Galleria Salvatore + Caroline Ala
Milano
via Monte di Pieta', 1
02 8900901 FAX 02 86467384

Eric Bainbridge
dal 4/10/2004 al 20/11/2004
02 8900901 FAX 02 86467384

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Galleria Ala



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Eric Bainbridge



 
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4/10/2004

Eric Bainbridge

Galleria Salvatore + Caroline Ala, Milano

Bainbridge gioca con analogie e differenze muovendosi agilmente tra loro. E' un po' innamorato e un po' disgustato dai suoi soggetti. Si chiede cosa significhino per lui queste cose, si affeziona a certi oggetti e a certi artisti e ricorda al tempo stesso il suo disgusto per altri. Gioca con sensazioni ambivalenti. L'unica cosa importante sembra essere l'interesse dell'artista, la sua attrazione.


comunicato stampa

La Galleria Salvatore + Caroline Ala è lieta di annunciare la mostra personale dell’artista inglese Eric Bainbridge (1955), che si inaugurerà la sera di martedì 5 ottobre dalle 18 alle 21. La mostra durerà dal 6 ottobre al 20 novembre 2004.

Il critico inglese Adrian Searle, in un articolo dal titolo The world is so weird now [Il mondo è proprio strano oggi] pubblicato nel 1991 sulla rivista Artscribe International, così parla del lavoro di Eric Bainbdridge: “Longilinee bottigliette di detersivo da bagno, bulbose anfore per shampoo e detergenti, innafiatoi di plastica aerodinamici, recipienti e contenitori vagamente biomorfi, elettrodomestici da cucina leziosamente futuristici, spazzole da gabinetto in stile Giacometti, campanelli da porta gustosamente contemporanei, fronzoli e gingilli impronunciabili di ogni tipo. … Per Eric Bainbridge, questi oggetti hanno rappresentato una fonte di attrazione sin dall’inizio degli anni Ottanta. Compaiono spesso nelle sue sculture, ingranditi, frammentati e combinati tra loro. ‘Detriti culturali’ (parole di Bainbridge) vestiti di pellicce sintetiche (indossate al contrario con colori piatti e a strisce, in sontuoso gattopardo), elevati a grotteschi monumenti. E ciò che è monumentale è il loro essere superflui, i loro eccessi contorti e sofferenti. …

I lavori di Bainbridge si rifanno … al modo in cui ‘l’arte moderna’ (a cui l’artista dice di credere) viene destablizzata e riutilizzata (spesso senza umorismo) per progettare confezioni e pezzi di arredamento. La modernità finisce con l’essere una decorazione da VIP Lounge, un gioco-spettacolo in stile futuristico. Lo stile, una volta separato dai motivi e dalle ragioni che hanno favorito la sua creazione, è ridotto ad una ‘sofisticazione’ mal appresa. Una cultura non solo messa in ginocchio, ma anche castrata fino alle ginocchia. Nel lavoro di Bainbridge l’umorismo non è un elemento residuo o una negazione della serietà (qualsiasi cosa questo voglia dire), ma una forma speciale di critica riflessiva, una parte del procedimento tesa a riconoscere la natura ‘contingente’ degli oggetti che ci circondano e dei linguaggi costruiti dagli artisti precedenti. … L’umorismo di Bainbridge è stato descritto come tipicamente inglese. Forse l’arte inglese è intrinsecamente divertente. Una simultanea auto-considerazione e denigrazione, lo sgonfiamento di qualsiasi pomposità e la tendenza all’umiliazione attraverso una sottile ironia costituiscono probabilmente gli ingredienti del Sense of Humour britannico. …

Bainbridge gioca con analogie e differenze muovendosi agilmente tra loro. E’ un po’ innamorato e un po’ disgustato dai suoi soggetti. Si chiede cosa significhino per lui queste cose, si affeziona a certi oggetti e a certi artisti e ricorda al tempo stesso il suo disgusto per altri. Gioca con sensazioni ambivalenti. L’unica cosa importante sembra essere l’interesse dell’artista, la sua attrazione. E’ un lavoro che mette in discussione ma non analizza. …

Con i nuovi lavori siamo ancora meno sicuri di quello che vediamo e perché. I contorni smorzati e le ombre mutevoli create da queste forme blande, il modo in cui la tappezzeria delle superfici girata al contrario rende i confini così incerti (assorbe luce e sembra trattenerla, circondando il lavoro di un’aureola ambigua) mostrano un’ansia nei confronti della natura e del valore delle cose — delle posizioni, i luoghi, le gerarchie e i credo. Ciò di cui non abbiamo bisogno — e che non possiamo avere — è un altro canone immutabile, altre false certezze.”

La mostra presenta 8 sculture di grande formato realizzate all’inizio degli anni ’90, 5 dipinti ricoperti di peluche di 3 x 3 m. e una serie di stampe a colori realizzate a computer già nel 1990

Eric Bainbdridge è nato nel 1955 nella Contea di Durham. Vive e lavora a Londra. Tra le principali mostre principali ricordiamo: Pictures Pictures, Hartlepool Art Gallery, UK. 2000, DELFINA, London 1997, Salvatore Ala Gallery, New York 1992, Riverside Studios, London 1990, Salvatore Ala Gallery, New York 1990, Style, Space, Elegance, The Stedelijk Museum, Amsterdam (catalogo) 1989-1990, Salvatore Ala Gallery, New York 1988, Holemasters, The Center for The Arts, Muhlenberg College, Allentown, Pennsylvania (catalogo) 1987, Holemasters, Salvatore Ala Gallery, New York 1987, Viewpoints: Eric Bainbridge, Walker Art Center, Minneapolis 1986, Galleria Salvatore Ala, Milano 1986, Salvatore Ala Gallery, New York 1985. Tra le principali mostre collettive: Changing Rooms, Wakefield Art Gallery, UK. 2004, Glad That Things Don't Talk, Irish Museum of Modern Art, Dublin 2003, Abstract Art, DELFINA, London 2000, Material Culture, Hayward Gallery, London 1997, A view of London, Salzburger Kunstverein, Salzburg 1991, Aperto ’90, Biennale di Venezia, Venezia 1990, New Acquisitions, The Stedelijk Museum, Amsterdam 1989, Revelation for the Hands, Leeds City Art Galleries, mostra itinerante (catalogo) 1988, Arte e Alchimia, Biennale di Venezia, Venezia 1986, Whitechapel Open, Whitechapel Art Gallery, London 1984, New Contemporaries, Institute of Contemporary Arts, London 1981.

INAUGURAZIONE: martedì 5 ottobre 2004 dalle 18 alle 21
L’artista sarà presente il giorno dell’inaugurazione

ORARIO: dal martedì al sabato dalle 10 alle 19
chiuso domenica e lunedì

Galleria Ala
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