Stimmung: un nuovo ed inedito ciclo di lavori. L'opera centrale che da' il titolo alla mostra riproduce in marmo bianco di Thassos e camera d'aria il tracciato urbano di un'antica citta' greca. L'inclinazione di piano che l'artista ha dato all'immagine suggerisce pero' un senso di caduta e di perdita di equilibrio, un sottile corto circuito percettivo che mette in scacco l'aspettativa razionale della visione ribalta la prospettiva di chi guarda.
Stimmung
A tre anni di distanza dall'ultima mostra personale a Milano, Diamante Faraldo presenta un nuovo ed inedito ciclo di lavori intitolato Stimmung.
L'opera centrale che dà il titolo alla mostra riproduce in marmo bianco di Thassos e camera d'aria il tracciato urbano di un'antica città greca (c.ca cm. 210x264). L'inclinazione di piano che l'artista ha dato all'immagine suggerisce pero' un senso di caduta e di perdita di equilibrio, un sottile corto circuito percettivo che mette in scacco l'aspettativa razionale della visione, ribalta la prospettiva di chi guarda e lo conduce nel luogo dell'alterità . In un'epoca e in un conseguente stato d'animo (Stimmung) di ipertrofia dell'immagine e di mancanza di pudore dello sguardo, lo scarto percettivo indotto dalle opere dell'artista ha la funzione di preservare la visione e concedere ad essa il tempo necessario per distinguere cio' che ha valore da cio' che non ne ha, per opporre il ''digiuno dello sguardo'' all'incorporazione bulimica incondizionata a cui l'epoca d'oggi troppo sovente ci costringe. Le opere di Diamante Faraldo, assumendo in loro la labilità del transito e del confine, divengono cosi' un luogo di sospensione dell'immagine dove cio' che in esse è trattenuto, inespresso o custodito nel fondo più oscuro, ci sopraggiunge di rimando con la presenza della sua alterità .
Il nero su nero delle lastre di marmo del Belgio intarsiate con la camera d'aria che formano i dittici in mostra, è grave e sensuale al tempo stesso, lascia risuonare profondità inaccessibili e celate, voragini misteriose, vertigini di temporalità sospesa, di spazi incolmabili che rimandano a una traccia originaria (come l'archetipo di una città , di un volto affiorante dal passato primordiale, di una mappa geografica). Questo luogo originario é nel lavoro dell'artista la presenza rivelatrice di una visione profonda che dà senso e carne alla smaterializzazione della nostra epoca e che, in cio' che nasconde offrendosi, esprime il sacro.
Sulla superficie marmorea la camera d'aria fa fiorire sequenze, punteggiature, intervalli, avvicinamenti, allontanamenti, reticolati, fenditure, che determinano variazioni infinite e continue dell'immagine. Nella negazione di un'immagine a una sola dimensione, superficiale e banalizzata, il lavoro di Diamante Faraldo genera quindi l'infinito dell'immagine nella declinazione delle sue infinite differenze e la serialità che cosi' si produce si pone come inizio essenziale (Anfang) dell'esserci (da-sein) nel mondo.La scelta della materia scultorea diviene quindi per l'artista un rimedio possibile per colmare lo iato che esiste tra l'arte e il mondo, tra l'immagine e la cosa, spogliando la processualità creativa di ogni riferimento soggettivo al suo autore. Essa non riconduce ad un nome e cognome ma é traccia dell'invisibile, presenza rivelatrice del pensiero, apparizione unica di una distanza per quanto questa possa essere vicina.
Diamante Faraldo nasce ad Aversa (Ce) nel 1962.
Frequenta l’Accademia delle Belle Arti di Napoli e nel 1986 si trasferisce a Berlino per approfondire i suoi studi artistici. Questo soggiorno lo influenzerà a tal punto da indurlo a dedicarsi ad un lungo periodo di silenzio e riflessione. Al ritorno dalla Germania si stabilisce a Milano dove tutt’ora vive e lavora.
Intervento musicale di Lello Troilo
L’artista sarà presente all’inaugurazione.
Galleria Davide Di Maggio
C.so di Porta Romana, 6 Milano
Orari: dal martedì al sabato dalle 10,30 / 13,30 - 15,00 / 20,00.