Tucci Russo
Torre Pellice (TO)
via Stamperia, 9
0121 953357 FAX 0121 953459
WEB
Basico
dal 23/10/2004 al 27/2/2005
0121 953357 FAX 0121 953459
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Segnalato da

Galleria Tucci Russo




 
calendario eventi  :: 




23/10/2004

Basico

Tucci Russo, Torre Pellice (TO)

Opere di Carl Andre, Giovanni Anselmo, Daniel Buren, Luciano Fabro, Sol Lewitt, Richard Long, Mario Merz, Bruce Nauman, Giulio Paolini, Giuseppe Penone


comunicato stampa

La mostra Basico vuole essere, grazie all'opera dei dieci artisti scelti tra i molti, un segnale di dialogo e di cambiamento del linguaggio che si è verificato nell'arte a livello internazionale dagli anni Sessanta.


CARL ANDRE
(Quincy, Massachusset, 1935)
L'artista parlando della sua opera afferma che la sua "regola generale" consiste nel trovare un'unità di base, a partire dalla quale creare una composizione basata sulle caratteristiche dell'elemento di partenza. Realizzata senza connessioni stabili, ma semplicemente accostando gli elementi che la compongono, l'opera è tenuta a terra per il solo effetto della forza di gravità, e può essere calpestata come se si trattasse di un tappeto o di un pavimento. L'artista invita quindi il pubblico a camminare sul suo lavoro, in modo da sperimentare direttamente la qualità del metallo impiegato, sia esso per esempio alluminio, rame, acciaio, piombo oppure zinco. Andre predilige materiali di origine industriale piuttosto comuni e facilmente reperibili, scegliendoli per la loro neutralità e presentandoli senza alterazioni nelle proprie opere.

Opere esposte:
7, 11 PRIME COUPLE, 1993
ALLOY SQUARE, 1969
LOCKBLOX, 1998
VOLTAGLYPH 24, 1997


GIOVANNI ANSELMO
(Borgofranco d'Ivrea-Torino, 1934)
Giovanni Anselmo ha esordito nell'ambito dell'Arte Povera, impegnandosi in una ricerca tesa ad esaltare la presenza potenziale dell'invisibile nel visibile, esponendo la stretta relazione che esiste tra il finito e l'infinito. Formulando una personale dialettica che spesso implica l'accostamento di materiali di valenza contraria, attraverso le sue opere Anselmo mette in luce l'energia insita nella materia. Ciascun lavoro nasce dalla manifestazione nello spazio e nel tempo delle forze compresse e in divenire che gli elementi predisposti dall'artista producono incontrandosi.

Opera esposta:
DOVE LE STELLE SI AVVICINANO
DI UNA SPANNA IN PIÙ
MENTRE LA TERRA SI ORIENTA, 2004


DANIEL BUREN
(Boulogne-Billancourt, Francia, 1938)
Dal 1965 Buren ha ridotto la sua pittura ad una serie di bande bianche e colorate verticali,
larghe 8,7 cm. Queste strisce alternate di identico spessore sono per l'artista uno "strumento visivo". L'adozione di tale segno di carattere neutro ed impersonale mette in luce la precisa relazione di ciascuna opera con l'ambiente istituzionale o culturale che la ospita.
Nel corso degli anni la pittura di Buren si è sviluppata attraverso la scelta di una varietà di supporti, inclusi tessuti stampati, carta, vetro dipinto, inciso, specchio, legno, pietra e ancora plastica o metallo.
Oltre che nei musei, l'artista è intervenuto in ambiti pubblici, come strade, piazze o stazioni della metropolitana, riuscendo, grazie al proprio intervento, a far emergere veri spazi di confronto dialettico.

Opere esposte:
25 LATTES, 1988
LA FENETRE, 1985


LUCIANO FABRO
(Torino, 1936)
Luciano Fabro è tra i fondatori del movimento dell'Arte Povera e partecipa a tutte le successive mostre collettive del gruppo. Nel corso della sua carriera una grande libertà gli permette di esprimersi con i materiali e le forme più diverse.
L'artista adotta del 1968 la figura dell'Italia quale dato immediatamente riconoscibile, facendone un referente che può essere declinato in diversi materiali, inclusi piombo, cristallo, carta, ferro, e persino pelliccia.
La scultura "ASTA" del 1965, appesa al soffitto fino a giungere a pochi centimetri dal pavimento diventa un segnale di energia e di misura dello spazio.

Opera esposta:
ASTA, 1965


SOL LEWITT
(Hartford, Connecticut, 1928)
Sol LeWitt si dedica alla scultura dal 1962 e dal 1964 realizza strutture modulari centrate sulla figura geometrica del cubo. Esso diventa elemento basilare di una serie virtualmente infinita di combinazioni, dove la figura tridimensionale viene delianeata dalle sbarre che ne delimitano il volume vuoto. Ciò consente di attivare la percezione sulle regole strutturali con le quali la figura è costruita. Le combinazioni sono determinate da una logica arbitraria, mentre le loro regole, una volta poste, sono rigorosamente rispettate.
Nel 1967 LeWitt stila i Paragraphs on Conceptual Art (Paragrafi sull'Arte Concettuale), uno dei testi di fondazione dell'Arte Concettuale, di cui l'artista è uno dei protagonisti.

Opera esposta:
Work Completed, 1968-1969


RICHARD LONG
(Bristol, Gran Bretagna, 1945)
Richard Long è uno degli artisti più significativi degli ultimi decenni. Dalla fine degli anni Sessanta, Long identifica l'attività artistica con lo svolgimento di un'azione elementare come il camminare in un ambiente naturale, registrando tramite grafici e fotografie l'azione stessa e le modifiche che il comportamento ha creato nell'ambiente. Tali modifiche si identificano con la creazione di forme geometriche semplici, considerate fondamentali in molte culture visive. Nel 1967 Long, per esempio, attraversa un prato in modo che il suo passaggio lasci una traccia nell'erba fino a delineare una linea retta. La scelta di operare in paesaggi incontaminati (la campagna inglese, i monti dell'India e dell'Himalaya, i deserti, le strade sterrate africane, gli altopiani in Bolivia) vale come critica rivolta alla separazione fra natura e cultura su cui si fonda la nostra civiltà.
L'artista realizza le proprie sculture utilizzando forme geometriche semplici, come la linea, il cerchio, la spirale, l'artista ci mostra una forma geometrica, elaborata con un atto intellettuale, ma radicata nel mondo organico e non estraniata da esso. Ciò è ancor più evidente quando le installazioni avvengono negli stessi ambienti naturali in cui l'artista ha rinvenuto i materiali, in questi casi l'intervento formale viene documentato con la fotografia che diventa a sua volta opera unica. Il rapporto che Long instaura tra cultura e natura non viene meno quando le sue sculture vengono esposte nei luoghi deputati all'arte, gallerie, musei.
Un'altra importante serie di lavori è quella realizzata manipolando il fango, per raffigurare cerchi composti con le impronte delle mani, o in colate di materia gettata direttamente sui muri o sul suolo. Anche qui quello che si evidenzia è il ritmo biologico, primario, del corpo che lascia le sue tracce in questo caso col fango, in altri casi col camminare o organizzando sculture con elementi naturali nel territorio.

Opera esposta:
RED VERONA LINE, 1987


MARIO MERZ
(Milano, 1925)
Mario Merz crea le sue opere con materiali eterogenei e quotidiani - dai tondini di metallo ai frammenti di vetro, dalla frutta fresca alle fascine, dalle pile di giornali ai tubi al neon, dalle parole ai numeri. Non crede alle distinzioni tra natura e cultura, e spazia sperimentalmente anche attraverso le tecniche. E' tra i primi artisti contemporanei a sviluppare negli anni Sessanta l'arte dell'installazione e si afferma come protagonista dell'Arte Povera attorno al 1967.
Alcune immagini sono ricorrenti e simboliche nella sua opera, come la spirale, l'igloo, la serie di Fibonacci. Merz ritrova questa serie numerica ovunque in natura, come immagine di proliferazione. I numeri, secondo le parole dell'artista, sono "un'invenzione fantastica", qualcosa di razionale che rende possibile avvicinarsi all'irrazionalità della vita.

Opera esposta:
BILIARDO, 1981
SENZA TITOLO, 1974


BRUCE NAUMAN
(Fort Wayne, Indiana, 1941)
La capacità di utilizzare indifferentemente diversi strumenti artistici è un'importante caratteristica del metodo di Nauman. Sfidando la tradizionale concezione secondo la quale l'artista dovrebbe avere uno stile riconoscibile, nel corso della sua carriera ha indifferentemente impiegato pittura, scultura, film, video, danza e azioni formative, aprendo al strada a nuove forme di espressione.
Più che alla definizione del medium impiegato, Nauman indirizza costantemente la propria ricerca alle possibili definizioni della natura e dell'arte, del ruolo dell'artista e delle complesse reazioni psicologiche, emotive e talvolta fisiche che le opere possono indurre negli spettatori.

Opere esposte:
DREAM PASSAGE WITH FOUR CORRIDORS, 1983
SENZA TITOLO, 1975
SENZA TITOLO, 1989
STUDIES FOR HOLOGRAMS , 1970
Setting a Good Corner (Allegory & Metaphor), 1999


GIULIO PAOLINI
(Genova, 1940)
L'opera di Paolini ha determinato il forte cambiamento dell'arte negli anni Sessanta prefigurando, tra il 1960 e il 1965, la Minimal Art, l'Arte Povera e l'Arte Concettuale.
Protagonista della scena internazionale, Giulio Paolini ha introdotto nuovi linguaggi capaci di determinare in campo artistico effetti ravvisabili ancora oggi.
Tra i campi problematici da lui aperti: l'uscita dal quadro, la separazione tra supporto e immagine, tra immagine e visualità, la dialettica dello sguardo, la perdita di autorialità da parte dell'artista, la posizione dell'osservatore, la decostruzione dei dispositivi di pittura e scultura, l'arte quale gioco linguistico.

Opera esposta:
Genesi II/I-9, I998-2004


GIUSEPPE PENONE
(Garessio Cuneo, 1947)
Artista esponente dell'Arte Povera incarna nel suo processo artistico l'iterazione tra gli esseri umani e l'universo. Natura e cultura si definiscono reciprocamente nell'opera dell'artista, che è fondata su di un pensiero anche ecologico e antropologico.
Il proprio corpo diventa in alcune sue opere elemento del suo lavoro. Il corpo, come un albero, è sottoposto ad un processo di crescita lenta e a cambiamenti, segnati ad esempio dai cerchi concentrici delle impronte digitali sulla pelle.

Opera esposta:
SVOLGERE LA PROPRIA PELLE - PRESSIONE SU CARTA 1, 1974

Testi liberamente tratti dal catalogo
''Castello di Rivoli – La residenza Sabauda La Collezione'' 2003 Ed. Castello di Rivoli

Immagine: vista d'insieme

Inaugurazione : Domenica 24 ottobre 2004, ore 15 - 19

Tucci Russo Studio per l'Arte Contemporanea
Via Stamperia 9 - I 10066 TORRE PELLICE (Torino)
Orario: dal giovedì alla domenica - 10,30/12,30 - 16/19

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