Flux+Mutability. Il titolo prende spunto dall'album di David Sylvian e Holger Czukay La mostra ripercorre gli ultimi 10 anni dell'opera dell'artista attraverso acrilici, chine, matite e acquerelli.
Flux+Mutability è il titolo scelto per la personale di Mabù, al secolo
Massimo Buccilli, che inaugurerà lunedì 7 dicembre presso le prestigiose
sale dello Spazio Cerere di Roma, all’interno del complesso dell’ex
pastificio, diventato celebre negli anni Ottanta come sede del “Gruppo di
San Lorenzo”, di cui hanno fatto parte Nunzio, Bruno Ceccobelli, Gianni
Dessì, Giuseppe Gallo, Piero Pizzi Cannella e Marco Tirelli.
Un titolo di mostra non casuale, che prende spunto dall’album
Flux+Mutability cui David Sylvian e Holger Czukay diedero vita nel 1989
con brani improvvisati.
Sono proprio l’improvvisazione e l’estemporaneità,
infatti, a comporre il fil rouge che accompagnerà il visitatore nel
percorso di mostra, che conta oltre 50 opere del pittore e scultore nato a
Roma nel 1954.
L’esposizione, curata da Nicolas Ballario e allestita in modo molto
suggestivo, ripercorrerà gli ultimi 10 anni di vita professionale di Mabù,
nei quali si può scorgere una citazione alla potente irruenza di Willem De
Kooning e alla drastica essenzialità di Franz Kline, attraverso la
personale ricerca dell’artista.
I lavori in mostra saranno acrilici,
china, pigmenti, matite, acquerello: tutti materiali pittorici che
asciugano in fretta per appagare, almeno in parte, l’impazienza e
l’insofferenza, divenuti i veri tratti distintivi della sua produzione
pittorica.
Buccilli è stato protagonista di numerose mostre personali: tra le ultime
ricordiamo quella di Palazzo Collacchioni a Capalbio o presso la sede
nazionale del CNR di Roma. Le sue opere fanno parte di molte prestigiose
collezioni pubbliche e private, come quella della Fondazione Roma.
Spazio Cerere
via degli Ausoni, 3 Roma
lun- sab 10-21,30, dom 9-13