Opere della Collezione Panza dal Solomon R. Guggenheim Museum di New York. La piu' corposa mostra dedicata in Europa ad uno dei padri del Minimalismo americano dopo la sua morte. Esposte circa venti installazioni, ospitate in altrettanti ambienti nei Rustici e nelle grandiose Scuderie della settecentesca Villa, alcune delle quali ideate dall'artista per gli ambienti in cui si trovano. Le opere furono in parte donate da Giuseppe Panza nel 1992 al Guggenheim Museum e, grazie al FAI - Fondo per l'Ambiente Italiano, tornano temporaneamente a Varese
Il FAI - Fondo per l'Ambiente Italiano
in collaborazione con
Solomon R. Guggenheim Museum, New York
presenta la mostra
DAN FLAVIN. STANZE DI LUCE FRA VARESE E NEW YORK.
Opere della Collezione Panza dal Solomon R. Guggenheim Museum di New York
''L'arte di Flavin è fatta con la luce. La luce è pura energia, è radiazione ma
diventa materia quando incontra altra materia. E' la cosa meno materiale
esistente in natura. La luce viene dal sole, ci fa vivere. Per questa ragione è
sempre stata messa in relazione con la potenza creatrice, come San
Giovanni la descrive all'inizio del suo Vangelo. Nelle stanze di Flavin le opere
d'arte diventano un ambiente pieno di luce all'interno del quale lo
spettatore può muoversi ed esistere. Il risultato è una sensazione di sacralitÃ
che inconsciamente Flavin raggiunge. Credo che le opere di Flavin non
abbiano bisogno di una spiegazione, sono comprensibili intuitivamente e
facilmente''.
Giuseppe Panza di Biumo
Il FAI - Fondo per l'Ambiente Italiano è orgoglioso di annunciare la più corposa
mostra dedicata in Europa ad uno dei padri del Minimalismo
americano dopo la sua morte: Dan Flavin (1933-1996).
L'esposizione, in collaborazione con il Solomon R. Guggenheim Museum di New
York, realizzata grazie al generoso contributo di Provincia di Varese,
Gestnord Intermediazione, Grandi Stazioni, Nescafé, Prada e Whirlpool, si
svolgerà in contemporanea con la consacrazione ufficiale americana
dell'artista alla National Gallery of Art di Washington.
Saranno esposte circa venti installazioni, ospitate in altrettanti ambienti nei
Rustici e nelle grandiose Scuderie della settecentesca Villa, alcune delle
quali site-specific, ovvero ideate dall'artista per gli ambienti in cui si
trovano. Le opere fanno tutte parte della Collezione Panza. Esse furono in parte
donate da Giuseppe Panza nel 1992 al Museo Solomon R. Guggenheim di New York e,
grazie al FAI, torneranno temporaneamente a Varese.
Tra le opere provenienti da New York ci sarà anche An artificial barrier of
blue, red and blue fluorescent light (to Flavin Starbuck Judd), del 1968:
un'opera lunga ben 14 metri che appartiene alla produzione delle ''Barriere'',
ovvero strutture lineari di tubi a fluorescenza intrecciati tra loro, che
impediscono l'attraversamento dell'opera. Questa in particolare è dedicata al
figlio di Donald Judd - altro grande artista minimal e a sua volta
collezionista di Dan Flavin - chiamato Flavin in onore dell'artista.
Oltre ad altre opere provenienti da New York, saranno presenti a Villa Panza una
grande installazione del 1987 dedicata all'amico Donald Judd mai
esposta in Italia e le dodici opere allestite in modo permanente a Varese,
pervenute al FAI unitamente con la Villa stessa nel 1996.
La mostra, considerata la necessità del grande spazio che ogni opera richiede,
offre la possibilità assolutamente eccezionale di vedere un così alto
numero di opere esposte tutte insieme.
I visitatori saranno invitati a percorrere il Varese Corridor, una delle più
celebri installazioni site-specific realizzate dall'artista e a penetrare nelle
stanze, con le opere luminose, come in una serie di capitoli della vita di
Flavin: dalla sofferenza alla gioia, dal gioco alla meditazione, dal nitore
purissimo e freddo delle composizioni bianche all'impatto emotivo del cromatismo
più acceso.
Dalle Scuderie al piano terra ai Rustici al piano superiore, la Villa sarÃ
quindi animata dal fluire della luce di Flavin.
Eppure questo artista, come spesso accade, non ha goduto di grande fama in vita.
Ricorda Giuseppe Panza: ''Quando, nel 1966, incominciai ad
acquisire opere di Dan Flavin la gente rideva. Per molto tempo le sue quotazioni
sono rimaste depresse. Il certificato di autenticità delle opere di
Flavin era scritto su un foglio di carta quadrettata, con le indicazioni per
l'installazione. Una povera cosa. Da quando Flavin è morto, nel 1996, le
quotazioni sono considerevolmente aumentate: il mondo culturale e del grande
collezionismo internazionale ha cominciato a rendersi conto della sua
grande importanza; oggi il valore delle opere di Flavin è più che decuplicato''.
Giuseppe Panza è stato uno dei primi e maggiori estimatori di Flavin, quando
ancora il suo nome era poco conosciuto al grande pubblico. Egli fece
eseguire opere site-specific per la sua casa, ora del FAI, e comperò moltissime
installazioni, contribuendo in modo determinante alla fortuna
dell'artista americano.
Villa Panza, dove oggi si trova la più ampia esposizione permanente d'Europa di
opere di Dan Flavin, è quindi il luogo ideale, sia per bellezza che per
storia collezionistica, dove riunire importanti installazioni dell'artista.
Le opere di Flavin sono composte esclusivamente da tubi fluorescenti bianchi e
colorati, di cui l'autore enfatizzava la natura di oggetto d'uso quotidiano
prodotto su scala industriale. A partire da questi elementi-base, che
sembrerebbero mettere in pratica a decenni di distanza le teorie delle
Avanguardie
Storiche sulla necessità di rinnovamento del linguaggio artistico, Flavin
costruì singoli lavori e installazioni che non hanno nulla di provocatorio: egli
non si propone di contestare per ricreare, ma semplicemente di coinvolgere lo
spettatore, trasmettendogli pensieri ed emozioni - come nel caso
dell'opera ispirata alla morte del fratello in Vietnam e in generale alla guerra
Monument for Those Who Have Been Killed in Ambush (to PK who
reminded me about death), 1966 - o un pensiero estetico ed etico.
I titoli delle opere, pur non essendo essenziali alla loro fruizione, aiutano a
cogliere l'ispirazione dell'artista. Ad esempio, quella dedicata al filosofo
medievale Guglielmo da Ockham The nominal three (to William of Ockham), 1963, ci
chiarisce come Flavin ne condividesse l'aspirazione a una
semplicità che non è superficialità , ma lucidità di pensiero e concretezza.
Analogamente, la serie di omaggi ad artisti del primo Novecento, come
Matisse Untitled (to Henri Matisse), 1964, e Mayakowsky Untitled (to V.
Mayakowsky 1 e 2), 1987, testimoniano rispettivamente il suo debito nei
riguardi di una pittura intesa come colore puro e dell'utopia delle avanguardie
d'inizio secolo, in particolare del Costruttivismo russo. Gli omaggi
all'amico Donald Judd An artificial barrier of blue, red and blue fluorescent
light (to Flavin Starbuck Judd), 1968; Untitled (to Don Judd, Colorist),
1987, compagno di ricerca nella semplificazione della forma fino al puro volume
geometrico e nell'uso di materiali industriali, testimoniano la
consapevolezza di far parte di un movimento innovativo - definito dalla critica
con la parola ''Minimalismo'' - senza tuttavia negare i legami con la
storia della pittura e della scultura.
La mostra offre dunque un doppio livello di lettura: da un lato il piacere di
lasciarsi coinvolgere dall'emozione della luce e del colore; dall'altro la messa
a fuoco di un artista fondamentale per la storia dell'arte della seconda metÃ
del XX secolo.
L'esposizione è curata da Angela Vettese, con la collaborazione di Giuseppe
Panza di Biumo e di Laura Mattioli Rossi.
Catalogo Skira.
Immagine: greens crossing greens (to Piet Mondrian who lacked green), 1966. Fluorescent light fixtures with green lamps, fixtures: 2 and 4 feet; 53 x 230 1/4 x 147 inches overall. Solomon R. Guggenheim Museum, Panza Collection. 91.3705. © 2003 Estate of Dan Flavin/Artists Rights Society (ARS), New York.
Con il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Direzione
Generale per l'Architettura e l'Arte Contemporanee; della Regione
Lombardia, Culture, Identità e Autonomie della Lombardia e della American
Academy of Rome.
Orario della mostra: 10 -18 (tutti i giorni escluso i lunedì non festivi).
Ultimo ingresso ore 17.30.
Entrata alla mostra: euro 6,50
Per informazioni: FAI. Villa Panza. Varese. Tel. 0332/283960
Servizi per il pubblico a Villa Panza:
Book-shop
Visite guidate (su prenotazione)
Caffetteria con possibilità di brunch (sabato e domenica)
Parcheggio interno e nei pressi della Villa
Per maggiori informazioni sul FAI consultare il sito
Ufficio Stampa FAI:
Novella Mirri. Capo Ufficio Stampa Tel. 06/6788874; cell. 335/6077971
Elena Bertolaso. Tel. 02/46761576; cell. 338/8725149