La galleria chiude l'anno espositivo con le marine di Danzini, una pittura figurativa che di classico ha solo il medium, quello dell'olio.
a cura di Silvia Rossi
ExpArt chiude l'anno espositivo con la mostra personale di Alessandro Danzini, talentuoso pittore livornese.
La sua pittura nasce dal cuore macchiaiolo e paesaggista della costa tirrena, passando per l'impressionismo, fino
a riavvicinarsi a una pittura figurativa che di classico ha solo il medium, quello dell'olio.
Le marine si staccano infatti dalla radicata idea che abbiamo di esse, diventano opere il cui fulcro vitale si
sposta leggermente e, pur lasciandoci avvolti in un sentore di salsedine, fa virare la nostra attenzione verso
particolari incredibili del litorale labronico, ricchi di colori, geometrie, astrazioni e architetture naturali.
Ecco come la pietra, mai così viva, si erge a protagonista.
Gli azzurri del mare e del cielo amplificano le calde
note del sole che bacia gli scogli, sottolineandone curve e convessità. L’acqua è un meraviglioso scultore,
perfettamente immortalato da Alessandro, che omaggia la sua terra e la ricca storia pittorica che la attraversa
con opere che diventano un'istantanea, un monumento alla transitorietà.
BIOGRAFIA
Alessandro Danzini nasce a Pisa nel 1974 ma vive da sempre a Livorno, città che ama profondamente e che gli
restituisce molto: non a caso il litorale labronico, le sue frastagliate coste e i suoi scorci pittoreschi
rappresentano le principali e più felici fonti di ispirazione.
Fin da piccolo sente il bisogno viscerale di disegnare e utilizzare i colori, mostrando capacità non comuni. Si
devono agli anni giovanili gli studi sui grandi maestri impressionisti, sui macchiaioli più celebrati e anche su
alcuni importanti contemporanei. Tali studi lo portano a considerare anche altri aspetti del genere di paesaggio:
la costruzione prospettica, le teorie dell'ottica, lo studio delle architetture.
Scopre e apprezza il disegno tecnico, nella misura di uno strumento che gli offre delle solide basi su cui
costruire le sue vedute. Frequenta così l’Istituto Tecnico per Geometri "B. Buontalenti" di Livorno, dedicando
gran parte del suo tempo allo sviluppo di una solida tecnica grafica e a una mirata analisi della storia
dell’architettura. Saranno queste nozioni a plasmare il suo percorso di formazione all'Università di Pisa, dove si
laurea discutendo una tesi in Storia dell’Urbanistica.
Durante gli studi universitari Danzini torna alla pittura vera e propria, rinnovato negli intenti e nella tecnica.
Adotta il colore a olio come mezzo di traduzione pittorica: tale scelta, se da un punto di vista visivo consente
all'artista di rendere più fluide le sue vedute, lo costringe anche a un'attenzione quasi maniacale al processo
creativo e, di conseguenza, a una consapevolezza tecnica che non ammette ripensamenti.
Nella scelta dei suoi scorci, nell'analisi dei paesaggi e delle vedute, tornano ancora una volta le lezioni degli
amati maestri, affrontati stavolta con un'aderenza al reale che egli ha appreso dai suoi contemporanei studi sui
pittori del Seicento. Insegnamenti che lo portano a sviluppare quel personale linguaggio figurativo che trova
espressione in una pittura di paesaggio rinnovata.
Dal 2005 Danzini espone regolarmente in personali e collettive e partecipa con ottimi riscontri a fiere e
concorsi.
Immagine: Alessandro Danzini Le due facce di un'unica meraviglia
Ufficio Stampa Marco Botti 347/54.89.038
marco.botti9@gmail.com
Inaugurazione Sabato 5 dicembre, alle ore 17,30, con l’aperitivo offerto da Bar Le Logge
ExpArt studio&gallery
via Borghi 80, Bibbiena (AR)
L’esposizione, a ingresso libero e gratuito, sarà visitabile dal martedì al sabato, dalle 15,30 alle 19,30, o su
appuntamento