Nicola Fornello Artecontemporanea
Prato
via Paolini 27
0574 471869 FAX 0574 471869
WEB
Marco Bagnoli
dal 15/9/2004 al 14/11/2004
574 462719 FAX 574 471869
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Segnalato da

Nicola Fornello




 
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15/9/2004

Marco Bagnoli

Nicola Fornello Artecontemporanea, Prato

In occasione di questa personale, l'artista presenta una nuova messa in scena di opere inedite e di opere conosciute. Il percorso procede per fughe e apparizioni, per soglie e aperture, la tensione della forma, il senso della bellezza indica un ulteriore direzione, luce e ombra, come la cifra spazio per tempo, evocano un passaggio, un punto di connessione e di superamento, il buon luogo come viene chiamato da Fulvio Salvadori, dove i simboli e le figure si dissolvono nella manifestazione generata dal logos. L'artista ha seguito un percorso del tutto personale, in anticipo sui tempi, realizzando installazioni site specific in luoghi di eccezionale valore artistico e architettonico, religioso e spirituale. A cura di Sergio Risaliti


comunicato stampa

A cura di Sergio Risaliti

Il 16 settembre inaugura alla galleria Nicola Fornello la mostra personale di Marco Bagnoli. L'artista toscano presente da anni nelle grandi mostre internazionali, come la Biennale di Venezia (1982, 1993, 1997) e Documenta del 1982 e 1992, ritorna a Prato dove aveva esposto al Museo Pecci in occasione della mostra Europa oggi del 1988 e della sua personale nel 1995. Dalla metà degli anni Settanta ad oggi, Marco Bagnoli ha partecipato a mostre collettive in Italia e all'estero (X Biennale de Paris, Arte e Critica, Identité Italienne, The European Iceberg, Promenades, Ouverture, SoonsbeeK, East meets West, Periodi di Marmo, Minimalia, Belvedere dell'Arte). Grandi istituzioni museali come il Castello di Rivoli, il Magasin di Grenoble, il De Appel di Amsterdam, il Centro d'Arte Contemporanea di Ginevra, il Museo d'Arte Contemporanea di Lyon e l'IVAM di Valencia, hanno organizzato sue personali.
L'artista ha anche seguito un percorso del tutto personale, in anticipo sui tempi, realizzando installazioni site specific in luoghi di eccezionale valore artistico e architettonico, religioso e spirituale, come la Cappella dei Pazzi a Firenze, la Villa medicea dei Cento Camini ad Artiminio, la Sala Ottagonale della Fortezza da Basso di Firenze, la Chiesa di San Miniato al Monte e le sale del Palazzo Pubblico di Siena. Le sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private internazionali e installazioni permanenti gli sono state commissionate da istituzioni pubbliche e mecenati privati.

Da sempre Marco Bagnoli ha coniugato ad una profonda ricerca delle ragioni spirituali dell'arte e della natura trascendentale dell'immagine, una appassionata sperimentazione sulle forme e i materiali, le tecniche e i generi, spaziando senza limiti e pregiudizi, sia nell'impiego di tecnologie sofisticate che in quello di materiali tradizionali come il marmo, il bronzo, la ceramica. Se l'opera per Bagnoli è una soglia, o un percorso, da attraversare, da superare e dimenticare, per una visione superiore, di cui l'opera è l'ombra, la proiezione, l'emanazione o l'icona, giammai vien meno in ogni suo lavoro la certezza del potere supremo della bellezza, riflesso o effusione, simbolo o ricordo, la cui ragione sta nella meraviglia che produce e nel misterioso processo alchemico che è alla base della sua manifestazione sensibile. Bellezza dell'opera e dell'immagine, che nasce per trasformazione delle materie e del linguaggio, dei segni e dei materiali, il cui fine non è il solo puro godimento degli occhi o dei sensi ma il riconoscimento dell'origine superiore e ineffabile della stessa. Piano simbolico, tecnica, macchinazione, valori formali, figure, sono strumenti di una doppia relazione, di una doppia trasfigurazione, quella del soggetto e dell oggetto, che attraverso la visione e l'apparenza, aprono sull'ulteriore, sublime, verità dell'origine sacra dell'essere. L'apertura, come la manifestazione, e lo svelamento sono sempre comunque una soglia, un limite estremo, come quello "di un tempio dove è proibito entrare a contemplare il mistero nella sua pienezza, insopportabile a occhi umani". La bellezza terrena è "solo un pallido riflesso di quella ultraterrena". L'immagine e l'immaginazione, la parola e la scrittura, sono l'ombra che avvolge lo splendore della verità,il labirinto che si erige tra il mondo dell esperienze e l'assoluto. E' chiaro che tutta l'opera di Bagnoli si accresce per relazioni, tensioni e suggestioni: ogni sua mostra non è solo la presentazione di opere di singolare fascinazione e bellezza, ma funziona sempre come una grande macchinazione in cui tutto si dispone, anche lo stesso artista e lo spettatore, affinchè si possa provocare un superamento della messa in scena e della rappresentazione. Solo così è dato riconoscere nel modello intravisto, intuito, apparso, la fonte originale. Quella fonte a cui come ha scritto l'artista bevve il cavaliere la cui sete da allora cessò per sempre.

Conoscenze scientifiche, alchemiche, mistica, scritti d'artista, filosofia platonica e neoplatonica, ermestismo, scritture sacre di ogni religione, storia dell'arte, un mondo di conoscenze e reminiscenze, da cui Bagnoli attinge per oltrepassare la conoscenza stessa e placare la sua malinconia attraverso almeno una doppia concentrazione, o ispirazione, formale e spirituale.

In occasione di questa personale, Bagnoli presenterà una nuova messa in scena di opere inedite e di opere conosciute. Il percorso, perché di questo si tratta, procede per fughe e apparizioni, per soglie e aperture, la tensione della forma, il senso della bellezza indica un ulteriore direzione, luce e ombra, come la cifra spazio per tempo, evocano un passaggio, un punto di connessione e di superamento, il buon luogo come viene chiamato da Fulvio Salvadori, dove i simboli e le figure si dissolvono nella manifestazione generata dal logos.
Significa che seguendo la propria emozione alla vista di questo teatro di ombre, superando lo stesso pathos della bellezza, è possibile contemplare o intuire qualcosa di ancora più sublime, qualcosa di cui l'emozione è il riflesso, l'eco, l'ombra suggestiva.

La parola, grande labirinto, monumentale, realizzato affastellando uno sull'altro decine e decine di palette, inizierà i visitatori alla visone della mongolfiera rovesciata, e alla proiezione della sua immagine come ombra: in punti diversi della galleria sono dipinte in rosso, argento e oro tre bande, le cui dimensioni sono definite di volta in volta rispettando la sezione aurea, ovvero la porta stretta, luoghi di soglie e di passaggio. In un'altra zona della galleria la grande parabola riflettera giardini proiettandoli sulle superfici del muro. Al centro ottico dello spazio saranno montate a parete piccole sfere di ceramica immersa nell'oro e nell'argento, le sfere saranno disposte secondo il disegno della quinconce, una misura romana usata anche per la disposizione degli alberi nei giardini e nelle piantagioni, la cui natura è di ordine mistico-magico. Una figura astratta, il cane, di tradizione ermetica, veglia le sette figure dei dormienti, che attendono nella caverna la resurrezione.

Inaugurazione giovedì 16 settembre 2004 ore 19.00

Immagine: Marco Bagnoli, Le gambe incrociate a tetraedo, 1972 su disegno A.R.S. 1997. Foto Carlo Cantini, luglio 2002

Nicola Fornello
Via Paolini 27 I ­59100 Prato
Orario apertura da martedi' a sabato h 11-13 15-20

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