Galleria d'arte Il Vicolo
Genova
salita Pollaiuoli, 37r
010 2467717
WEB
Sergio Fedriani
dal 21/6/2004 al 22/7/2004
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Galleria d'arte Il Vicolo



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Sergio Fedriani



 
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21/6/2004

Sergio Fedriani

Galleria d'arte Il Vicolo, Genova

Presi in giro - gli acquerelli di un viaggiatore. Da ormai quasi due decenni, li' dalle successive destinazioni delle sue vacanze estive, tempi-spazi agognati di tregua e ristoro, Fedriani raccoglie appunti visivi sui suoi fidi cahier e spedisce agli amici piu' cari cartoline di sua fattura originale, rettangolini di cartoncino rugoso bagnati in rapidita' da colpi d'acquerello, volti a rappresentare e condividere altrettante impressioni di viaggio, piccoli grandi momenti di gioia contemplativa.


comunicato stampa

PRESI IN GIRO - gli acquerelli di un viaggiatore

Dal catalogo:
ATTIMI OTTIMI

Le sorti sono due, via di mezzo non c'è: o conoscete già Sergio Fedriani, o non lo conoscete ancora. Partiamo dunque, per urbano senso di ospitalità, dal secondo caso: come minimo, bisognerà concisamente presentarlo.
Che il Nostro sia architetto, diciamolo subito, tutto sommato è poco influente. Certamente i suoi studi gli permettono di distinguere di primo acchito, con una facilità non da tutti, poniamo, una lesena da una lasagna, un costolone da una costoletta, un corinzio da una Carinzia, perfino un timpano da un timpano, ma non è su ciò che ha fondato la sua vita. Piuttosto: incisore, pittore, illustratore, scenografo, decoratore, visualizer pubblicitario, grafico umorista, eccetera, condensa in sé e bene rappresenta alcune specificità nascoste – ma non per questo meno radicate – dei caratteri genovesi e liguri in generale, i quali non solo (o non più) sono taciturni e tradizionalisti, tirchi e sospettosi come nelle barzellette, ma possono rivelarsi anche fantasiosi, inclini alla poesia meditativa, dotati di humour tutt'altro che greve, pazienti coltivatori di amicizie lunghe e fedeli, conversatori piacevoli con chi va loro a genio, buongustai discreti, animi controllatamente passionali, talvolta provvisti persino di insospettabili doti festaiole di danzatori.
In tale ambito antropologico, per gran parte inaspettato a chi non abbia avuto modo di penetrare la vita segreta della città Superba, Sergio Fedriani sguazza con sicura calma come un pesce nella sua acqua. Nei suoi acquerelli, anzi, nelle proiezioni disegnate dei suoi sogni a carte aperte, propone e ripropone i guizzi luccicanti di una solida immaginazione cresciuta con i piedi ben saldi tra la sabbia e i ciottoli del bagnasciuga, abituata a lasciar scivolare i pensieri su venti freschi pungenti di rosmarino, avvezza a fantasticare sui diversi neri e grigi di una lastra d'ardesia che si asciuga lenta al sole. È importante questo, credo, per capire come possano, nella sua testa chiara di poeta, fondersi le suggestioni dei suoi maestri di sguardo e d'idea: ora i neri tratti e segnetti fitti fitti di Roland Topor, ora le raffinate e fulminanti sintesi visive di Saul Steinberg, ora i liquidi struggimenti atmosferici di Jean-Michel Folon, ora l'allegria cromatica danzante di Lele Luzzati, ora la sorridente malinconia geometrica di Sergio Tofano, ora lo stupor sensibile di Edward Gorey, ora le immobilità metafisiche di Giorgio Morandi...
Orbene, se chi non lo conosce si aspetta qui dall'artefice fantastico Sergio Fedriani tutto ciò, scusate ma va subito disilluso. Il Fedriani che trovate in questa occasione specifica è invece speciale, è del tutto diverso dal suo presentarsi consueto. Un'altra maschera indossa adesso, una maschera che neppure la più parte del suo pubblico, che lo segue grata da anni, gli conosceva. Ed è giunto finalmente il momento di rivolgersi a costoro, fedeli e pazienti, finora trascurati.
Il Fedriani cui lorsignori sono abituati, quello che costruisce giocondi calembour visivi attraversati da un omino con cappotto sciarpa cappello e talvolta tavolozza e pennello (omino che ogni volta ci sembra di saper individuare come un tizio ben preciso di nostra conoscenza); il Fedriani che trascolora mari lisci e cieli stellati in fantasmagorie insaporite da un pizzico di sano delirio lirico; il Fedriani che ci racconta i suoi sogni come fossero quelli di cui vorremmo essere protagonisti noi – quel Fedriani pubblico, per così dire, ne nasconde un altro, più privato, che oggi infine ha deciso di fare capolino agli onori del mondo.
Da ormai quasi due decenni, lì dalle successive destinazioni delle sue vacanze estive, tempi-spazi agognati di tregua e ristoro, questo Fedriani nascosto raccoglie appunti visivi sui suoi fidi cahier e spedisce agli amici più cari cartoline di sua fattura originale, rettangolini di cartoncino rugoso bagnati in rapidità da colpi d'acquerello, vòlti a rappresentare e condividere altrettante impressioni di viaggio, piccoli grandi momenti di gioia contemplativa. Ora è il passo montano del Maloja, ora un allineamento bretone di menhir. O una tappa del Camino de Santiago. Una ventosa spiaggia di Sardegna. Lo specchio screziato di una risaia vietnamita. Una avenue trafficata di Manhattan. Lisbona precipite. L'Appennino verde d'Abruzzo. La Moldava a Praga. Lo slargarsi trionfale di un vigneto di Borgogna. L'atelier parigino del pittore Delacroix...
Quei confidenti, pochi fortunati, erano i soli finora a godere di questo lato in ombra della personalità artistica dell'amico Sergio. Ed era obiettivamente un peccato. Finché, dopo molti anni, ecco che il pittore incisore grafico eccetera si è deciso a risfogliare i suoi vissuti taccuini di viaggio, e a rivivere le impressioni di ogni caso attraverso la stenografia impressionista dei suoi pennellini, e a riguardare con occhi nuovi a questa sua produzione che aveva sempre considerato – molto a torto, gli diciamo tutti noi – minore, e a riflettere e riconsiderare i percorsi mentali ed emotivi e poi estetici che sono alla base del procedimento di registrazione di qualsiasi veduta, e a ritornarvi sopra con dedizione e amore per ripercorrere quei sentieri sinestetici e riprodurne gli esiti. Stavolta infine per gli occhi di tutti e non degli happy few.
Non solo Genova nasconde segreti e sorprese, ma ogni vero genovese. Allora, dopo tanti messaggi di colore puro e immediato partiti da tanti punti del globo per ritornare a Genova, nelle case amiche, è giusto che anche da Genova ripartano ora altri rettangolini di cartoncino fulgidamente maculato per raggiungere nuove case ovunque, amici nuovi quandunque.
Ferruccio Giromini

Catalogo Ed. Il Vicolo, 32 pagine a colori, tiratura limitata e numerata, con una cartolina allegata, 10 euro

22 giugno - 22 luglio 2004

Orario: da martedì a sabato, ore 15,30-19,30
Inaugurazione: martedì 22 giugno, ore 18,30

Galleria d'arte Il Vicolo, Salita Pollaiuoli 37r, Genova

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