Spazio Santabarbara
Milano
Via Menabrea, 20
02 69311087 FAX 02 69311087
WEB
Due mostre personali
dal 3/5/2004 al 29/5/2004
02 69311087 FAX 02 69311087
WEB
Segnalato da

Santabarbara Arte Contemporanea




 
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3/5/2004

Due mostre personali

Spazio Santabarbara, Milano

Giovanna La Falce, 'Frammenti di luce'. Le sculture in bronzo nate dalla materia, scavata fino a giungere all'essenza dello spirito, sono figure umane senza volto, dove i tratti somatici perdono volutamente la loro caratterizzante identificazione, per non essere solo schiavi di cio' che appare, ma per recuperare il dialogo tra uomini, provando a rimuovere il vuoto che si genera in noi con l'assenza di valori. In esposizione presso il secondo spazio della galleria Santabarbara Arte Contemporenea la prima mostra personale del giovane artista Alessandro Martellotta, dal titolo 'Greggi'. L'artista presenta opere inedite di computer graphica.


comunicato stampa

GIOVANNA LA FALCE
'FRAMMENTI DI LUCE'

In esposizione presso il primo spazio della galleria Santabarbara Arte Contemporenea: Martedì 4 maggio 2004 alle ore 18.30 presso la Galleria Santabarbara Arte Contemporanea - Via Menabrea 20 - Milano, si inaugura la mostra personale (anteprima milanese), di Giovanna La Falce dal titolo 'Frammenti di luce'. L'artista presenta opere di pittura (oli su tela) e scultura (bronzo a cera persa).

L'armonica danza dell'esistere
Il desiderio che da sempre alberga nella mente dell'uomo è quello di scoprire mondi ulteriori insiti in noi, luoghi ove perdersi, per poi ritrovarsi in una congiunta perfezione tra anima e corpo, un modo per sfuggire al futile e correre verso sé stessi. Essere dovrebbe significare vivere in modo attivo e non adattarsi, come invece accade nella condizione animale. Quella dell'uomo è infatti anima senza male, è vita, orizzonte al cui interno si costituiscono le rappresentazioni del corpo e dello spirito. Abitare il mondo è imbattersi nel bene ma anche nel male, esporsi all'ignoto, spesso al tormento che taglia il cuore e lascia fluire il dolore verso il creato. Chi non si lascia chiudere nella frontiera di un'esistenza definita e definitiva è l'artista; in perenne ricerca ed attesa di 'stimolo vitale', egli vuole colmare il senso di vuoto del suo vissuto e quell'insopportabile paura del nulla che si crea all'interno della coscienza, quando i rimorsi i rimpianti ed i rimproveri provocano un'incolmabile distanza tra la profondità dell'anima e la sensibilità del corpo. Per lenire questa ferita non occorre semplicemente la nobiltà della parola ma la partecipazione di tutti i sensi, affinché l'idea del gesto si trasformi in libero movimento di pensiero. L'uomo, le sue espressioni e le relazioni con le cose dell'anima e della coscienza, sono tutti elementi presenti nel pensiero creativo di Giovanna La Falce.
Il tentativo di Giovanna è quello di studiare il corpo e i suoi movimenti, ma anche lo psichico e il desiderio di esplorare mondi oscuri, formulare nuove ipotesi, interrogarsi sulle varie realtà ed esigenze del mondo; accogliere, capire e rielaborare i diversi pensieri dell'uomo. Le sculture in bronzo nate dalla materia, scavata fino a giungere all'essenza dello spirito, sono figure umane senza volto, dove i tratti somatici perdono volutamente la loro caratterizzante identificazione, per non essere solo schiavi di ciò che appare, ma per recuperare il dialogo tra uomini, provando a rimuovere il vuoto che si genera in noi con l'assenza di valori. Corpi che si aggrovigliano, con il capo che vive di altra materia rispetto al fisico, per fuggire da chi lo incatena al torpore, da chi non gli permette di perdersi radicalmente e oltrepassare nell''ulteriore'. Smarrirsi non è altro che ritrovarsi in quello stato che dischiude le possibilità, possedersi e poi possedere, agire, essere nella società, nella natura e soprattutto manifestare la vitalità e la verità. Certo non è facile proporre l'idea dell'uomo attraverso l'arte, ma l'artista milanese raggiunge tale fine lasciando parlare direttamente la materia. Ne emerge una sintesi d'equilibrio tra essenzialità della forma e effetto grezzo e 'primordiale' della materia stessa, che sfocia nella semplicità del gesto. Importante è anche il rapporto che si crea con lo spazio: movimento delle sagome, esplosione d'energia ed infondere di libera spiritualità. L'attenzione raffinata e calibrata degli equilibri affascina ed intriga, sconcerta, evoca misteri e sensazioni tattili, seduce perché osa, senza forzature non tradendo mai la poesia, anzi la nutre, rigenerandola nella continua elaborazione tra presente e passato; ricordo e fantasia tra tempi arcaici e luoghi primari. L'esplorazione di Giovanna La Falce non si conclude nell'espressione scultorea ma vive anche nella pittura, negli olii su tela, dove il fervore si coglie come respiro in ogni tratto. L'uomo è ritratto in tutte le sue possibilità e potenzialità, le azioni prodotte sono il suo fedele riflesso. Il gesto riproduce la presenza della fisicità, movimento fantasioso e creativo. Ogni singola movenza è gesto, e la gestualità è libertà, conoscenza del corpo umano, espressione originariamente caratterizzante. I soggetti dipinti da Giovanna paiono riflettere lo spettacolo del mondo, che sorge dall'incontro-scontro delle cose con i movimenti corporei. Qui la danza è protagonista, armoniosa creatività umana; nata dal rapporto uomo-sentimento, e quindi dal movimento fisico e intellettuale, racconta con gli sguardi di chi osserva, la vita come momento di passaggio tra diverse situazioni rielaborate nel tempo. Narrare il corpo non significa solamente cogliere la vita nella sua componente originaria, nelle sue infinite possibilità di espressione, di movimento e di forma, ma significa anche interrogarsi sulla coscienza e sull'anelito dell'anima, perseguendo un desiderio quasi utopico di verità assoluta. L'artista sembra dirigere i sentimenti, tramutandoli in movimenti, in passi, ci rapisce per mezzo della visione dissolta della figura e dello spazio, materia che perde consistenza dissipandosi nella pura libertà. Il colore, il movimento, il tempo e lo spazio sono attimi probabili fissati nell'eleganza sinuosa della conformazione corporea. Il gesto del danzatore svanendo, rompe l'equilibrio appena raggiunto, è come un continuo distacco dalla nostra identità e dall'immobilità, quasi per evitare o rifuggire la coincidenza estrema con il sé, cioè con la morte. Danza come rito, come linguaggio e quindi come comunicazione, coinvolgimento di chi esegue, di chi ne è spettatore e di chi ne è destinatario. La riflessione dell'artista ci conduce ad una importante apertura verso il creato, ricerca di sintonia e di fusione tra mente-corpo e natura, congiunzione che è poi la fonte da cui prende origine il sapere. Immagini vive, penetranti oltre i confini apparenti, istanti fuggenti che si prendono cura dell'oscuro movimento della vita, come un danzatore alla ricerca della perenne armonia. Giovanna vuole trovare questa armonia e prova a penetrare nell'abisso dei sensi, ci trascina in un gioco dove non esistono regole, è come magia che partorisce se stessa, un'interazione tra pensiero e immagine che si evolve in antropica creatività.
Alberto Mattia Martini

Intervento critico: Alberto Mattia Martini
Catalogo in galleria Edizione Santabarbara

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ALESSANDRO MARTELLOTTA
'GREGGI'

In esposizione presso il secondo spazio della galleria Santabarbara Arte Contemporenea: Martedì 4 maggio 2004 alle ore 18.30 presso la Galleria Santabarbara Arte Contemporanea - Via Menabrea 20 - Milano, si inaugura la prima mostra personale del giovane artista Alessandro Martellotta, dal titolo 'Greggi'.
L'artista presenta opere inedite di computer graphica.

Inaugurazione: martedì 4 maggio 2004, dalle ore 18.30 alle 20.30

Date: 4 - 29 MAGGIO 2004
Orari: da martedì a sabato dalle 11.00 alle 19.30. lunedì su appuntamento

Mostre a cura di: Barbara Santabarbara.

Nell'immagine un'opera di Alessandro Martellotta

Indirizzo: SANTABARBARA ARTE CONTEMPORANEA, Via Menabrea 20, 20159 MILANO
Tel&fax 02 69311087

IN ARCHIVIO [12]
Gianfranco Gentile
dal 11/11/2004 al 7/12/2004

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