L'urlo indifferente. Il progetto fotografico racconta i luoghi descritti nel diario di guerra del naturalista e geografo Giovanni De Gasperi, morto in battaglia nel 1916. Il territorio della morte e della guerra diviene simbolo di un mistero irrisolvibile.
a cura di Maurizio G. De Bonis
A 100 anni dall’ingresso dell’Italia nella grande guerra il Castel dell’Ovo ospita il progetto
fotografico di Stefano Cioffi “L’urlo indifferente” che racconta i luoghi descritti nel diario di
guerra del naturalista e geografo Giovanni De Gasperi, morto in battaglia nel 1916.
La mostra, promossa dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli, prodotta
dall’associazione IN/OUT, è a cura di Maurizio G. De Bonis, con il coordinamento tecnico scientifico
di Maria Savarese, ha ottenuto il logo del Centenario della prima guerra mondiale dalla Struttura di
missione per gli anniversari di interesse nazionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri
.
L’esposizione, aperta al pubblico dal 17 dicembre 2015 al 10 gennaio 2016, raccoglie 22
fotografie 100x132 scattate quasi interamente tra metà maggio e metà luglio (2013 e 2014),
ovvero negli stessi giorni dell’anno in cui De Gasperi scrisse il suo diario e una installazione video.
Divenuto famoso da giovanissimo per un’avventurosa spedizione nella Terra del Fuoco, all’inizio
della guerra De Gasperi fu arruolato come ufficiale degli alpini e schierato con le sue truppe sul
passo di monte Croce, tra Coltrondo e Padola, nel Comelico. Il suo diario, pubblicato per volontà
della famiglia nel libro che accompagna la mostra, affascina per la lucidità con cui descrive un
fronte di guerra comunque in grado di suscitare riflessioni sulla natura e sul paesaggio.
Lontane dall’essere una semplice documentazione geografico-storicistica, le immagini di Cioffi
rappresentano sentieri che vanno verso il nulla, boschi fittissimi, aree isolate avvolte nella nebbia e
trasmettono il senso di alienazione e insensatezza vissuto dai soldati che un secolo fa
combattevano un nemico spesso invisibile.
Cioffi – come scrive il curatore della mostra Maurizio G. De Bonis - lascia che il suo sguardo
ci racconti l’imperscrutabile complessità della situazione ambientale e la deriva di una coscienza
umana che ha cancellato il concetto di convivenza civile; e in più allude compostamente alla
brutalità con la quale l’uomo ha violato il linguaggio della natura. Le immagini che fermano
l’imbrunire o che ci mostrano l’arrivo di un’inquietante bruma permettono al fotografo di narrare
visivamente la frattura tra umanità e natura, tra senso dei comportamenti sociali e ritmi del tempo
naturalistico, tra idea di possesso (tipica del mondo animale e umano) e l’algida indifferenza
dell’esistente che, pur essendo costantemente abusato dall’uomo, non può che rimanere distaccato
da quest’ultimo.
L’apparente oggettività delle inquadrature, la chiarezza della forma compositiva, l’essenzialità delle
linee evidenziano una potente contraddizione di senso, un abisso che solo il rigore formale dei suoi
scatti è capace di far emergere, ovvero il conflitto tra dolorosa sedimentazione degli eventi e
terribile impassibilità dell’ecosistema (rispetto a tali eventi). Proprio all’interno di questa
contraddizione, così ben messa a fuoco, è rintracciabile il precipizio infinito della stoltezza dei
comportamenti umani e della separazione totale tra Storia e Natura, tra dimensione politica della
società e dimensione astorica e significante del mondo.
Le opere di Cioffi finiscono per esprimere una sensazione funesta di vuoto e di tormentosa attesa,
di sospensione di senso che rende tangibile la penosa limitatezza delle azioni umane, l’orripilante
voragine causata dalla morte di milioni di persone, la mancanza di un vero legame tra essere
umano e natura. Il territorio della morte e della guerra diviene simbolo di un mistero forse
irrisolvibile, di un problema gigantesco di relazione tra il genere umano e il mondo che lo ospita.
L’esposizione è accompagnata dal libro edito da Edizione Osiride con testi critici dello stesso
Stefano Cioffi e di Maurizio G. De Bonis e Paola Visentini. Il libro include la riproduzione integrale
del Diario di Guerra di Giovanni De Gasperi con i disegni dello stesso autore.
Ufficio stampa
Marina Brancato 333 3262249 | marinbrancato@gmail.com
Inaugurazione 17 dicembre 2015 ore 17,30
Castel dell'Ovo
via Eldorado, 3 (presso via Partenope - borgo marinaro) Napoli
Lunedì – Sabato 11-19; Domenica e festivi: 11-14