Laura Ambrosi
Cinzia Ambrosini
Ancilotto Camilla
Francesco Arena
Art al Quadrat
Rossella Bellushi
Luca Bernardelli
Glenda Boriani
Maria Bruni
Daniela Carati
Casaluce-Geiger
Sabine Delafon
DJ Lamu'
Ivana Falconi
Iaia Filiberti
Gaenssler Katharina
Julia Galan
Loredana Galante
Tea Giobbio
Robert Gligorov
Debora Hirsch
Benedetta Jacovoni
Wilma Kun
Lucia Leuci
Liuba
Salvatore Licitra
Alice Masprone
Laura Masserdotti
Lorena Matic
Enrico Minato
Moragreca Joaquina
Roberta Neri
Irina Novarese
Patrizia Nuvolari
Simona Palmieri
Daniela Perego
Silvia Reichenbach
Scheda Stefano
Giovanna Torresin
Simona Uberto
Marta Valenti
Erica Vagliengo
Giorgio Bonomi
...ovvero la necessita' dell'autorappresentazione, a cura di Giorgio Bonomi. Si parte dal proprio corpo come elemento primario del se e, soli con se stessi, si ricerca una rappresentazione che puo' essere 'reale' o 'possibile', tragicamente data o felicemente ipotizzata. Oltre trenta artisti che, con la fotografia e/o il video, hanno messo in pratica le modalita' dell'autorappresentazione,evidenziando una poetica di solitudine. In mostra, accanto alle fotografie e ai video divisi per Sezioni, una performances dal vivo
IL CORPO SOLITARIO
ovvero
LA NECESSITÀ DELL'AUTORAPPRESENTAZIONE
a cura di Giorgio Bonomi
artisti invitati:
Laura Ambrosi, Cinzia Ambrosini, Ancilotto Camilla,
Francesco Arena, Art al Quadrat, Rossella Bellushi, Luca Bernardelli,
Glenda Boriani, Maria Bruni, Daniela Carati, Casaluce-Geiger,
Sabine Delafon, DJ Lamù, Ivana Falconi, Iaia Filiberti, Gaenssler Katharina,
Julia Galan, Loredana Galante, Tea Giobbio, Robert Gligorov,
Debora Hirsch, Benedetta Jacovoni, Wilma Kun, Lucia Leuci,
Liuba, Salvatore Licitra, Alice Masprone, Laura Masserdotti,
Lorena Matic, Enrico Minato, Moragreca Joaquina, Roberta Neri,
Irina Novarese, Patrizia Nuvolari, Simona Palmieri, Daniela Perego,
Silvia Reichenbach, Scheda Stefano, Giovanna Torresin, Simona Uberto, Marta Valenti,
artista ospite Erica Vagliengo.
''Autoritratto'', ''percezione di sé'', ''identità '', ''allo specchio'', e molte altre
definizioni, per quel concetto di ''autorappresentazione'' che l'artista, da sempre,
ha tentato.
Qui ci concentriamo su artisti che, con la fotografia e/o il video, hanno messo
in pratica le modalità dell'autorappresentazione, evidenziando una poetica di
''solitudine''.
Si parte dal proprio corpo come elemento primario del sé e, soli con se stessi,
si ricerca una rappresentazione che può essere ''reale'' o ''possibile'', tragicamente
data o felicemente ipotizzata. Da qui le varie differenziazioni con cui abbiamo raggruppato gli artisti, ben
consapevoli che ogni classificazione è troppo stretta (o troppo larga) ma tuttavia
utile per l'economia del discorso.
Per ''autorappresentazione'' intendiamo tutte le forme possibili con cui questa può
realizzarsi: per la fotografia, dall'autoscatto vero e proprio (con il temporizzatore,
con la macchina fotografica in mano, con il flessibile) alla fotografia realizzata
da un assistente il cui compito è meramente esecutivo; per il video, vale lo stesso
discorso.
Inoltre ci interessano tutte le possibili ''autorappresentazioni'': dal corpo intero
a parti di esso, finanche minime e non percepibili con l'occhio umano.
La selezione degli artisti qui presenti è il frutto di una ricerca più ampia che
vede un gran numero di artisti, soprattutto giovani, che usano questa metodologia
creativa. Crediamo che molte siano le cause che contribuiscono al fenomeno: sicuramente la
grande presenza della fotografia e del video nell'arte degli ultimi decenni e
l'uso che il corpo, e spesso il proprio, ha avuto dalla body art in poi.
Negli ultimi anni sembra apparire un modo nuovo di riflessione sulla propria
identità , sul proprio corpo, sulla conoscenza di sé. Finito lo ''scandalo'',
finita la necessità ontologica di una autodefinizione, l'artista ha cominciato
a indagare su se stesso come oggetto di conoscenza, da un lato, e come soggetto
di narrazione, dall'altro: la metodologia dell'autorappresentazione è apparsa
la più funzionale e la più appropriata per simili operazioni; la stessa componente
narcisistica, certamente presente, assume un valore diverso.
È evidente che in questa odierna società , sempre più spersonalizzata e basata
sull'immateriale, il percorso di riappropriazione non può che partire da se
stessi e dal proprio corpo, soprattutto per le giovani generazioni, nate e
cresciute in una sorta di ''vuoto pneumatico'', ché le altre più anziane almeno
hanno la memoria della concretezza, dell'identità , del progetto, sebbene ora
appannati o spariti del tutto. L'autorappresentazione, quindi, permette di
evitare mediazioni, funziona come ''specchio''.
Un altro dato interessante consiste nel fatto che, tra gli artisti che usano
l'autorappresentazione, sono prevalenti quelli di genere femminile e, tra quelli
di genere maschile, c'è un numero consistente di omosessuali; per spiegare il
fenomeno potremmo ricorrere a tutte le categorie indicanti le caratteristiche
femminili:
intimità , riservatezza, immediatezza, pudore, e così via, se non le interpretiamo
in modo mellifluo e se accettiamo la lezione del femminismo più accreditata
che prevede non l'uguaglianza bensì l'esaltazione delle differenze di genere. Vogliamo dimostrare, inoltre, come la poetica dell'autorappresentazione non
si concentri solo sulla solipsistica conoscenza di sé e ricerca della propria
identità .
Molti artisti, al contrario, con la tecnica del travestimento - ironico o drammatico,
è lo stesso - mettono in luce l'impossibilità pirandelliana, ma già eraclitea,
di una netta definizione di identità , sia nel senso di ''io'' che di ''altro''; altri,
consapevolmente, scavano il proprio se stesso, il proprio corpo, fermandone con
l'immagine non il tutto ma una parte, finanche un particolare microscopico;
altri ancora usano l'autorappresentazione per un discorso narrativo tanto con
una sola immagine, quanto con una teoria di sequenze; altri, infine, tentano di
esplorare nuove vie e nuovi territori.
Da ultimo, ma a rigor di logica sarebbe la prima domanda, dobbiamo chiederci:
perché proprio la metodologia dell'autorappresentazione? Riteniamo che, oltre
alle motivazioni sopra esposte, questa forma di rappresentazione/espressione
permetta all'artista di unificare soggetto ed oggetto senza mediazioni e di
usufruire di una completa ''solitudine'' nell'atto creativo. Se, infatti, quando
l'artista riprende una realtà altra con la camera fotografica o video, abbiamo
l'ingranaggio di tre elementi - il soggetto che riprende, la macchina, l'oggetto
ripreso - con l'autoscatto o l'autoripresa il primo e il terzo si unificano
quasi fagocitando, per così dire, il secondo. Tutto ciò permette di evitare,
almeno a livello concettuale e metodologico, ogni interferenza esterna, positiva
o negativa, e l'autore si trova ''solitario'' e carico di una responsabilità ,
etica ed estetica, maggiore e con una dose assai più ampia di rischio: ma la
sfida in molti casi, come cerchiamo di dimostrare, ha dato risultati assai
interessanti. Nella mostra, accanto alle fotografie e ai video divisi per Sezioni, proponiamo
due Appendici:
una di performances dal vivo e l'altra, molto limitata, di artisti che, pur
non operando direttamente con l'autorappresentazione foto o videografica,
rientrano nella tematica generale e ci interessano per la particolaritÃ
delle modalità (relative alle tecniche e ai materiali usati) non tradizionali
di autorappresentazione.
Immagine: Daniela Carati, I am not spiderman
Inaugurazione sabato 3 luglio 2004 ore 19 spazi En Plein Air
Progetto Maionese 7ma edizione
Arte ..al sacco!
luglio agosto 2004 attività ludica, didattica e naturalistica
Cinema all'aperto: 5/12/26/29 luglio, 2/9 agosto 2004 ore 21,30
En Plein Air Arte Contemporanea
stradale Baudenasca 118 10064 Pinerolo (To) Italia
indicazioni stradali alla pagina:
http://www.epa.it/epa/index.html Con il Patrocinio di:
Regione Piemonte Assessorato alla Cultura