Gard
Roma
via dei Conciatori, 3/i
06 5759475
WEB
Simboli
dal 21/9/2004 al 6/10/2004
06 5759475, 06 4504846, 333 7330045

Segnalato da

Marina Zatta




 
calendario eventi  :: 




21/9/2004

Simboli

Gard, Roma

La mostra e' incentrata sul lavoro di quattro artisti che elaborano discorsi estetici molto diversi tra loro, ma il cui comune denominatore e' una radicata ricerca nel campo dell’elaborazione simbolica dell’arte.


comunicato stampa

PATROCINIO: COMUNE DI ROMA XI MUNICIPIO

La mostra è incentrata sul lavoro di quattro artisti che elaborano discorsi estetici molto diversi tra loro, ma il cui comune denominatore è una radicata ricerca nel campo dell’elaborazione simbolica dell’arte.

Giorgio Casari fa riferimento all’espressione onirica dell’arte; le sue opere sono visioni di uomini soli, in paesaggi deserti, echi di un equilibrio fragile che, come un incantesimo, può scomparire da un momento all’altro. Della sua pittura Duccio Trombadori scrive: “Giorgio Casari dipinge un mondo di ombre e di presagi e ce li rappresenta con la patine delicata di una superficie sfuggente, appena sfiorata dal colore, che suggerisce emozioni sottovoce e cattura lo sguardo dopo una meditata contemplazione.”

Emilio Giusti esprime sulla tela discorsi elaborati nel linguaggio tribale della metropoli. Lavori realizzati con tecniche volutamente grezze, pennellate che sembrano lasciate con casualità sulla tela dalle quali emergono figure grottesche, maschere estrapolate dai volti di anime malate che popolano la giungla delle grandi città cosmopolite. Giusti colloca le radici della sua pittura a cavallo tra la fascinazione dell’arte africana e quella dl graffitismo murale che esprime il disagio della/nella metropoli.

Anche Luciano Perrotta centra la sua ricerca sull’anima malata della modernità. Dalle sue tele emergono i simboli fatiscenti del nostro vivere: denaro, plastica, scarponi militari, il mondo di Perrotta è un luogo dove la figura umana non appare mai. Gli oggetti fluttuano in uno spazio indefinito e raccontano la critica al potere inglobante del logo che, con l’aiuto del mercato e del consumo globale, tutto fagocita ed assorbe, mettendo in discussione la stessa pittura, arte lenta, meditata e rabbiosa dove ogni singola pennellata è riflesso di un pensiero e di un sentimento del mondo.

Tiziano Trevisiol espone in questa mostra i suoi ultimi lavori, elaborazioni grafiche ripetute con un meccanismo di ricerca sul divenire. I volti, le luci, i particolari anatomici divengono pretesto per una ricerca maniacale che esplora le mille diverse possibilità di evoluzione estetica della stessa immagine. Il simbolo qui non è nella scelta di ciò che è rappresentato, ma intrinseco all’elaborazione intellettuale. Escludere da un’immagine il significato che reca in sé per farla divenire mero oggetto di possibili ricerche estetiche è di per sé operazione simbolica. Se l’artista non replicasse le diverse varianti dell’immagine scelta, la sua sarebbe solo una tra le tante scelte estetiche. Ma la replicabilità teoricamente infinita dell’oggetto che Trevisiol ci propone svuota del simbolo l’immagine stessa, poiché al centro di quest’operazione può esserci un volto, ma anche qualsiasi altra forma. E’ questa ipotesi ad essere fortemente simbolica.

h.16.00/20.00, CHIUSO DOM. E LUN.

INAUGURAZIONE: 22 SETTEMBRE h.18.30

GARD, VIA DEI CONCIATORI 3/i, ROMA

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