L'artista, come nei cicli pittorici che rappresentano i mesi dell'anno, opera una selezione significativa tra gli avvenimenti che caratterizzano il mese legato alla sua nascita: maggio. Dispone con cura i materiali trovati e li organizza ai fini della storia da raccontare. Raccoglie storie, le ricompone e le narra a suo modo, togliendo o aggiungendo, adattando i materiali eterogenei all'effetto emotivo che vuole ottenere con la tecnica di postproduzione
primo maggio
a cura di Marcello Smarrelli
L'8 maggio 1996 alle 16.30 Marina Di Modica esce dal suo ufficio e, dopo aver
fatto acquisti in via Madama Cristina, torna nella sua casa in via della Rocca
dove prende l'automobile, una Y10, che verrà trovata dai suoi amici tre giorni
dopo, parcheggiata davanti all'Ospedale Mauriziano e regolarmente chiusa. Dalla
sua abitazione risulterà mancante solo una scatola di vecchi francobolli che
Marina aveva deciso di vendere. Sulla sua agenda era annotato un appuntamento
per la sera, con un esperto filatelico, che dichiarerà agli inquirenti di non
averla incontrata. La sua scomparsa diventerà uno dei misteri irrisolti della
trasmissione televisiva Chi l'ha visto? in onda su RAI 3.
Il 1 maggio 1867 lo stato dell'Illinois fissa l'entrata in vigore della legge
che riduceva a otto ore al giorno il limite legale dell'attività lavorativa. La
legge aveva preso avvio da una proposta fatta al congresso dell'Associazione
Internazionale dei Lavoratori - la Prima Internazionale - riunito a Ginevra nel
settembre 1866. Furono soprattutto le organizzazioni dei lavoratori statunitensi
a sostenere l'iniziativa attraverso un grande movimento di lotta. Nel 1866 lo
Stato dell'Illinois approvò la legge, ma le limitazioni erano tali da impedirne
l'estesa ed effettiva applicazione. Il 1 maggio 1867 venne organizzata a Chicago
una manifestazione in cui diecimila lavoratori diedero vita al più grande corteo
mai visto per le strade della città . Nell'ottobre del 1884 la Federation of
Organized Trades and Labour Unions indicò nel 1 maggio 1886 la data limite, a
partire dalla quale gli operai americani si sarebbero rifiutati di lavorare più
di otto ore al giorno.
Dal 1 maggio 1890 la manifestazione dei lavoratori divenne una festa celebrata
simultaneamente in tutto il mondo.
Il 9 maggio del 1946 Vittorio Emanuele III abdica in favore del figlio che
diviene re d'Italia col nome di Umberto II e regnerà sul paese per soli 27
giorni, guadagnandosi il titolo di ''Re di maggio''. Il nuovo sovrano non impedì
il referendum istituzionale sull'assetto dello Stato italiano indetto dai
partiti politici per il 2 giugno. Il responso delle urne favorì la Repubblica;
la conferma ufficiale del voto giunse il 13 giugno, ma prima che questa fosse
resa nota Umberto II si ritirò in volontario esilio a Cascais, in Portogallo.
Il 4 maggio del 1949 il Torino di Mazzola, Loik, Gabetto e altri campioni,
incontra il proprio destino. Un destino crudele che pone fine a molte giovani
vite, facendo schiantare l'aereo della squadra granata contro la collina di
Superga. Quella mitica formazione del Torino aveva vinto cinque scudetti e anche
se in quegli anni le competizioni europee e i mondiali erano fermi, al di lÃ
delle valutazioni sportive, la squadra rappresentava un appiglio emotivo per
l'Italia derelitta degli anni '40 e la speranza di ottenere qualcosa di meglio
dalla vita, la dimostrazione che i sogni potevano avverarsi.
Il 1 maggio 2004 l'Unione europea ha realizzato il più grande allargamento della
sua storia con l'adesione di Cipro, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia,
Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca, Slovenia e Ungheria, mentre Bulgaria e
Romania auspicano di poter fare il proprio ingresso nella UE nel 2007. Per entrare a far parte dell'Unione, i ''paesi aderenti'' devono soddisfare
le condizioni politiche ed economiche note come ''criteri di Copenhagen'', secondo
i quali un possibile membro deve:
- essere una democrazia stabile, che rispetta i diritti umani, il principio
di legalità e i diritti delle minoranze;
- adottare un'economia di mercato funzionante;
- adottare le regole, le norme e le politiche comuni che costituiscono il
corpo della legislazione dell'UE.
Il 1 maggio 1976 nasce a Palermo, sotto gli influssi benefici del segno del
Toro, Domenico Mangano. Il suo sguardo sprofonda nel vuoto dello stretto di
Messina, ma ha la forza di attraversare i ponti di Manhattan.
La memoria, la traccia che lascia, l'immigrazione, la lotta di classe,
l'Internazionale socialista e la festa dei lavoratori, il meridione - quello
geografico e quello del cuore - il calcio legato alla speranza e al sogno
dell'emancipazione dei piccoli Pelé dello Zen di Palermo e degli Zen che in
tutto il mondo non badano alla latitudine. La Sindone quale segno indelebile di
un crimine e di un'assenza, il rapimento, la scomparsa, il ratto di Europa e il
toro. L'Unione Europea, la Melfi della Fiat e la Menfi delle collezioni egizie
dei Savoia. Il fasto dei loro palazzi fatiscenti anch'essi simulacri di
un'assenza come gli scheletri delle case di Pizzosella, un monito per l'Italia
dell'abusivismo e del qualunquismo pseudoliberale, dal valore più profetico di
quelli di Nostradamus, che fu mago alla corte sabauda.
L'integrazione, la Babele delle lingue, la fusion esemplare del ''minchia zio fa''
di Luciana Littizzetto e ''Torino vuol dire Napoli che va in montagna'' nella
canzone di Antonello Venditti, la perdita d'identità in un melting pot tra i più
originali d'Italia.
Dal viaggio a Torino che - come spiegava Massimo Troisi in un suo film - per un
meridionale è sempre un'emigrazione, l'artista sembra essersi lasciato
soggiogare fino quasi ad affondare nel mare delle coincidenze e dei rimandi che
in questa città , folkloristicamente gravida di mistero, sembrano meno casuali
che altrove.
Domenico Mangano, come nei cicli pittorici che rappresentano i mesi dell'anno,
opera una selezione significativa tra gli avvenimenti che caratterizzano il mese
legato alla sua nascita: maggio. Dispone con cura i materiali trovati e li
organizza ai fini della storia da raccontare. Attinge con disinvoltura ai canali
della cronaca che, nella trasposizione televisiva, finiscono per sconfinare in
territori totalmente immaginari, come accade nell'esplicito riferimento, quasi
un primo omaggio, alla donna scomparsa, dal nome che evoca un fatale legame con
la natia Sicilia. Al pari di un avventore della Vucciria, o di uno dei mercati
che caratterizzano la vita sociale delle culture mediterranee, l'artista
raccoglie storie, le ricompone e le narra a suo modo, togliendo o aggiungendo,
adattando i materiali eterogenei all'effetto emotivo che vuole ottenere,
seguendo quella tecnica di postproduzione che Nicolas Bourriaud ha indicato, in
opposizione al medium, come elemento centrale nella produzione artistica
contemporanea. Un ritorno al cinema narrativo di Jean-Luc Godard e di Roberto
Rossellini, che si attua attraverso una nuova e più positiva lettura del mezzo
televisivo vicina a quella indicata da André Bazin, quando definisce la
televisione una forma di espressione meravigliosa, narrativa senza essere
drammatica. Il mezzo ideale per chi racconta, che - rispetto al cinema - può
dire dieci volte di più, in dieci volte meno tempo, il modo più efficace di
raccontare storie al modo dei narratori arabi sulla piazza del mercato.
Gli effetti collaterali da abuso di televisione diventano per Domenico Mangano
alimento principale di quella cinematografia narrativa che rimane la
caratteristica essenziale di tutti i suoi lavori. Racconti semplici ed efficaci,
costruiti pescando nella mitologia, nella religione, nella politica, ma,
soprattutto, nella vita quotidiana, fino a raggiungere i nodi emotivi e a
scioglierli in un canto corale e liberatorio come quello del gruppo di slovacchi
che intonano l'Internazionale socialista, ironicamente relegati nello schermo di
un videogioco. Bastano pochi centesimi di euro da inserire nella fessura ed ecco
il NEW GAME: START. Forse Playstation o Nintendo stanno già producendo dei
giochi dal titolo ''Kill Karl'' (Marx, naturalmente), o ''Break down the Berlin
wall''.
Destino tragicomico, deriva dei grandi ideali, come quello già un po' usurato
dell'Unione Europea quando richiede ai ''paesi aderenti'' di adottare un'economia
di mercato funzionante. Un processo di modernizzazione giusto e inevitabile che,
altrettanto ingiustamente e inevitabilmente, produrrà altre scomparse, lascerÃ
altre tracce e altre memorie, creerà altri territori a sud, nuovi scenari per
nuove e sempre più sofisticate ingiustizie.
Immagine: Pizzosella, videostill
Inaugurazione: giovedì 13 maggio 2004 alle ore 19.00
Galleria Alberto Peola
10123 Torino (Italia) 29,via della Rocca
Orario: da lunedì a sabato dalle 15.30 alle 19.30
mattino su appuntamento