Galleria Sottopasso della Stua
Padova
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Patrizia Bonanzinga
dal 27/10/2004 al 11/12/2004
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CENTRO NAZIONALE DI FOTOGRAFIA



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Patrizia Bonanzinga



 
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27/10/2004

Patrizia Bonanzinga

Galleria Sottopasso della Stua, Padova

Trenta scatti in bianco e nero, la complessa realta' cinese attraverso la sua energia primaria: il carbone. L'artista con il suo lavoro indaga tutte le differenti fasi che portano dalla produzione all'uso del carbone.


comunicato stampa

La via del carbone

Inaugurazione giovedì 28 ottobre alle 18.30

Promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali e Spettacolo – Centro Nazionale di Fotografia, la rassegna, intende raccontare con trenta scatti in bianco e nero, la complessa realtà cinese attraverso la sua energia primaria: il carbone. L’artista con il suo lavoro indaga tutte le differenti fasi che portano dalla produzione all’uso del carbone. L’opera di Patrizia Bonanzinga si concentra non solo sul mondo lavorativo e le relative condizioni umane, ma anche sulla vita quotidiana che nonostante i grandi cambiamenti in atto in quel paese è ancora fortemente legata ad un tipo di sviluppo quasi artigianale e sostenuta da una solida tradizione culturale.
Colpita e affascinata da questo universo “annerito”, dal 1995 la fotografa lavora al progetto “La via del carbone” ripercorrendo tutta la catena industriale legata al carbone e concentrandosi soprattutto lungo un asse immaginario e reale: quello che lega Pechino, capitale politica, a Datong, nella provincia dello Shanxi, capitale del carbone.

Le diverse tappe del percorso si snodano attraverso due direzioni: una legata a chi il carbone lo estrae, alla classificazione dei diversi tipi di miniere ai depositi di stoccaggio; l’altra a chi lo trasporta, alla distribuzione, alla stessa “via del carbone”, lungo la quale si è nel corso del tempo sviluppa una particolare economia, grazie al passaggio dei numerosi camionisti, costituita da stazioni di servizio, ristoranti, alberghi…
Lo sguardo discreto della fotografia coglie anche la vita quotidiana, entra dentro le case, le scuole, fino agli ultimi vincoli della vecchia città di Pechino, dove le mattonelle di carbone vengono impilate per l’inverno e sommariamente ricoperte di cartoni e plastiche.

Un viso impolverato che sorride, gruppi di bambini che si affacciano curiosi dietro un muro di carbone, pianure di polvere scura percorse dai camion e dai carri trainati da asini affaticati sotto il peso del loro carico nero, le pale traslucide accatastate in un angolo, una carriola abbandonata, scene di vita, un giorno a scuola, il lavoro a ferri delle donne, una partita a biliardo degli uomini: una realtà costantemente circondata dalla fuliggine e da una patina nera e granulosa che permea il quotidiano.
Donne, uomini e bambini che vivono in funzione di questo minerale, il cui uso è legato tanto ai bisogni domestici, come testimonia un camino nell’angolo di una casa, quanto ai bisogni industriali che traspare dai camini delle ciminiere che fumano. Lo sguardo fotografico di Patrizia Bonanzinga non denuncia ma riporta, racconta e svela un mondo diverso e distante dal nostro, con tutte le contraddizioni che si possono incontrare in un paese complesso come la Cina, di cui il carbone, diventa oggetto di un percorso e di una storia.

Biografia
Patrizia Bonanzinga, nata nel 1954, laureata in matematica all’Università di Siena, ha lavorato per una decina di anni nel settore delle telecomunicazioni per un centro di ricerca scientifica di Roma. Ha vissuto a più riprese all’estero (Messico, Algeria, USA, Francia, Cina). La sua passione per la fotografia nasce durante il periodo universitario. Tra il 1995 e il 1998 ha vissuto a Pechino dove ha lavorato a diversi progetti legati alla Cina che hanno dato luogo a pubblicazioni su riviste italiane ed estere e a numerose esposizioni: Accademia Centrale delle Belle Arti di Pechino, “Sui confini: le minoranze nel sud ovest della Cina”, 1997; Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma, “Raccontare Pechino”, 1999; Istituto Italiano di Cultura di Marsiglia, “Uno Sguardo Italiano su Pechino”, 2001; Atelier Francois Seigneur e Syilvie de la Dure, Arles - Incontri Internazionali di Fotografia “Pechino cambia pelle”, 2001. Ha esposto alla stazione Termini di Roma, nell’ambito del 1° Festival Internazionale della Fotografia: “Ritrovi”, è un lavoro in digitale progettato e realizzato con il fotografo Pietro Mari, 2002. Ha inoltre partecipato alla realizzazione del libro “Grammaire de l’Objet Chinois” di Michel Culas (Edition de l’Amateeur, Paris, 1997), creando anche la fotografia di copertina e alla realizzazione del libro Beijing 798 (timezone8+ Thinking Hands, Pechino, 2004). Insegna “Educazione all’Immagine” in un master presso la terza Università di Roma e scrive saggi ed articoli legati alla fotografia su riviste specializzate.

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