L'antinomia presente nel titolo, 'La furbizia dell'innocenza', introduce la specificita' dell'opera di Zaugg. Attraverso un approccio complesso compone quadri apparentemente semplici che rivelano verita' disarmanti.
Figure-toi, je suis ici face à moi
Prima personale italiana dell’artista svizzero. Nato a Courgenay nel 1943, fin dagli anni ’70 l’artista conduce una ricerca rigorosa sul fenomeno della percezione, che intende come fondamentale “espressione dell’uomoâ€. Diventa noto al pubblico internazionale con l’opera “Die List der Unschuld. Wahrnehmen einer Skulpturâ€, una raccolta di scritti che tracciano la sua relazione con una scultura, Six Steel Boxes di Donald Judd (1969). Esposto nel 1982 a Documenta 7, il libro sviluppa in circa 300 pagine un’analisi sensibile alle apparenze e agli aspetti multipli di una scultura talmente elementare che potrebbe venir descritta con poche parole.
L’antinomia presente nel titolo, “La furbizia dell’innocenzaâ€, introduce la specificità dell’opera di Zaugg. Attraverso un approccio complesso compone quadri apparentemente semplici che rivelano verità disarmanti. La riflessione sul luogo, naturale evoluzione del suo lavoro, lo porta ad intervenire in contesti museali, spazi urbani, a interagire con l’opera di altri artisti e ad una lunga collaborazione con gli architetti svizzeri Herzog & de Meuron per prestigiosi progetti. Il suo atelier di Pfastatt è servito da modello per la riqualificazione della Tate Modern di Londra.
I suoi quadri, oggetti essenziali, su cui campeggiano scritte a prima vista enigmatiche, sono concepiti come un’esperienza al tempo stesso fisica e mentale. L’atto visivo viene sollecitato dall’uso di colori contrastanti o, al contrario, di sfumature appena percettibili. Attraverso un protocollo preciso e laborioso - dal momento della concezione del quadro alla sua realizzazione - la superficie dipinta è resa volutamente anonima. Con una strategia pittorica quasi banale, Zaugg attua il tentativo di mettere fra parentesi l’azione dell’artista e rendere esclusiva la relazione fra opera e spettatore. Frasi brevi provocano l’uomo a prendere coscienza del proprio agire e a contemplare, in una sorta di specchiamento, se stesso quale soggetto che agisce.
Rémy Zaugg ha concepito la mostra Figure-toi, je suis ici face à moi in relazione allo spazio della Galleria, scegliendo un corpo di opere che - attraverso gli elementi architettonici - conducono a perdersi e a ritrovarsi come in un labirinto. Nuovi sensi sono evocati. Verità messe a nudo. I suoi quadri ci parlano, urlando con colori forti nella serie De la Cécité, e sussurrando, fra sfumature appena percepibili di bianco e grigio, nei Nouveaux tableaux. Figure-toi, je suis ici face à moi è anche il titolo della pubblicazione curata dall’artista in occasione della mostra.
Gli hanno dedicato mostre personali numerosi musei, tra cui: Museet for Samtidskunst, Oslo (2004) - Musée Cantonal des Beaux-Arts, Losanna (2000) – Kunsthalle, Berna (2000) – Kunsthalle, Basilea (1999) - Kunsthalle, Norimberga (1996) - Musée Rath, Ginevra (1992) - Le Consortium, Digione (1992) - Hamburger Kunstverein, Amburgo (1992) - Kunstmuseum, Lucerna (1991) - Musée d'Art Contemporain, Lione (1990). Ha esposto nelle gallerie: Galerie Mai 36, Zurigo - Brooke Alexander Gallery, New York - Galerie Nordenhake, Stoccolma e Berlino - Galerie Cent8, Parigi - Galerie Barbara Gross, Monaco.
Nell'immagine: 'Le monde voit', 4 NI 45a, 2000.
Galleria Suzy Shammah
Milano - via San Fermo