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Francesco Gennari
dal 28/9/2004 al 29/9/2004
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Zero




 
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28/9/2004

Francesco Gennari

Zero... (vecchia sede), Milano

Voyage autour de mon atelier. 'Le opere nascono in quel luogo al di la' del tempo e dello spazio che e' il mio studio, dove mi chiudo per compiere magie ed esperimenti' spiega Gennari, ultimo e consapevole erede di una stirpe di 'costruttori di mondi impossibili' che nasce con le avanguardie e si sviluppa nella seconda meta del ventesimo secolo con le opere di Piero Manzoni e Lucio Fontana, l'Arte Povera e il Minimal americano, i dipinti di Gino De Dominicis e il giardino congelato di Marc Quinn. Cosi', all'interno di un 'laboratorio dello sguardo' (la felice definizione e' di Sergio Risaliti') tutto mentale, Gennari progetta i suoi lavori, che vengono interamente realizzati da altri.


comunicato stampa

Voyage autour de mon atelier

"Le opere nascono in quel luogo al di là del tempo e dello spazio che è il mio studio, dove mi chiudo per compiere magie ed esperimenti" spiega Gennari, ultimo e consapevole erede di una stirpe di "costruttori di mondi impossibili" che nasce con le avanguardie e si sviluppa nella seconda meta del ventesimo secolo con le opere di Piero Manzoni e Lucio Fontana, l'Arte Povera e il Minimal americano, i dipinti di Gino De Dominicis e il giardino congelato di Marc Quinn. Così, all'interno di un "laboratorio dello sguardo" (la felice definizione è di Sergio Risaliti') tutto mentale, Gennari progetta i suoi lavori, che vengono interamente realizzati da altri. Cosi, in occasione della sua prima mostra personale in una istituzione museale, il Centro per le Arti Visive Pescheria di Pesaro, che l'artista ha intitolato Agartha (il nome della mitica città abitata dagli iperborei) Gennari ha scelto di presentare una decina di opere, che documentano i diversi aspetti della sua ricerca. Il pensiero appare quindi come l'unico vero strumento dell'artista, che si muove nell'ambito del concettuale piu ortodosso, proponendo una riflessione sul senso dell'assoluto attraverso immagini semplici ma rigorose, che si rivolgono direttamente alla mente dell' osservatore, senza troppe concessioni al sin troppo facile incantamento dello sguardo. Una dimensione radicale gia preannunciata da una delle prime opere di Gennari, la scritta a lettere metalliche "Nessun concetto nessuna rappresentazione nessun significato". Si tratta di uno statement che determina un'area di ricerca estrema, posta sul crinale di quel confine tra pensiero e immagine gia intuito da Cézanne alla fine del diciannovesimo secolo e definito con chiarezza da Joseph Kosuth intorno alla meta degli anni Sessanta. (...)

Tratto da: Una realta parallela Appunti sull'arte di Francesco Gennari

Di Ludovico Pratesi

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