Ex Convento del Carmine
Marsala (TP)
piazza del Carmine, 1
0923 711631 FAX 0923 713822
WEB
Renato Paresce
dal 9/7/2004 al 17/10/2004
0923 711631
WEB
Segnalato da

Rosi Fontana




 
calendario eventi  :: 




9/7/2004

Renato Paresce

Ex Convento del Carmine, Marsala (TP)

La figura e l'opera di Paresce costituiscono un tassello importante dell'arte italiana ed europea tra le due guerre. Amico a Parigi di Picasso e Modigliani, esponente di quegli Italiens de Paris che tra il '28 e il '33 rappresentarono uno dei momenti piu' complessi dell'identita' mediterranea e classicista che raccoglieva le istanze del ''Rappel a l'ordre''. In mostra oltre 60 opere: i suoi dipinti e disegni ma anche quelli dei suoi compagni di strada (in particolare Campigli e Tozzi), opere di Carra', Martini, Cagli e Pirandello; degli artisti dell'astrattismo milanese gravitanti attorno alla Galleria del Milione e del tardo-futurismo di Soldati, Prampolini e Fillia.Uno specchio privilegiato della cultura figurativa del periodo, delle sue illusioni e delle sue melanconie


comunicato stampa

a cura di Sergio Troisi e Stefano De Rosa

La figura e l'opera di Renato Paresce costituiscono un tassello importante, sebbene ancora non pienamente riconosciuto, dell'arte italiana ed europea tra le due guerre.

Amico a Parigi di Picasso e Modigliani, esponente di quegli Italiens de Paris (insieme a Tozzi, Campigli, Savinio, de Chirico, De Pisis, Severini) che tra il '28 e il '33 rappresentarono uno dei momenti più complessi di quella identità mediterranea e classicista che raccoglieva le istanze del ''Rappel à l'ordre'', Paresce, è in realtà artista più versatile e traversale di quanto lascia supporre una biografia pure irrequieta che ha come tappe cruciali Firenze, Londra e Parigi.

La città di Marsala, dedica all'artista un'importante rassegna espositiva che sarà allestita, dal 10 luglio al 17 ottobre prossimi, negli spazi del Convento del Carmine. La mostra, a cura di Sergio Troisi e Stefano de Rosa, presenterà oltre 60 opere.

La prima produzione pittorica di Paresce, segnala già durante il secondo decennio del Novecento, una conoscenza a largo raggio delle più vivaci esperienze europee che confluivano nella capitale francese, è soprattutto durante gli anni Venti che la sua pittura acquista progressivamente una cifra più riconoscibile e personale in cui si intrecciano alcuni dei fili più importanti e emblematici della cultura europea: da un lato quella ricerca di un ordine – compositivo, filosofico e morale – che dalla ricerca del gruppo della ''Section d'Or'' a quella di ''Cercle et Carré'' e ''Abstraction – Crèation'' attraversa come un filo rosso l'arte di quegli anni unendo artisti come Braque e Gris, Léger, Ozenfant, Gleizes; dall'altro, e strettamente intrecciato al primo, la nozione di un ritorno nostalgico e sospeso alle fonti stesse della civiltà europea nel momento di una sua crisi radicale, che conosce come compagni di viaggio de Chirico e Savinio, e in generale tutto il gruppo degli ''Italiens de Paris''. Forse in nessun altro artista del tempo come in Paresce questi due piani fondamentali mostrano la loro filiazione, unendo in una ininterrotta variazione di immagini il sogno di una geometria metafisica e il desiderio di un approdo continuamente sognato e sfuggente, che trova nelle ricorrenti immagini dell'isola la sua cifra simbolica.

La mostra di Marsala, vuole leggere l'opera di Paresce all'intermo di tali problematiche, e quindi affiancando a un nutrito gruppo di dipinti e disegni non soltanto le opere dei suoi compagni di strada istituzionali (in particolare Campigli e Tozzi, con i quali più evidenti sono le affinità iconografiche e coloristiche) ma anche quelle di autori con cui condivide, almeno per un tratto, allusioni, suggestioni, simbolismi. Così, accanto alle opere di Paresce, testimonieranno la centralità del mito del ritorno e di Ulisse opere di Carrà, Martini, Cagli e Pirandello; mentre le tangenze con gli artisti dell'astrattismo milanese gravitanti attorno alla Galleria del Milione e con il tardo-futurismo saranno testimoniate da opere di Soldati, Prampolini e Fillia.

Il progetto espositivo e la selezione delle opere intendono così ricostruire questa costellazione di rispondenze (navi, costellazioni, donne – manichino, tende, alberi, costruzioni come quinte teatrali; ma ugualmente sfere, ellissi, vortici) che rende la pittura di Paresce uno specchio privilegiato della cultura figurativa del periodo, delle sue illusioni così come delle sue melanconie.

LA MOSTRA

Il percorso sarà costruito seguendo l'evoluzione della pittura di Paresce a cui saranno via via accostate le opere di quegli artisti con cui più evidenti risultano incroci e contatti. In particolare, nelle prime sale, troveranno collocazione i dipinti dove Paresce rielabora alcuni dei motivi delle avanguardie di inizio secolo, in particolare il cubismo, dove l'artista accoglie l'influenza di George Braque e Juan Gris. Nella Natura morta con finestra, ad esempio, il tipico procedimento della scomposizione cubista è ricondotto entro una struttura architettonica nitidamente costruita, secondo una esigenza di ordine e chiarezza formale propria del periodo tra le due guerre. Ma è soprattutto nella seconda metà degli anni Venti che la poetica di Paresce acquista una piena riconoscibilità, facendo propri quei motivi di una dimensione mediterranea condivisa con gli altri esponenti degli ''Italiens de Paris''. Così ne Il porto (1928) il gioco geometrico delle facciate acquista quel sentore di teatro – e anche di stranita sospensione e di attesa – che si addensa nella pittura di de Chirico e Savinio, e che Paresce fa propria anche in alcuni precisi riferimenti simbolici: le vele, le sagome da manichino dei personaggi. A partire dall'ultimo scorcio del decennio la stesura pittorica delle sue opere si modifica ulteriormente e la materia di colore diviene più gessosa, come da affresco, in accordo con quel ritorno alla pittura murale che caratterizza, anche tecnicamente, l'opera di Campigli e che attraversa – da Sironi a Carrà a Cagli a Severini – tanta parte dell'arte italiana agli inizi degli anni Trenta. Un'opera come Paesaggio marino, del '32, è emblematico di questo passaggio: il colore granuloso e smorzato conferisce ai profili degli scafi, alle facciate delle case e alle vele un'aura remota, sospesa e inquieta che, da lì a poco, approda ad una visione cosmica – nebulose, comete, soli e lune (La via lattea, 1933) – forse in ripresa dei giovanili studi di fisica ma ugualmente ispirati alle forme paraboliche di Prampolini.

Le opere di altri artisti che punteggiano il percorso espositivo di Paresce ne amplificano temi e motivi: così la Natura morta con fotografia del '31, il periodo parigino di Fausto Pirandello, fornisce una versione per emblemi quotidiani di quei motivi del mare, dell'isola e del ritorno che ha in Ulisse il suo archetipo e che è profondamente connaturato alla poetica di Paresce; così come la terracotta di Arturo Martini Figura in attesa, dove l'arcaismo proprio dello scultore trevigiano viene declinato in una struggente melanconia poetica; e la Composizione di Atanasio Soldato, tra gli astrattisti del Milione il più congeniale a Paresce per il suo continuo far riaffiorare persistenze iconiche, mostra quanto sottile potesse essere, in quegli anni, il confine tra astrazione e figurazione.

Inaugurazione: 10 luglio 2004 ore 18,30

Convento del Carmine - Indirizzo: Piazza del Carmine, Marsala (TP)
Informazioni: tel. 0923/ 711631
Orari: 10/13 e 18/20 - Ingresso: gratuito

Ufficio Stampa: Ku.ra, Rosi Fontana – tel. 050-9711343, fax 050-9711317

IN ARCHIVIO [17]
Francesco De Grandi
dal 5/7/2014 al 25/10/2014

Attiva la tua LINEA DIRETTA con questa sede