Ermanno Tedeschi Gallery
Torino
via C. Ignazio Giulio, 6
011 4369917 FAX 011 4357632
WEB
J.R. Carroll
dal 29/11/2004 al 16/1/2005
011 4369917 FAX 011 4357632

Segnalato da

Silvia Tardy



approfondimenti

J.R. Carroll
Francesco Poli



 
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29/11/2004

J.R. Carroll

Ermanno Tedeschi Gallery, Torino

Miss dolcezza. L'artista ha realizzato un insieme notevole di lavori dove le api sono protagoniste attive di una suggestiva operazione creativa. Seguendo le loro evoluzioni nell'aria Carroll traccia sinuosi disegni su bianche superfici o fasci di segni sospesi nello spazio.


comunicato stampa

Miss dolcezza

A cura di Francesco Poli

Le api possono essere molto pericolose quando si devono difendere: il loro pungiglione produce un dolore acuto che lascia il segno. Ma se le si lascia lavorare in pace , se si rispetta la loro libertà e il loro meraviglioso istinto le api esprimono in modo straordinario la loro anima di divine creature destinate a trasformare il continuo peregrinare da fiore a fiore in materie di preziosa trasparenza: la cera morbida e malleabile per la costruzione dei favi e il miele,fluido e dolcissimo, per la nutrizione. Sono materie naturali legate indissolubilmente alle necessità primarie della civiltà umana, che sono diventate anche elementi emblematici dal punto di vista estetico. La cera è tra le più antiche fonti di energia luminosa (le candele) ed è uno dei più delicati materiali per la modellazione plastica, mentre il miele è, ancora oggi, un prodotto con profonde valenze simboliche.
Tutto cio’ ha affascinato Jessica Carrol, che ha realizzato un insieme notevole di lavori dove questi insetti sono protagonisti attivi di una suggestiva operazione creativa. In un certo senso l’artista si immedesima con le api stesse. Seguendo le loro evoluzioni nell’aria traccia sinuosi disegni su bianche superfici o fasci di segni sospesi nello spazio. Oppure, facendo propria la loro arte di costruire, realizza dodici favi rotondi posati su altrettante arnie multicolori, e anche una casetta trasparente che contiene l’interno dorato e brulicante di un’arnia.
I « disegni », intitolati Danza delle api, sono in realtà un’inedita combinazione fra grafica e scultura : qui vediamo infatti delle piccole api modellate in cera che sembrano in volo sui percorsi lineari in carboncino, o posate come se si riposassero dopo l’azione tracciante. Sono visioni di incantevole leggerezza, dove una lirica sensibilità naturalistica appare come sublimata attraverso una particolare tensione concettuale. L’evoluzione completamente tridimensionale della stessa idea da vita a vere e proprie sculture , sia pure di estrema levità e sospese nel vuoto. Si tratta di fasci di sottili fili metallici stretti al centro, che formano delle configurazioni orizzontali che si aprono come delle specie di ali di farfalla, animate dalla presenza di numerose api. I fili metallici e gli insetti dorati (o anche in una versione più piccola di vero oro) per i riflessi della luce si caricano di vibrante energia vitale. Queste aeree sculture si intitolano Hannukia, come i candelabri ebraici, una denominazione che rimanda anche alla luce delle candele.
Le dodici Arnie formano una serie modulare multicolore di forte impatto oggettuale : viste da una certa distanza, sulle loro gambe e con i favi rotondi in alto, sembrano quasi degli strani omini allineati come bersagli di tirasegno. Il blu, il giallo, il rosso e il verde delle pareti dei corpi cubici creano un ironico effetto quasi geometrico-pop che si contrappone alla elaborata sfericità organica, traforata di piccole cellette, dei favi, su cui sono posate delle api. I favi sono modellati in ceramica gialla con tonalità analoghe alla cera, e le api sono fuse in bronzo. La scelta di questi materiali, piu’legati alla tradizione, conferisce alle opere un significato artigianalmente più compiuto e una maggiore consistenza plastica.
Due altri lavori sempre sullo stesso tema dimostrano molto bene la libertà con cui Carroll ama sperimentare modalità operative fra loro diverse, passando dall’idea del fregio decorativo classico ad una amabile provocazione neodadaista.
Da un lato, infatti, ha realizzato (in creta cruda trattata) delle sequenze di api modellate in bassorilievo su delle lapidi, intitolate con un divertente gioco di parole L’Apidi,
da collocare in alto sui muri. Dall’altro lato, invece, propone una povera cassetta da frutta, collocata su un piedestallo, piena di decine di api in bronzo in disordine sul fondo. La cassetta ha su un fianco la scritta in rosso Miss Dolcezza (probabilmente il marchio di un’azienda ortofrutticola), che per la sua fresca ingenuità è stata scelta ironicamente anche come titolo di tutta la personale.
In mostra sono esposti anche altri lavori differenti, che comunque nascono tutti dalla stessa sensibilità (estremamente raffinata culturalmente) per la natura.
Giocando sul doppio senso del termine « pianta », l’artista ha realizzato con del pongo su cartoncino, alcune vecchie piante di città piemontesi con ancora delineate le fortificazioni; carte topografiche che finiscono per assomigliare effettivamente a delle vere piante vegetali. Un’operazione questa con specifiche valenze ludiche concettuali.
In Shivering Tree, un prezioso alberino d’oro posato su una base minerale di smeraldo grezzo, e illuminato da un faretto ad hoc, l’artista evita il rischio dell’estetismo decorativo grazie a un dispositivo nascosto che ogni tanto fa fremere la pianticella, producendo un inaspettato effetto straniante.
Ci sono infine due singolari sculture, intitolate Persephonia Viridis che probabilmente sono l’inizio di un ciclo che avrà sviluppi molto significativi. Si tratta di due colonne, di circa un metro di altezza in marmo bianco di Carrara, il cui profilo irregolarmente ondulato segue precisamente la forma di due blocchi grezzi di malachite, l’uno posto in cima come una piccola roccia, l’altro all’interno nel marmo scavato. La bellezza di queste due sculture nasce dall’elegante contrasto fra il bianco puro e il verde intenso delle due pietre e da un’elaborazione plastica fluida che deriva, senza alcuna forzatura, dalla natura stessa dei materiali.

Biografia

Jessica Rosalind Carroll è nata a Roma da padre americano e madre italiana.
Inizialmente si è dedicata alla fotografia, compiendo viaggi di ricerca fotografica nei parchi naturali di tutto il mondo. Si è specializzata in acquaforte e fotografia al Cleveland Institute Of Art (Ohio, Usa).

Vive fra Torino, il Monferrato (Piemonte) e Carrara (Toscana) dove lavora con la
scultura.

Ha illustrato con una serie di incisioni per Fogola Editore a Torino il libro della grande collana "Il richiamo della foresta " di Jack London.

Ha esposto alla Galleria Salamon di Milano, alla Galleria dell'Incisione di Brescia, da Elisabetta Giovagnoni a Roma, al Castello di Rivara di Franz Paludetto da Federica Rosso a Torino, da Rosetta Berardi a Ravenna e alla Biennale d'Arte Sacra di Teramo.

Come Atelier Mondino ha esposto da Santo Ficara a Firenze, di nuovo a Rivara, da Luce Monachesi a Roma e a "La via del sale" nelle Langhe. Il Museo dei lumi della Sinagoga di Casale Monferrato ospita alcune sue opere.

Inaugurazione: dopo le 19.00

Ermanno Tedeschi Gallery
Via C.I.Giulio 6
Torino

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Collage
dal 13/4/2011 al 29/6/2011

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