Chiesa di Sant'Agostino
Pietrasanta (LU)
via Sant'Agostino, 1
0584 795226
WEB
Armodio
dal 28/5/2004 al 27/6/2004
0584 795500 FAX 0584 795588
WEB
Segnalato da

Valentina Fogher



approfondimenti

Armodio



 
calendario eventi  :: 




28/5/2004

Armodio

Chiesa di Sant'Agostino, Pietrasanta (LU)

La realta' ultima delle cose. L'artista dipinge oggetti della quotidianita', libri, fiori, utensili e lo fa come fossero esseri umani, o, per meglio dire, creature animate, vive in un mondo silenzioso fatto di enigmi.


comunicato stampa

La realtà ultima delle cose

Inaugurazione 29 maggio 2004, ore 18,00

L’Assessore alla Cultura, Massimiliano Simoni, e il Comune di Pietrasanta sono lieti di presentare La realtà ultima delle cose, mostra personale di dipinti di Armodio. L’esposizione, che si terrà dal 29 maggio al 27 giugno 2004 nella Sala del Capitolo del Chiostro di Sant’Agostino, s’inaugurerà con la partecipazione dell’artista sabato, 29 maggio 2004 alle ore 18,00. L’evento è stato organizzato dalla Galleria d’Arte Contemporanea L’Immagine di Arezzo, che ha edito anche il catalogo della mostra con testi di Giovanni Faccenda, curatore dell’esposizione.

Da una ricerca colma di raffinate qualità e di struggenti suggestioni, che insiste, lontana dai riflettori e da qualsiasi illusoria ribalta, a recuperare la fascinosa verità delle cose più semplici, nascono le opere del Maestro Armodio. Il suo modo nobile di intendere la pittura, nel tempo, gli ha valso l’ingombrante etichetta di “Morandi del Duemila”. Dipinge oggetti della quotidianità, libri, fiori, utensili e lo fa come fossero esseri umani, o, per meglio dire, creature animate, vive in un mondo silenzioso fatto di enigmi. Perché la pittura è per lui una voce interna insopprimibile, un sussurro, qualcosa che guadagna le corde del cuore se il procedimento, a monte, è autentico. Da sempre, infatti, in quell’universo sigillato nel silenzio, dove le cose vivono di una vita propria, e la raccontano attraverso la fissità metafisica del loro essere presenze tutt’altro che anonime, Armodio ambienta, costruisce e rende infine esclusivi i propri racconti pittorici, che riverberano al loro interno il sapore di una consuetudine domestica (quella mostrata dai libri, dalle caffettiere, dalle scarpe e dagli altri oggetti familiari al solito ritratti) insieme alla raffinata eleganza di un esercizio creativo sorvegliato e incapace di sottostare ai pretestuosi indirizzi proposti dalle mode del momento. E’ indubbiamente, quella del maestro piacentino, una pittura colma di risonanze antiche, di stupori che sanno di un tempo passato, di ricordi e malinconie che si offrono a una contemporaneità distratta, insensibile alle voci autentiche e alle distinzioni necessarie.

Così si esprime l’Assessore alla Cultura Massimiliano Simoni: “La sopraffina arte di Armodio è un misto tra il dettaglio di un dipinto olandese del Seicento ed un soggetto metafisico contemporaneo, dove il particolare talvolta diventa l’unico protagonista di un immenso cielo magrittiano o di uno sfondo omogeneo imprecisato. Carattere distintivo: la carta. Tutto è carta o riguarda il cartaceo: libri -- tanti libri, sempre, ovunque, appoggiati a qualsiasi cosa o in bilico nelle più incredibili posizioni – caffettiere di carta, tazzine, fiori, coni, labirinti, pergamene, scritte, fogli sparsi, rivestimenti … tutto rigorosamente di carta. Carta dipinta, leggera, aerea, sospesa …Ma non solo, ad un certo punto, come quasi ad improvvisare sulla scena di un monologo, ecco qualche pezzo di ferro, di peltro, di stoffa, di pelle: e così tutto subitaneamente perde peso, la gravità è neutralizzata e l’importanza è data dalla forma, dall’espansione della grandezza degli oggetti creati dalle favolose tempere dell’artista. È una pittura figurativa carica di umanità ma assente di esseri umani, dove le cose ‘ritratte’ vivono nella loro dimensione perfetta, misurata, codificata da una ragione ben precisa, nota solo all’artista, in cui aleggia una sorprendente witz ironica intelligente e mirata, che esaltando l’oggetto, lo amplifica. E la Sala del Capitolo, quasi disegnata da Armodio stesso, gonfia le vele delle volte, allargandosi tronfia, come in un soffio di vento, per ospitare le opere dell’artista, che per la prima volta nel Chiostro di Sant’Agostino fanno bella mostra di sé. Un sentito ringraziamento alla Galleria L’Immagine di Arezzo per avere portato un altro grande artista nella Piccola Atene.”

Orario apertura: 17,00-20,00 / lunedì chiuso (aperto i giorni festivi)

Sala del Capitolo, Chiostro di S. Agostino
Pietrasanta (LU)

IN ARCHIVIO [100]
Francesco Stefanini
dal 13/2/2015 al 14/3/2015

Attiva la tua LINEA DIRETTA con questa sede