La mostra preesnta i tre ritratti marmorei raffiguranti Cesare, Tito e Agrippina, rinvenuti a Pantelleria nell'agosto del 2003 e presentati al pubblico per la prima volta al Museo Archeologico Regionale Antonino Salinas di Palermo, dal novembre 2003 fino al gennaio del 2004, assieme ad alcune immagini di Pantelleria e delle stesse teste marmoree ad opera del noto fotografo Fabrizio Ferri.
Le teste di Pantelleria. Le foto di Fabrizio Ferri.
L'Accademia di Francia a Roma, in collaborazione con l'Assessorato dei Beni Culturali e Ambientali della Pubblica Istruzione della Regione Siciliana e la Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Trapani, inaugura il mercoledì 9 giugno 2004, alle ore 18.30, nell'Atelier del Bosco di Villa Medici, la mostra ''Augustea Capita'', che vede esposti i tre ritratti marmorei raffiguranti Cesare, Tito e Agrippina, rinvenuti a Pantelleria nell'agosto del 2003 e presentati al pubblico per la prima volta al Museo Archeologico Regionale Antonino Salinas di Palermo, dal novembre 2003 fino al gennaio del 2004, assieme ad alcune immagini di Pantelleria e delle stesse teste marmoree ad opera del noto fotografo Fabrizio Ferri.
Gli scavi che hanno riportato alla luce i tre ritratti imperiali sono stati condotti dalla Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Trapani in collaborazione con le Università di Tübingen e della Basilicata; questo conferma da un lato l'importanza della posizione strategica di Pantelleria lungo le rotte antiche, sottolineata dalle fonti, e dall'altro favorisce una analisi delle numerose problematiche di carattere storico e archeologico attorno al contesto del rinvenimenti di tali reperti, nonché alla loro stessa presenza sull'isola.
Il ritratto di Cesare (100-44 a.C), in marmo pario, fu certamente eseguito dopo la sua morte, e precisamente tra la fine del regno di Tiberio e l'età claudia ( all'incirca metà del I secolo a.C.). Si tratta di una variante del tipo c.d. Tusculum, ed è opera di altissima qualità , per la fattura ed il modellato sobrio che la caratterizzano quanto per l'espressività e vitalità che questi le conferiscono, nella concentrazione dello sguardo e la mobilità delle labbra.
Alquanto problematica, invece, risulta ancora la interpretazione del ritratto femminile: in età imperiale, com'è noto, non v'era particolare interesse nel rappresentare caratteri fisionomici femminili, tanto che in genere i ritratti di donne sono da ritenersi per lo più ''ideali'' o ''di genere'', connotati più dalle particolari acconciature in voga all'epoca che non dal realismo dei tratti fisionomici individuali. La testa femminile è da riferire senza dubbio ad un personaggio importante della dinastia giulio-claudia (14-68 d.C.): il capo è adornato da un diadema, i capelli sono spartiti al centro della fronte e discendono dietro le orecchie, si presume inoltre che l'acconciatura dovesse essere completata da un velo agganciato nella parte posteriore della testa. Tale elaborata acconciatura fu lanciata da Antonia Minore (36 a.C. -37/41 d.C.), il che ha indotto alcuni studiosi a ricondurre ad essa il ritratto rinvenuto a Pantelleria. Altri invece, sulla base di particolari fisionomici, come il naso aquilino e l'ovale allungato, vi hanno riconosciuto Agrippina Maggiore (14 a.C. -33 d.C.).
Lo spettacolare ritratto di Tito (39-81 d.C.) doveva, in origine, far parte di una statua. Per la qualità della esecuzione e conservazione, l'opera, realizzata in marmo greco a grana grossa, rappresenta senz'altro una delle migliori repliche di un tipo creato all'inizio del principato di Tito (all'incirca 79 d.C.).
In questo ritratto giovanile sono presenti tutti gli elementi tipici della iconografia di Tito, dalla struttura ossea possente agli occhi piccoli, espressivi e concentrati, fino alla tipologia dei capelli.
Le foto di Fabrizio Ferri, che legano questi straordinari ritratti alle acque e all'Isola, restituiscono quel senso di continuità tra l'antichità ed il presente, costituendo una felice sintesi tra la fotografia d'autore e l'archeologia.
Il museo A. Salinas, diretto dalla dott.ssa Rosalia Camerata Scovazzo ha messo a disposizione le foto di Ferri, i pannelli didattici e le strutture espositive della mostra ad eccezione degli apparecchi di illuminazione concessi in prestito dal Parco Archeologico di Agrigento diretto dall'arch. Pietro Meli
Atelier del Bosco di Villa Medici - Roma