Sistema. Un percorso site specific in cui sette installazioni ed un video rileggono la storia del Monumento elaborando i temi di rovina, metamorfosi e stabilita' della materia. Sculture in ferro, legno o gesso sottolineano una sensazione di precarieta'.
Progetto Takeawaygallery
A cura di Carlotta Monteverde
Dopo Marco Milia e Giancarlo Neri, la Takeawaygallery propone, come terzo progetto di arte contemporanea alle Case Romane del Celio, il lavoro della scultrice italo-francese Lulù Nuti, dal 19 dicembre 2015 al 28 febbraio 2016. La mostra, dal titolo “Sistema”, è un percorso site specific in cui sette installazioni ed un video rileggono la storia del Monumento elaborando i temi di rovina, metamorfosi e stabilità della materia.
Le sculture, in ferro, legno o gesso ostentano letteralmente il loro essere in bilico tra completezza formale e possibile frattura e, quindi, trasformazione in altro da sé. Il passaggio, l’attimo in cui la magia “si rompe”, la scintilla del mutamento sono le preoccupazioni che guidano la giovane artista, che spiega: «l’equilibrio è un momento di grazia cristallizzato in un ordine fragile; l’istante eterno in cui qualcosa si arresta in una posizione sorprendente minacciando in continuazione la sua stessa fine».
Le Case Romane del Celio, restaurate e riportate alla fruizione nel 2002, sono state per secoli sepolte nelle fondamenta della Basilica dei Ss. Giovanni e Paolo: da luogo attivo, di vita quotidiana, a sito di culto martirale, all’interramento e alla perdita di ogni funzione. Fino ad essere musealizzate nell’ultimo decennio. È il passaggio da una condizione all’altra – frutto di processi lunghi negli anni, o di istanti decisivi – ad interessare l’autrice; la natura di realtà transitoria insita in ogni azione, manufatto o monumento medesimo; la materia come “effimera”, passaggio tra due stati.
È questa sensazione di precarietà che Lulù Nuti ha deciso di sottolineare con la mostra, disseminando l’ambiente di sculture o installazioni che “giocano” col concetto di equilibrio; lo simulano o lo mettono in scena per davvero. Usando la metafora dell’instabilità, sfruttando come espedienti ambiguità ed equivoco, l’artista racconta la fragilità dell’operato umano, l’eterna ciclicità di nascita e distruzione, la provvisorietà intrinseca di ogni cosa, tutti elementi riconducibili alla storia delle Case Romane stesse.
Lulù Nuti (Levallois-Perret, Parigi, 1988) studia alle Beaux Arts de Paris; nel 2011 rientra nella selezione «under 25» del “Premio Arte Laguna”; nel 2012 viene invitata da Yoko Nakata per una Residenza di un mese in Giappone. Lì realizza un’istallazione in situ in occasione della Biwako Biennale: Metamorphosis Garden. Nel 2013 riceve un premio speciale della giuria al “Prix de la jeune création” di Saint Rémy. Partecipa alla prima Biennale del Disegno di Parigi alla Cité Internationale des Arts, 2014, e nello stesso anno vince “La Résidence”, Dompierre-sur-Besbre. Del 2015 è il “Prix Dauphine pour l’Art Contemporain”, Université Paris-Dauphin, Paris.
Allestimento: Romana Telai di Fausto Cantagalli
Lighting design: Paolo Di Pasquale
Progetto grafico: Aurelio Candido
Traduzioni: Andrea Viviani
Apertura notturna: sabato 19 dicembre ore 19.00
Case Romane del Celio
Clivo di Scauro adiacente piazza Santi Giovanni e Paolo 00184 Roma
Orari: dal giovedì al lunedì 10.00-13.00 e 15.00-18.00
chiuso martedì e mercoledì
Biglietto:
intero 8,00 € | ridotto 6,00 €