Paesaggi. In occasione della sua prima personale italiana l'artista presenta un ciclo di lavori il cui repertorio visivo nasce come filiazione di fotografie d'epoca ispirate ai panorami da 'cartolina'. Mantenendosi fedele al taglio originale delle immagini e usando dei virage nei toni del grigio del verde o del blu per restituire un'atmosfera vintage, Puenter ricrea quegli stessi paesaggi in loco ma omette gli insediamenti edilizi ristabilendo una percezione purista dell'habitat
Paesaggi
Cosa ci si aspetta - si
interrogava
lo scrittore Gianni Celati - quando si chiede a qualcuno di
descrivere
un paesaggio? Per lo piu' ci si aspetta che quello
descriva le cose che sappiamo gia', che le metta bene in
cornice
per renderle riconoscibili, come un cartolina.
Quello della
post-card e' certamente il paesaggio turistico per
eccellenza,
piccolo compendio visivo ridotto allo stereotipo, congeniale nel
ricreare l'itinerario mnemonico del viaggiatore.
Per quanto reali,
e nonostante l'effetto di persuasione del mezzo fotografico, i
landscapes
di Florio Puenter non sono assolutamente autentici; contrariamente
a un noto proverbio che recita ''quando una cosa manca, ottimo
sistema e' fingere che ci sia'' nelle fotografie di
Puenter
si avverte che qualcosa e' cambiato, o piu'
precisamente:
che qualcosa manca.
In occasione della sua prima personale
italiana l'artista presentera' un ciclo di lavori il cui repertorio visivo nasce come filiazione di fotografie d'epoca ispirate ai panorami da ''cartolina''. Mantenendosi fedele al taglio originale delle immagini e usando dei virage nei toni del grigio del verde o del blu per restituire un'atmosfera vintage, Puenter ricrea
quegli stessi paesaggi in loco ma - conscio di come l'architettura abbia
inglobato la natura e non viceversa - omette gli insediamenti
edilizi
ristabilendo una percezione purista dell'habitat. Ne risultano
panorami
silenti, orizzonti solitari in cui la dimensione dell'uomo
scompare
o comunque viene occultata (lo specchio d'acqua di un lago
puo'
tuttavia tradire il riflesso di un agglomerato urbano che e'
stato rimosso al computer).
Per Puenter non si tratta di ricreare
'un Eden terrestre', una novella Arcadia,
l'artista
rifiuta anzi ogni rimando a tempi arcaici facendo coesistere
passato
e presente, natura e artificio, in modo circolare, in un climax
di ''revisionismo'' vedutista.
Nato nel 1964 a Engadin Valley (Svizzera), Florio
Puenter vive e lavora tra l' Engadina e New York.
catalogo a cura di Alberto Zanchetta
Inaugurazione Sabato 25 settembre 2004 alle 11,30
Studio La CittÃ
Via Dietro Filippini 2 - 37121 Verona
Orario: martedì a sabato, 9 -13 / 15.30 - 19.30