”.Così i titoli delle opere di Piccioni, poesia che sottolinea poesia, con i puntini di sospensione a lasciare aperta ogni interpretazione, a lasciar immaginare qualcosa che riguarda il nostro mondo, il nostro vissuto e “la decisione non fu difficile…”, “la sosta fu breve…”, “furono presi dalle luci del tramonto…”, “nessuno seguiva…”, “…avevano deciso e…”. Il fare arte di uno come Augusto diviene percorso fra immaginario e realtà, misterioso sentimento del sogno che mira a stabilire per suo mezzo un nuovo rapporto col reale e nel suo lavoro c'è l'ansia dell'umana avventura, l'incessante ricerca del bene, del bello, del buono, il profumo di mondi “altri”, c'è lo spirito della quiete e del riposo.

C'è l'alone suggestivo di una purezza interiore che celebra un poco di malinconia, senza dimenticare la bellezza e la speranza, in una originale espressione d'arte che vive fra l'angoscia esistenziale della coscienza moderna e quella condizione interiore per cui l'artista si fa interprete di un nuovo linguaggio e insieme ricerca la propria identità. Come rappresentazione di un sentimento, arte libera da verità e moralità, come espressione di gioia e anche di dolore, tumulto del cuore e della mente. I personaggi di Piccioni si muovono nell'affannosa ricerca di un “porto sepolto”, di una meta ideale da raggiungere per divenire emblema di quella umana avventura che caratterizza l'esistenza dell'uomo, metafora, visione onirica di un fare arte che interpreta il sentire più intimo e profondo dell'autore. L'adesione al Gruppo Immanentista, il movimento nato ad Ascoli Piceno che coniuga storia, tradizione e attualità nel superamento del concettuale, favorirà in Augusto l'esplorazione e il racconto della natura come teatro del suo lavoro. E quell'immaginario che proviene dalla realtà, e da un progetto, nutre il suo processo artistico per ritornare alla realtà con una espressione che lascia il segno nella storia del contemporaneo. Così l'arte di Augusto Piccioni diviene riflesso della coscienza moderna e di quella condizione interiore che rispecchia il desiderio di attraversare schemi espressivi per riagganciarsi alla tradizione con uno stile nuovo e attraversare, nello stesso tempo, deserti della mente, montagne del vuoto interiore. Ecco allora altri titoli a mappare la strada dell' arte di Piccioni, “sembrava impossibile ma...”, ”avevano visto giusto e…”, “non era il caso di tornare indietro…”, “non si persero d'animo…”, “non erano stanchi di cercare...”. Titoli come pensieri per essere tutt'uno col prodotto di un'arte che alimenta il nostro sguardo sul mondo. Per confermare che “nell'arte c'è il senso della vita”.
Cecilia Casadei

Inaugurazione 24 luglio ore 19.30

Sala degli Artisti
via Dante Alighieri, 1 Smerillo
ingresso libero

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