Figure allo specchio - Senza specchio.
Nei nuovi quadri di Francesca Forcella ci sono figure in bianconero disegnate, ritagliate ed applicate sul fondo assolutamente bianco della tela e questa funziona da superficie riflettente che non riflette ma anzi assimila, incorpora, avvolge e rimanda da questa parte, verso di noi.
E' una pittura senza pittura, fatta di poco, che non concede molto al segno e ancora meno al colore, fissata su un metodo rigoroso e su regole precise. La risoluzione finale mi fa pensare a cose che non appartengono strettamente alla pittura pur considerandola come punto di partenza: le prime serigrafie su specchio di Michelangelo Pistoletto sia per il brusco distacco tra l'immagine e il fondo, sia per l'intuizione del gesto lieve e indifferente, distrattamente quotidiano delle persone ritratte; e i grandi disegni a matita di Robert Longo ( ma anche le foto e alcuni still dal suo film "Johnny Mnemonic" ) per l'assoluta riduzione del campo cromatico e degli elementi connotativi dei personaggi ( gli "eroi" di Longo hanno infatti una sorta di abito-divisa bianconero che li rende immediatamente riconoscibili ). Se di precedenti visivi si potrà parlare, si tratta comunque di una formazione piuttosto estranea alla pittura come di norma la si intende. Accade anche ad altri artisti poco più che ventenni: Francesca Forcella si guarda intorno con curiosità , rimescola i dati e compie scelte piuttosto impreviste.
Dai ritratti che ne avevano caratterizzato la scorsa stagione espositiva -volti ed espressioni catturati a memoria, disegnati velocemente ma del tutto privi del legame con la fotografia istantanea di oggi, deliberatamente amatoriale e fuori fuoco- Francesca in queste nuove scene d'interno cura ancor più una tecnica e un segno tanto freddi quanto raffinati. Per intuito, diciamo che sono stanze d'albergo, bar, punti di incontro dove le persone possono intrattenersi in amene conversazioni, oppure dedicarsi ad operazioni consuete come la toilette mattutina. Per intuito, perché non abbiamo alcun dettaglio, alcun particolare che determini la specificità di un luogo. In questi quadri la storia non conta e l'impianto narrativo è saltato a pié pari. Sono immagini che non raccontano, si bloccano in un istante senza cercare relazioni con il resto.
Dai quadri di Francesca Forcella non riesco a capire che ora è: non ci sono indicazioni di spazio-tempo -nel senso postmoderno della pittura degli anni Ottanta che mescolava vari frammenti di storia e realtà restituendo così l'idea di un istante sospeso- e non ci sono quegli elementi così tipici della nuova arte di fine anni Novanta-primi Duemila che lavorano sui segnali di appartenenza (ad un gusto, ad un contesto, ad una tribù). Sono solo figure che si riflettono allo specchio anche se lo specchio non c'è, sono persone ritagliate e appiccicate sullo sfondo bianco, conservate come farfalle puntate con gli spilli da un collezionista maniacale e un po' crudele.
Questa pittura fondata sull'assenza del particolare, sulla sottrazione del colore, sul registro di bassa fedeltà è però, nel senso migliore, figlia della nostra epoca: si inserisce all'interno di una corrente fredda, di matrice concettuale che salta di netto le esperienze pittoriche dei decenni precedenti e trova spunti in altre immagini contemporanee. Per la ritualità gestuale dei suoi personaggi in bianco e nero possiamo accostare questi quadri ai video di Annika Larsson (compresa la colonna sonora neuromantic e pop elettronico), per l'uso del ritratto neutro e non psicologico alla pittura di Alessandro Raho, per la capacità di fermare l'immagine e staccarla dal fondo ad alcuni autori del cinema francese, per il lavorìo bric-à -brac persino infantile con il collage ad un altro giovane artista inglese, David Thorpe. Se funzionano queste connessioni rimane però da dire della specificità anche tragica dei nuovi quadri di Francesca Forcella: lo specchio non si è rotto ma forse qualcuno ha spento la luce.
Luca Beatrice
Francesca Forcella è nata ad Atri (TE) nel 1974. Vive e lavora aTorino.
Mostre personali:
2000 - Estro Galleria D'Arte, Padova.
1999 - Galleria Cesare Manzo, Pescara.
Mostre collettive:
1999 - "Finchè c'è morte c'è speranza", Trevi Flash Art Museum, Trevi.
"Trasalimenti", Castelbasso (a cura di G. Di Pietro).
"Fuori Uso / Ars Medica", ex Clinica Baiocchi, Pescara (a cura di L. Pratesi e P. Magni).
VERNISSAGES: 19 febbraio, ore 18
Orario galleria: Dalle 17 alle 20. Chiuso lunedì e festivi.
Estro Galleria D'Arte - Via San Prosdocimo, 60 - 35139 Padova
Tel e Fax 0498 725 487