Orizzonti, Orme, Cipressi. Opere realizzate tra il 1984 e il 1988
Sabato 8 maggio 2004 alle ore 18,00 la galleria ARTRA di Genova inaugura una mostra di Mario Nigro: Orizzonti, Orme, Cipressi. Opere realizzate tra il 1984 e il 1988.
Gli orizzonti, linee che segnano i limiti del visibile (e già a loro volta interrotte per sfumare nell'invisibile), erano già diventati, ingrandendosi, orme, tracce ai margini della differenza tra assenza e presenza, resti di un paesaggio di qualcosa o qualcuno che non è più sul luogo, dentro lo spazio. Lo spazio che, da tempo non è più etereo, omogeneo contenitore di qualcosa, non è più neppure l'esplicita utopia dello spazio totale, e del tempo totale, ma frutto dell'azione delle figure-limite, azione discreta di figure in punta di pennello, capaci di essere e non essere al tempo stesso, di essere pittura viva e concetto sfuggente alla materialità della presenza.... nella stessa direzione di senso le orme, isolandosi ad una ad una, si son fatte ritratti... e infine addirittura cipressi, alberi dalla forma allungata che più di altri esprimono direttamente lo slancio fra terra e cielo, il desiderio di indicare e di collegare un'origine (e all'occasione I cipressi sono anche quelli delle radici toscane di Nigro, cresciuto in Maremma). Sospeso tra radici ben fissate e lontananza di un cielo che è come un ''altro'' spazio, un fuori, anche il cipresso è una figura- limite e come le altre è figura della pittura e dell'arte.
Così, per esempio, dagli spazi totali dovuti ad effetti di illusione tridimensionale alla loro frammentazione in superfici multiple, simultanee, vibranti; poi la superficie, unica, si presenta come il risultato del ritmo, tempo totale, non più di altre superfici, ma di segmenti che al tempo stesso la strutturano (con licenza cromatica); poi ancora, una singola linea si isola e taglia completamente la superficie identificata ora per complementarietà di colore.
Un terremoto scuote questa linea e la fa diventare spezzata, aprendola anche allo spessore; così essa, infine distesa, mostra I propri componenti, i punti: e sono gli orizzonti, dove talvolta la linea si ferma prima di incontrare il bordo del quadro e ormai vive dei colori dei singoli punti che la formano.
Qui siamo ormai alla fine della sequenza e la nostra stessa retorica, che avrebbe voluto fingere di usare solo termini puramente geometrici, svela finalmente quel che non è più retorica ma carattere anzi intrinseco del ''costruttivismo'' di Nigro il parlare cioè appunto simultaneamente e dall'interno di geometria e di emozione, di pittura e di vita, di linguaggio delle une e di paradossi delle altre. Perchè di paradossi ora si parla quando i punti si ingrandiscono e mostrano i colori mai uguali e mai unici: sono le orme, dapprima quasi solo orizzonti visti come da più vicino, ingranditi alla lente, poi liberati e dalla sequenza orizzontale disseminati sulla superficie, quella ormai esclusivamente bianchissima del supporto non dipinto.
Ancora, come si diceva, il singolo punto campeggia ed è dilatato enormemente, visto da vicinissimo e, dentro... dentro è formato da linee, da superfici, in un cortocircuito paradossale che mostra il contenente dentro il contenuto, capovolgimento dell'inizio dentro la fine...
(Elio Grazioli da Mario Nigro ''I cipressi di Bolgheri'' ediz. Artra Milano 1988)
Inaugurazione: 8 maggio 2004 ore 18,00
ARTRA Palazzo Ducale Piazza Matteotti 28 16123 Genova
ORARI DI APERTURA : aperto dal martedì al sabato dalle 15,00 alle 19,30