Bandiere o dormienti. Il senso dell'installazione consiste tutto in quella congiunzione disgiuntiva contenuta nel titolo: nella sala grande della galleria, ripiegate su loro stesse in posizione dormiente, poggiano le bandiere-scultura
a cura di Giuseppe Appella
Il senso dell’installazione di Giuliano Giuliani, che martedì 15 dicembre
si presenta a La Nuova Pesa nell’ambito della sua mostra personale,
consiste tutto in quella congiunzione disgiuntiva contenuta nel titolo:
“Bandiere o dormienti”.
Nella sala grande della galleria, adagiate all’interno di una struttura in
legno a comparti orizzontali (realizzazione Graziano Gregori), stanno
alcune sculture in travertino che sembrano avere raggiunto il punto zero
di una sottrazione di peso, tale è la loro impalpabilità, quella stessa
avvertita nell’accarezzamento sensuale di un tessuto serico e levigato.
Ripiegate su loro stesse, in posizione dormiente, poggiano le
bandiere-scultura di Giuliano Giuliani, e il loro ricovero sembra
rimandare a un luogo senza più vita, troppo simile alle architetture di un
lager o di un moderno cimitero; oppure a quelle di un limbo, come ancora
vorremmo sperare, ipotizzandone il superamento, la sua transitorietà.
Nessuno essendo più disposto ad agitarle, la condizione dormiente delle
bandiere allude, piuttosto, a quella limbare di una umanità che sembra
avere abdicato alla sua stessa determinazione storica, altrimenti alla sua
trascendenza. Né stupisca che questo monito ci pervenga dalla periferia di
una zona tutta cave, e boschi, e natura, dove Giuliani ha da sempre
abitato: per casualità, ma anche per scelta.
Questi luoghi, prepotentemente dominati dalla pietra, cui si addice un
tempo geologico, hanno favorito nell’artista il costituirsi di una
percezione religiosa che invade non solo la natura, ma il mondo e i suoi
accadimenti.
La religiosità, dunque, come modalità dell’esperienza, anche
in riferimento al tempo storico che le sue bandiere stanno lì a
rappresentare, con il loro carico dormiente di tensione civile al riscatto
e alla liberazione.
Tu che già vanti tante glorie borghesi e operaie, ridiventa straccio, e il
più povero ti sventoli, scriveva Pasolini da uomo religioso e di fede:
così, allo stesso modo, ci ricorda Giuliani, seppure attraverso il gesto e
l’operare dell’arte.
Completano la mostra una serie di quadri-sculture, e una scultura, Separè,
con inserti in ricamo a fili colorati (Graziano Ricami Art design) che,
attraverso un processo di saldatura, diventano elemento strutturale
dell’opera.
Martedì 15 dicembre 2015 ore 18.30
La Nuova Pesa centro per l’arte contemporanea
via del corso, 530 Roma
Orario della mostra: da lunedì a venerdì ore 10.30-13 e 15-19