Assessorato alla Cultura Comune di Rimini
Riflessioni Temporali. L'artista offre allo spettatore una rilettura di opere di grandi maestri come Cagnacci, Ingres, Rembrandt, Pittoni, Maffei e tanti altri.
A cura di Massimo Pulini
Un ciclo di opere che racconta una visone della realtà “altra”.
Senza rinunciare al tema principale della sua ricerca, la strada, e andando
alla ricerca di un dialogo, una rilettura che trasforma e riflette sulla
lezione con la nostra tradizione artistica occidentale, ha cercato di
interpretare con il suo linguaggio, il suo gesto, la sua grafia, alcune
opere di maestri come Cagnacci, Ingres, Rembrandt, Pittoni, Maffei e tanti
altri.
L’esposizione è composta da due diverse ambientazioni. La prima occuperà
gli spazi della Manica Lunga al primo piano del Museo, dove troveremo il
corpus principale delle opere. La seconda entra a far parte del percorso
del Museo (secondo piano) dove troveremo in alcune stanze le opere di
Frisoni affiancate a quelle dei maestri antichi. Il Guercino, il Cagnacci,
il Pittoni, il Maffei e Murrillo.
Una concessione straordinaria fatta dall’Assessore alla Cultura Massimo
Pulini e dal direttore del Museo della Città Maurizio Biordi che
permetterà al visitatore di fruire dell’immediato confronto tra originale
antico e la sua personalissima “visione” della stessa.
Testo in Catalogo:
“Riverbero”
Lungo l'arco di millenni l'umanità ha potuto specchiarsi quasi solo
nell'acqua ferma di uno stagno, nelle pozzanghere formatesi dopo una
giornata di pioggia o nei recipienti costruiti dal primario ingegno. Solo
dopo lunghi e imperfetti tentativi è riuscita, dal dominio del metalli, a
ottenere superfici riflettenti adeguate ad una visione reale.
Viene da chiedersi quale percezione avessero di se stesse le persone che
vivevano in assenza di quelle misteriose protesi della vista che ci
restituiscono le nostre sembianze. E se per un caso fortuito la natura non
avesse concesso a certe materie questa proprietà, cosa ne sarebbe stato del
mondo? Di certo la nostra vita sarebbe diversa senza nemmeno quel
giornaliero appoggio, che talvolta ci rassicura, mentre in altri casi
inquieta.
Ma nonostante i successi tecnologici effettuati in questo campo resta il
fatto che ognuno di noi conosce meglio gli altri di se stesso, forse le
espressioni più salienti e spontanee del nostro volto ci sono ignote mentre
risultano accessibili a chi ci sta vicino.
La liquidità e la tempra del metallo sono dunque le condizioni materiche
ideali per rendere possibile la specchiatura, ma, a guardare attentamente
le cose, non vi è elemento del cosmo che, seppur in parte infinitesimale,
non riverberi quel che lo circonda. I riflessi cromatici e luminescenti
possono mutare il tono di qualsiasi superficie, anche la più nera e opaca.
Forse tra i primi a ragionare su questi argomenti della visione sono stati
gli artisti. I pittori hanno ben conosciuto, e talvolta saputo
magistralmente restituire nelle loro opere, i più delicati riverberi di
luce e di colore, il cangiantismo di certi tessuti e lo schiarirsi di
un'ombra per la vicinanza di un altro oggetto, il riflesso di una finestra
nel vetro di una bottiglia o quel barlume sulla guancia di un ritratto per
effetto del colletto di una camicia.
Da molti anni Davide Frisoni, attraverso il filtro ottico della pittura,
riflette (è il caso di dirlo) sui riflessi. L'asfalto lucido dopo un
acquazzone estivo è una condizione che, nella sua Rimini, finisce per
acquistare un sapore da fine stagione. La situazione sembra sospesa nel
momento dei titoli di coda di un film e quando si accendono i fari delle
auto, si aggiunge un senso di ritorno a casa.
Quasi a compimento di questa lunga e attenta ricerca, Davide aggiunge ora
un'evocazione della storia, della storia dell'arte, che permette di
trasferire le opere nella dimensione del simbolo e dell'enigma.
Quel riverbero rossastro che vira e deforma l'immagine di una Vocazione di
San Matteo, gioiello del Museo della Città dipinto da Guido Cagnacci nel
terzo decennio del XVII secolo, suona come una domanda che un pittore
contemporaneo, innanzi tutto, fa a se stesso.
Inaugurazione: 31 luglio ore 18:30
Museo della Citta'
via Luigi Tonini 1, Rimini
orari museo:
da martedì a sabato 14.00-23.00
martedì e giovedì anche 10.00-12.30
domenica e festivi 17.00-23.00
chiuso lunedì non festivi