Associazione Culturale Satura
Genova
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Cinque mostre
dal 18/6/2004 al 7/7/2004
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18/6/2004

Cinque mostre

Associazione Culturale Satura, Genova

In occasione di Genova Capitale della Cultura Europea 2004, con il Patrocinio di Genova e Comune di Genova, sono cinque le mostre in contemporanea. Paolo Gubinelli a cura di Bruno Corà. Angelo Biso a cura di Mario Napoli. Sofia Paoletti a cura di Mario Pepe. Felice Martelli a cura di Giannella Darbo. Giannella Darbo a cura di Mario Pepe.


comunicato stampa

Inaugurazione Sabato 19 GIUGNO 2004 ore 17.00

ANGELO BISO a cura di Mario Napoli / sala maggiore
SOFIA PAOLETTI a cura di Mario Pepe / sala prima
FELICE MARTELLI a cura di Giannella Darbo/ sala il pozzo
GIANNELLA DARBO a cura di Mario Pepe / sala la colonna
PAOLO GUBINELLI a cura di Bruno Corà / sala il portico

In occasione di Genova Capitale della Cultura Europea 2004, con il Patrocinio di Genova e Comune di Genova, sono cinque le mostre in contemporanea


ANGELO BISO
a cura di Mario Napoli

Sono gli oggetti della vita quotidiana che interessano Angelo Biso, oggetti dimenticati dalla percezione cosciente e riportati dal pittore ad una dignità di percezione primaria in una dimensione che diventa anche esercizio introspettivo. La rivelazione della solida esistenza di un calorifero o di una porta di legno diventa intuizione del mistero delle cose ed intensificazione della coscienza di sé. Gli occhiali lasciati sul divano o un indumento abbandonato sulla sedia sono le tracce lievi atemporali delle persone che hanno utilizzato l'oggetto. La loro assenza-presenza rende pretestuosa l'apparente oggettività fotografica dell'immagine forzando l'osservatore ad addentrarsi in una dimensione interiore. Attraverso il recupero degli oggetti di rifiuto, siano pure vecchi mestoli o portiere di auto, si recuperano le testimonianze umane che essi evocano, si conservano drammaticamente identità sempre più povere, rivelando un mondo abbandonato a se stesso. Ma quella di Biso non è una produzione virtuosistica e decorativa densa del gusto estetizzante del rifiuto come nell'ultimo Rauschenberg. Sceglie invece oggetti comuni, bidimensionali, insignificanti, camicie, grucce, sedie su cui non indaga sfruttando plasticità formali e sottili effetti di luce, bensì ne delimita con decisione le strutture minimaliste sufficienti a fornire una dimensione psicologica della loro percezione. La sua è una ricerca sull' inconoscibilità e l'ambiguità delle cose più semplici. Evocando dimensioni introspettive lontanissime dalla pop-art, gli oggetti di Biso non hanno la tangibilità fisica di quelli di Rauschenberg, ma vibrano di tensioni e di presenze nascoste nella ruvidezza degli impasti, rivelando attraverso le sbavature delle pennellate la traduzione dell'immagine da fotografica a pittorica. Il linguaggio è pertinente alla focalizzazione iperreale dell'ingrandimento fotografico, tanto che le immagini di un tubo dell'acqua, di una camicia a strisce, di una carrucola, sono stravolte dagli effetti antinaturalistici dei primi piani e degli sfondi che spiazzano gli spazi e le loro relazioni.

SOFIA PAOLETTI
a cura di Mario Pepe

«In ogni uomo sono latenti quelle facoltà che possono portare alla conoscenza dei mondi superiori». E’ una frase di Rudolf Steiner padre del pensiero antroposofico che contribuì a dare una motivazione spiritualista ai movimenti artistici antipositivisti dei primi anni del novecento. Esclusivo proposito di Steiner fu quello di approfondire la comprensione della terra e dell'uomo, dimostrando come essi siano stati originati da un cosmo divino spirituale. L'antroposofia è una forza vivente che concerne tutto l'essere umano, non soltanto il pensiero. Esiste una sola forma d'espressione che può parlare direttamente alla vita affettiva dell'uomo senza privarlo del suo libero giudizio: Questa forma è l'arte. L’arte può ancora penetrare le supreme verità dell’essere, le infinite armonie dell’universo. La pittura simbolista di Sofia Paoletti parte da premesse antroposofiche e sviluppa una sua originale visione del percorso umano nella più vasta prospettiva di eventi psichici che lo trascendono. La conoscenza di mondi inimmaginabili, splendenti di colori, intravisti mediante una potente forza spirituale-cosmica, compenetra i possibili mondi reali. Ed è quindi il colore visionario e non il disegno aprioristico a dare forme percepibili ai paesaggi della mente, della spiritualità che si nutre di musica e di poesia. Il materiale pittorico è estremamente ben controllato, l’equilibrio dei colori rende credibili visioni fantastiche fornendo prove innegabili della loro realtà. I paesaggi evocati dal colore non sono sogni ma fanno parte di una comprensione artistica del mondo che si trasforma da uno stato di coscienza ad un altro. I titoli delle opere possono trarre in inganno se assecondati nell’intento di ridurre la poeticità plurisignificante delle immagini: “La creazione”, “Cammino interiore”, “Terra, Aria , Fuoco” non sono etichette ridondanti ma parte integrale delle opere, il fulcro intorno al quale si organizza il complesso linguaggio dell’artista.

GIANNELLA DARBO
a cura di Mario Pepe

Giannella Darbo costituisce una sfida per chiunque cerchi di associare il suo fare artistico ad una corrente che abbia già fornito rassicuranti connotazioni su cui basare solidi riferimenti. Davanti alle sue opere, che possiamo tentare di definire come grafo-sculture, si rimane sconcertati e al tempo stesso affascinati dall’immediatezza di un manufatto che senza mediazione alcuna ci porta di fronte al mistero della peculiarità del singolo artista. Anche se risulta evidente il recupero della manualità artigianale e l’antico cimento nel piegare il metallo a farsi docile linguaggio poetico, il lavoro della Darbo raggiunge l’ampio respiro degli eterni legami tra l’essere e il mondo. Le luci azzurre che diffondono dai ricami forati del metallo restituiscono il pesante materiale terrestre all’immenso spazio rotante del cosmo. In questa sua personale, l’artista riprende l’immagine archetipica dell’albero della vita e la incornicia rudemente dentro una scultura di ottone e rame ottenendo una pluralità di contrasti, tra l’essenzialità della trama impressa sulla carta e l’elaborata preziosità dell’armatura metallica, che accentuano la complessa simbologia dell’ opera. L’albero che Mondrian dissolve e ricompone nel clima freddo dello spazio cartesiano viene qui trasformato, mediante intrecci roteanti e gemme luminose, in oggetto arcano di palpabile poeticità. Il simbolo della vita si duplica rispecchiandosi in opere affiancate, per essere fruito anche in lettura dicotomica: essenza – apparenza, maschio – femmina, vita – morte, come i due lavori dedicati al padre e alla madre dove vite appena concluse hanno stratificato tracce di gesti leggeri, incastonate come pietre preziose in un’urna votiva.

FELICE MARTELLI
a cura di Giannella Darbo

Giornata Internazionale del Rivoluzionario Prigioniero

Il 19 di giugno del 1986, 300 rivoluzionari prigionieri vengono massacrati dal governo di Alan Garcia nelle carceri di El Frontou, di Lorigancho e di El Callau in Perù. Da allora la data del19 giugno diventerà Giornata Internazionale del Rivoluzionario Prigioniero, cioè giornata di memoria e solidarietà verso tutti/e coloro che resistono e combattono nelle prigioni del Potere. Oggi più che mai mentre infuria una guerra d’occupazione e l’occidente svela la propria criminale ferocia, imprigionando, torturando e uccidendo cittadini inermi , è necessario ribadire ed esternizzare l’appoggio e la solidarietà a tutti/e i prigionieri che lottano contro la violenza istituzionalizzata: in Palestina come in Spagna , nelle Filippine, in Colombia, in Turchia come in Iraq, negli Stati Uniti come in Germania , in Francia come in Cecenia , in Svizzera come in Italia. I rivoluzionari prigionieri con la loro resistenza e con il loro impegno tengono accesa la speranza in un mondo “altro”, squarciano il muro di silenzio che li (ci) circonda e gettano un pò di luce sulla buia prepotenza e sull’ingiustizia cieca del potere. La loro lotta nella carceri di Guantanamo, la loro resistenza alle torture in Iraq, in Palestina e altrove nei mille lager del mondo costituiscono il più forte esempio della inevitabilità di un futuro dove finalmente l’uomo non imprigionerà mai più se stesso.

I RIVOLUZIONARI SONO SEMPRE PRIGIONIERI
Prigionieri di un sistema costruito per soffocare le libertà dell’individuo
Prigionieri di un economia che stringe alla gola gran parte dell’umanità
Prigionieri di una cultura manipolata e parziale
Prigionieri di una violenza che genera violenza

IL RIVOLUZIONARIO NON PUO’ ESSERE PRIGIONIERO

Il sovvertire le regole implica il non riconoscerne, oltre che la validità anche il contesto in cui operano: lo spazio di contenimento diventa perciò per il rivoluzionario prigioniero campo di elaborazione e di lotta.

Il rivoluzionario imprigionato osserva il muro e ne assorbe la durezza, rinchiude il dolore in un proiettile d’odio e lo scaglia contro i propri carcerieri, muta la paura in rivolta, la debolezza in solidarietà, spacca l’isolamento insinuandosi fra le crepe delle strutture che lo rinchiudono

Un Rivoluzionario Prigioniero
Inevitabilmente
Distruggerà il luogo dove è rinchiuso


Scolpire il tempo
Mostra nell'ambito del 10° Festival Internazionale di Poesia - (17 - 30 giugno 2004)

organizzazione: Viaggiatori nel Tempo in collaborazione con:
Comune di Genova, Provincia di Genova, Regione Liguria
Genova Capitale Europea della Cultura


PAOLO GUBINELLI
“ARTE E POESIA” opere inedite di Paolo Gubinelli accompagnate da poesie inedite dei maggiori poeti Italiani
TESTO CRITICO DI - BRUNO CORA’- INCONTRI di BRUNO CORA’

MARIO LUZI, MARIA LUISA SPAZIANI, ANDREA ZANZOTTO, ALBERTO BEVILACQUA, MARIO SANTAGOSTINI, FRANCO LOI, VIVIAN LAMARQUE,TIZIANO ROSSI, CESARE VIVALDI, GIAMPIERO NERI,ALBERTO CARAMELLA, ALESSANDRO PARRONCHI, NICO ORENGO, GUSEPPE CONTE, MAURIZIO CUCCHI, GIANCARLO MAJORINO, MILO DE ANGELIS, , ANTONIO RICCARDI

Inaugurazione sabato 19 giugno 2004 ore 17,30 - dal 19 giugno al 7 luglio 2004

Apertura dal martedì al sabato orari 16,30 –19,00 domenica e festivo chiuso - catalogo in galleria

Il Festival Internazionale di Poesia di Genova, è unanimemente considerato l’evento dedicato alla poesia più importante in Italia e uno dei più prestigiosi a livello internazionale. Nato nel 1995 da un’idea del poeta e scrittore Claudio Pozzani, questa manifestazione richiama a Genova decine di poeti da tutto il mondo, dai Premi Nobel e autori di grande popolarità, a nuove voci della poesia mondiale. La decima edizione del Festival, che avrà luogo dal 17 al 30 giugno, coinciderà con Genova Capitale Europea della Cultura, e trasformerà la città in un enorme palcoscenico naturale, con oltre 60 eventi gratuiti tra spettacoli, convegni, letture, mostre, happening in diversi punti di Genova per tutta la giornata, oltre agli appuntamenti serali nel palco centrale di Palazzo Ducale. Accanto a quello legato al viaggio, il grande tema dell’edizione 2004 del Festival di Poesia sarà “La ricostruzione poetica dell’universo”, che darà vita anche a un congresso internazionale con 40 poeti provenienti da tutto il mondo, il 18 e 19 giugno all’Auditorium Montale, Teatro dell’Opera. Tra gli eventi collaterali, sono da segnalare la mostra "Magazzino Sanguineti" dedicata al poeta Edoardo Sanguineti, le esposizioni "Scrivere contro la guerra" sull'opera di Ingeborg Bachmann e "Diego Valeri" dedicata al poeta veneto, oltre naturalmente alla personale di Paolo Gubinelli su testi inediti dei più grandi poeti italiani contemporanei.

PAOLO GUBINELLI, nato a Matelica (MC) nel 1945, vive e lavora a Firenze. Si diploma presso l’Istituto d’arte di Macerata, sezione pittura, continua gli studi a Milano, Roma e Firenze come grafico pubblicitario, designer e progettista in architettura.

Giovanissimo scopre l’importanza del concetto spaziale di Lucio Fontana che determina un orientamento costante nella sua ricerca: conosce e stabilisce un’intesa di idee con gli artisti e architetti: Giovanni Michelucci, Bruno Munari, Agostino Bonalumi, Alberto Burri, Enrico Castellani, Piero Dorazio, Umberto Peschi, Emilio Scanavino, Edgardo Mannucci, Mario Nigro, Sol Lewitt, Giuseppe Uncini, Zoren. Partecipa a numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero.

Sono stati pubblicati cataloghi e riviste specializzate, con testi di noti critici: Giulio Carlo Argan, Giovanni Maria Accame, Mirella Bandini, Carlo Belloli, Vanni Bramanti, Carmine Benincasa, Luciano Caramel, Claudio Cerritelli, Enrico Crispolti, Bruno Corà, Giorgio Cortenova, Roberto Daolio, Palolo Fossati, Alberto Fiz, Francesco Gallo, Mario Luzi, Lara Vinca Masini, Bruno Munari, Pierre Restany, Carmelo Strano, Toni Toniato, Tommaso Trini, Marcello Venturoli, Cesare Vivaldi.

Hanno scritto di lui: Giulio Angelucci, Flavio Bellocchio, Goffredo Binni, Mario Giannella, Armando Ginesi, Elverio Maurizi, Carlo Melloni, Eugenio Miccini, Roberto Pinto, Giuliano Serafini, Patrizia Serra, Maria Grazia Torri, Francesco Vincitorio.

Sono stati pubblicati cataloghi di poesie inedite dei maggiori poeti Italiani : Andrea Zanzotto. Mario Luzi, Tiziano Rossi, Milo De Angelis, Maria Luisa Spaziani, Alberto Bevilacqua, Franco Loi, Maurizio Cucchi, Alberto Caramella, Giuseppe Conte, Vivian Lamarque, Giancarlo Majorino, Giampiero Neri, Nico Orengo, Alessandro Parronchi, Antonio Riccardi, Mario Santagostini, Cesare Vivaldi.

Incontri di Bruno Corà

Quella che segue vuol essere una breve storia di incontri come la raccolta di Paolo Gubinelli propizia.

Tempo fa, in un crepuscolo romano festivo e chiassoso come quello del borgo leopardiano, mi capitò di osservare tra Piazza di Spagna e Largo Mignanelli, passante tra molti eppure solitaria, Maria Luisa Spaziani. Colsi in quel modo, nell’andamento assorto ma di abituale quotidianità uno tra gli infiniti atti della sua vita, senz’altro riscontro consapevole esterno che il mio sguardo. Vinsi, infatti, in quel frangente, lo stesso mio desiderio di tentare un incontro, interrompendo quel suo cammino, anche per pochi istanti. Resta così in me semplice ma vivida l’immagine della poetessa in un giorno qualunque della sua vita
……

Con Luzi e Orengo gli incontri, seppur diversi, sono avvenuti in circostanze di letture compiute in pubblico, seduti a un tavolo, in confronti serenamente ragionati, in presenza del suono dei loro versi, della loro voce, ma anche di opere d’arte che, in circostanze alterne, ognuno di noi aveva a cuore di evocare. Luzi, che accolse un mio invito a Prato, nel Centro di Arte Contemporanea, si spese generosamente in una visita nelle sale del Museo e in un dibattito successivo nella biblioteca.
……

Questi miei, perciò, sono semplici ricordi, velocemente tratteggiati per non rubare tempo e spazio al lettore, dunque pretesti. Come gli stessi disegni di Gubinelli, mercuriali policromi tracciati, per favorire l’intreccio tra muse diversamente dotate. Quanto al deus ex machina di questo episodio originalissimo, tra le molte considerazioni e i pensieri relativi ai suoi acquerelli e incisioni, si tengano d’occhio in particolare quegli umori orizzontali, quelle distese umidità cromatiche, attraversate da gesti ora diagonali, ora sinoidali, ora incrociati come pioggia, come vento, come vaporoso contrastato andamento. Lievi come versi i suoi cieli, o le simmetriche lande lacustri ove immaginare turbolenze turneriane o dilatate luminosità rotkiane. Sono questi gli atti di ciascuno e di tutti gli autori oggi tra loro ravvicinati, che lasciano presumere la segreta intesa:

-

C’è un orizzonte comune tra la pittura e la poesia
linea infinita ma conclusa
circolare dove
ut pictura poiesis
e viceversa
luogo di incanti.

Orario: dal martedì al sabato ore 16.30 - 19.00
chiuso lunedì e festivo

Associazione Culturale SATURA, piazza Stella 5/1 - 16123 Genova

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