La pittura come osservazione dell'esistente e simbolo. In un'epoca di ridefinizione dei generi la pittura mantiene una sua centralita' riuscendo a rinnovarsi, conservando pero' la capacita' di osservare l'esistente, decontestualizzandolo dalla sua contingenza materiale per dargli forma nella dimensione del simbolo.
In un'epoca di ridefinizione dei generi la pittura mantiene, nonostante tutto,
una sua centralità riuscendo, nei casi migliori, a rinnovarsi da un punto di
vista iconografico, quindi conservando quella caratteristica che le è propria,
implicita al concetto di "technè", di tirocinio artigianale visto in una
dimensione di sublimazione religiosa dell'agire artistico, con modalità attente
e riflessive, ed abbinandole la capacità di osservare con occhio partecipe e
disincantato al tempo stesso l'esistente, decontestualizzandolo dalla sua
effimera contingenza materiale per dargli forma nella dimensione del simbolo. Da
quando l'arte si è calata in una nuova realtà sociale, che le ha mutato diversi
connotati ponendola all'interno di un diverso e più complesso sistema
relazionale, cioè dall'inizio dell' 800, la pittura si è posta in due occasioni,
ovviamente tra loro diverse, a salvaguardia dei suoi valori fondativi :
all'esordio della rivoluzione industriale., con le correnti del Romanticismo che
ne difendevano il livello auratico, e dopo il 1975, a seguito dell'ingresso
nella società postindustriale e della crisi del Concettuale. Le vicende di
quest'ultimo lasso temporale sono note : dapprima il ritorno ad una pittura dove
la citazione era la cifra stilistica predominante, spesso accompagnata da una
pennellata visceralmente neoespressionista in seguito, dalla seconda metà degli
anni '80, un atteggiamento di maggiore empatia nei confronti dell'iconografia
contemporanea, e di dialogo e parallela presa di distanza con la tecnologia ed i
nuovi media, all'interno di una situazione globale di eclettismo stilistico che
sostanzialmente si protrae fino ai giorni nostri. Giorni dove mi pare di
scorgere, pur nella gran massa di prodotti che quotidianamente scorre davanti
agli occhi, una maggiore qualità e serietà di impegno da parte degli artisti
dell'ultima generazione. Questo è certamente il caso di Liliana Salone. La
giovane artista siciliana trapiantata a Bologna, protagonista di questa
personale da Fiorile Arte, si dimostra detentrice di una notevole maturitÃ
compositiva e consapevolezza formale. I lavori della Salone ottemperano alla non
facile impresa di convogliare all'interno della tela la maggior parte delle
intuizioni formali e concettuali che danno vita ad una iconografia pittorica
autenticamente nuova ed originale. Innanzitutto l'artista è in grado di calarsi
all'interno degli scenari sociali e politici dei nostri giorni riuscendo a
fornirci una visione della cose al tempo stesso realistica e simbolica. Quando
la pittura si incammina nei territori della politica rischia di impantanarsi in
un terreno infido e scivoloso, questo sin dalle note diatribe astrazione /
realismo dell'immediato secondo dopoguerra. Ma anche in tempi recenti alcuni
artisti italiani, per quanto incensati da certa critica compiacente, hanno data
vita a prove a mio avviso quasi imbarazzanti quanto a didascalismo pedagogico
del tutto privo sia di ironia che di capacità di decontestualizzazione
iconografica. Invece la Salone riesce a proporci immagini tratte dalla più cruda
quotidianità fatta di scontri politici, guerra, perversione sessuale, periferie
alienate mantenendosi sul filo di una contemporaneità evocata, sublimata,
reinventata come in omaggio alla grande pittura "magica" e metafisica del
Novecento, e per questo davvero in grado di colpire l'attenzione e la
sensibilità , di indurre alla riflessione. Le tele dalle tinte nitide e
squillanti dell'artista siciliana abbinano un'iconografia certo influenzata dal
mondo della comunicazione contemporanea, e non potrebbe essere diversamente pena
un poco opportuno anacronismo, ad una impostazione formale ed accuratezza di
esecuzione che salvaguardano i valori della tradizione pittorica, che debbono
comunque essere propri a chi si avvale di questa antica ma sempre vitale
disciplina.
Edoardo Di Mauro, novembre 2004.
Inaugurazione: sabato 20 novembre ore 18
La mostra sarà visibile fino al 20 dicembre mercoledi e giovedi dalle 10
alle 12
venerdi e
sabato dalle 17 alle 19
FIORILEARTEASSOCIAZIONECULTURALE
viaNosadella37/d
40123 Bologna