"Pittura-azione", "Performance", "Evento", "Happening". Erano i segni della rivoluzione esplosa nell'arte del dopoguerra, le armi di un'Avanguardia vitale, feroce ed implacabile che polverizzava il corpo esangue di un "pensiero classico", totalmente anacronistico. La deflagrazione fu senza precedenti, senza alcuna possibilità di recupero, nell'arte come nella storia, con una straordinaria contemporaneità di eventi.
"Pittura-azione", "Performance", "Evento", "Happening". Erano i segni della rivoluzione esplosa nell'arte del dopoguerra, le armi di un'Avanguardia vitale, feroce ed implacabile che polverizzava il corpo esangue di un "pensiero classico", totalmente anacronistico. La deflagrazione fu senza precedenti, senza alcuna possibilità di recupero, nell'arte come nella storia, con una straordinaria contemporaneità di eventi.
L'effetto immediato del conflitto fu il compiersi di una rivoluzione che, in campo artistico, ruppe la tradizionale relazione tra l'artista e l'oggetto, puntando l'attenzione sull' "atto" del fare, come fatto determinante dell'opera. Questa nuova visione del mondo stimolò molti artisti a definire sempre più il proprio lavoro nei termini dialettici della creazione e della distruzione. Il detonatore di questo processo di destabilizzazione fu simbolicamente azionato da alcune figure che avrebbero, ciascuna con una risposta assolutamente personale, segnato l'origine e lo svolgersi di tale rivoluzione: Shozo Shimamoto in Giappone, Jackson Pollock e John Cage negli Stati Uniti, Yves Klein e Lucio Fontana in Europa. Idealmente, infatti, si potrebbe tracciare una linea di continuità fra queste straordinarie personalità che ebbero il comune desiderio di mettere in discussione l'autorità della pittura lineare distruggendo e lacerando gli sbarramenti della tela e compiendo un vertiginoso salto nel vuoto.
L'Associazione d'Arte Gutai, nata ad Osaka nel 1954, amplifica le linee generali di questo grande cambiamento. Il gruppo conosce un rapido successo internazionale, a New York grazie ad Allan Kaprow e Robert Rauschenberg e nel 1957 a Parigi grazie al critico Michel Tapié, la cui influenza fu decisiva per l'evoluzione della poetica del Gutai in senso plastico-pittorico.
Il nome del movimento, "Gutai bijutsu kyokai", in giapponese significa "Associazione dell'Arte concreta", dove la parola "concreta" va intesa nel senso di materializzazione. E' infatti Jiro Yoshihara, leader e fondatore del gruppo, a definire l'obiettivo principale del movimento:
" Noi speriamo di portare in maniera concreta la prova che i nostri spiriti sono liberi. Noi siamo costantemente alla ricerca di impulsi nuovi che poi materializziamo in tutte le forme plastiche esistenti."
Fare quello che nessuno aveva ancora fatto, produrre un'arte mai esistita, diventa, per il gruppo Gutai, la parola d'ordine che dà luogo a delle mostre di pittura informale e sperimentale e a delle esposizioni all'aperto, dove gli artisti realizzano diverse azioni e creano installazioni nello spazio urbano e nei parchi.
Shozo Shimamoto (nato in Giappone nel 1928) è tra i fondatori dell'Associazione d'Arte Gutai e, coerentemente con la lezione di Jiro Yoshihara sempre improntata alla ricerca di originalità e di autenticità rispetto a tutti i modelli d'arte preesistenti, ha realizzato un numero incredibile di "esperimenti", per ciascuno dei quali ha prodotto dozzine di opere che ha diviso in tre gruppi principali: " le indegne", "le buone", "le preoccupanti"; tra queste, le sole che egli ha conservato sono le "preoccupanti", mentre le altre le ha gettate via. "Esse sono - come spiega lo stesso Shimamoto - soltanto un' espressione di me stesso al momento, niente a che vedere con l'avanguardia". "La sola cosa che posso fare è mettere i miei desideri negli oggetti accidentali che scaturiscono dai miei esperimenti, in modo che poi possa utilizzarli per scoprire la mia vera anima".
INAUGURAZIONE: sabato 7 Ottobre 2000, ore 18.00.
OPERE ESPOSTE: Opere su tela e su carta degli anni Cinquanta.
ORARIO DI APERTURA: dal martedì al sabato ore 10.00 - 12.30 e 15.30 - 19.30.
Chiuso lunedì e festivi.
Per informazioni:
Galleria Spazia
Via dell'Inferno, 5
40126 Bologna
TEL. 051/220184
FAX 051/222333
Direttore: Marco Bottai