Centro Nazionale di Fotografia
La mostra presenta una ricerca sui manichini nata agli inizi degli anni ottanta e costituita da 60 fotografie a colori quale testimonianza dell'evolversi dei costumi e i nuovi canoni estetici. L'indagine di Valentini e' tesa a un gioco di scambi tra interno ed esterno, tra vero e falso, come tra due dimensioni o due universi paralleli: il mondo reale e 'manichinia'.
Comune di Padova
Assessorato alle Politiche Culturali e Spettacolo
Centro Nazionale di Fotografia
L’Io e l’altro
La rassegna, promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali e Spettacolo - Centro Nazionale di Fotografia, in collaborazione con docenti e studenti dell’Università di Padova- Corso di Laurea in Cultura e tecnologia della moda, presenta una ricerca sui manichini nata agli inizi degli anni ottanta e costituita da 60 fotografie a colori quale testimonianza dell’evolversi dei costumi e dell’indagine sui nuovi canoni estetici.
Infatti, dai primi scatti di Eugène Atget sulle vetrine della Parigi dell’Ottocento, alle metafisiche teste di De Chirico, fino alle impassibili modelle di Vanessa Beecroft, il manichino è simbolo e fonte di ispirazione per l’arte contemporanea. Ne “L’Io e l’altroâ€, l’indagine di Valentini è tesa a un gioco suggestivo di scambi tra interno ed esterno, tra vero e falso, come tra due dimensioni o due universi paralleli: il mondo reale e “manichiniaâ€.
Valentini fonda la sua analisi fotografica sull’ambiguità dell’immagine, scaturita dai manichini dei negozi, tra le principali città italiane ed estere, realizzando una sorta di metafora dell’umanità , scandagliando sia gli abbigliamenti imposti dal continuo mutamento delle mode, che i corpi che si trasformano alla ricerca di nuovi canoni estetici, nei quali il vero interagisce con l’inverosimile e l’Io dialoga con l’Altro.
Così, le sue donne in guêpière e reggicalze, dagli sguardi languidi che ammiccano da dietro la vetrina sono il leitmotiv degli anni Ottanta; formose pin up dalle capigliature vaporose ci trasportano negli anni Novanta; figure androgine e futuristiche ci proiettano nel presente; corpi che si trasformano, si plasmano alla ricerca di nuovi canoni estetici, figure umane che si riflettono e si confondono nelle vetrine delle città in continua evoluzione, mentre i passanti osservano i loro cloni ignari di essere in un certo senso osservati a loro volta.
Il percorso del fotografo emiliano si snoda nella storia recente dell’oggetto-manichino, quale essere inteso come cosa ma anche come azione, così simile a noi da confonderci e destabilizzarci; dalle foto traspare bellezza, sensualità , forza e vitalità ma allo stesso tempo tecnologia aliena e robotizzata: è questa la vita osservata dalle due parti delle vetrine, è questa la forza concettuale della ricerca del fotografo.
Vittorio Valentini, nato nel 1944 a Villa Bartolomea (Vr), dopo aver conseguito gli studi superiori nella città di Bologna, dove attualmente abita e lavora, diviene assistente fotografo presso una delle maggiori agenzie pubblicitarie collaborando a molte campagne promozionali per famose aziende. Verso la fine degli anni Sessanta è al CNEN (Comitato Nazionale per l’Energia Nucleare) quale responsabile del Servizio Audiovisivi del Centro di Bologna. In seguito è alla Direzione Centrale Relazioni dell’ENEA ( Ente per le Nuove tecnologie, l’Energia e l’Ambiente – ex CNEN), di cui cura l’immagine iconografica, organizzando la documentazione fotografica attraverso la produzione di opuscoli informativi, libri-strenna, calendari, poster e audioviosivi scientifici. Contemporaneamente espone i propri lavori in mostre personali e collettive: Galleria d’ Essai di Bologna, SICOF di Milano, Comune di Bentivoglio, GAM di Bologna, Accademia dei Lincei di Roma, Circolo Pigmalione di Bologna, Galleria PHI di Trieste, FotoPadova, Galleria Zina d’ Innella di Bari, Comune di Bologna (Sala d’Ercole – Palazzo d’Accursio). Ha tenuto lezioni sulla fotografia, nell’ambito di un corso di formazione professionale sulle tecniche audiovisive, organizzato dalla Scuola Superiore di Studi Universitari e di Perfezionamento S. Anna di Pisa e dalla Regione Toscana.
I suoi lavori sono stati selezionati ed acquisiti dal Centro Studi e Archivio della Comunicazione (C.S.A.C) dell’Università di Parma.
Fotografo professionista, è socio dell’AICS (Associazione Italiana di Cinematografia Scientifica) e della FIAF. Collabora con case editrici e studi grafici.
Accompagna la mostra un catalogo a cura di Enrico Gusella con le presentazioni del Sindaco Flavio Zanonato, dell’Assessore alle Politiche Culturali e Spettacolo Monica Balbinot e i testi critici di Caterina Virdis Limentani, Livio Billo, Peter Weiermair e dello stesso Gusella.
Inaugurazione Sabato 18 dicembre alle ore 19.00.
In occasione dell’inaugurazione avrà luogo una performance con modelle e i manichini di REMIRO.
Comune di Padova – Assessorato alle Politiche Culturali e Spettacolo
Centro Nazionale di Fotografia – Via Isidoro Wiel, 17 – 35127 Padova
Tel. 049-8721598 – 049-8722531 – fax 049 8721598
Padova, Galleria Sottopasso della Stua (Largo Europa)