Vedere il vedere. Nello spazio di Palazzo Chigi l'artista installa le sue opere recenti e in parte inedite, di grandi e medie dimensioni, in un serrato dialogo di rimandi visivi in cui nuove gamme cromatiche verdi-giallastre affiancano gli oscuri spazi bluastri o violacei che costituiscono il cosmo concettuale ed esistenziale di De Luca.
Vedere il vedere
Testo critico di Guglielmo Gigliotti
La Galleria Miralli presenta nelle storiche sale di Palazzo Chigi a Viterbo “Vedere il vedereâ€, personale di Michele De Luca, artista ligure operante a Roma e portatore di una singolare e attenta linea di ricerca astratta imperniata sulla luce. De Luca lavora infatti da anni sul binomio luce-ombra con un forte e personale slittamento di lunghezze d’onda giocato attraverso scialbature di colore su supporti diversi come tavole, metalli o tele, così da renderli quasi immateriali, come fantasmi del tempo o ineffabili luoghi-luce. “Negli ultimi lavori la pittura di De Luca rinnova l’intensità di un caratteristico lirismo fatto di concitate ed inquietanti attese di rivelazione di luce, e che si afferma lungo gli anni ’90 fra le più originali proposizioni della sua generazione†(Enrico Crispolti).
Nello spazio di Palazzo Chigi Michele De Luca installa le sue opere recenti e in parte inedite, di grandi e medie dimensioni, in un serrato dialogo di rimandi visivi in cui nuove gamme cromatiche verdi-giallastre affiancano gli oscuri spazi bluastri o violacei che costituiscono il cosmo concettuale ed esistenziale di De Luca e sul quale il pittore “scarica†pulsionali fendenti di ammaliante energia luminosa. Nel testo che accompagna la mostra scrive il critico Guglielmo Gigliotti: “La luce di De Luca, non è bella: è. Rifulge di se stessa. E si pone interrogativa: cosa vuoi vedere di più? Di più non si può vedere. Ma la pittura non è solo vedere. La pittura, figlia del vedere, lo supera al fine per scorgere, nelle trame della vista, quelle che Klee chiamava “le strutture dell’invisibileâ€. Ecco che il “vedere il vedere†di De Luca addiviene, come un mantra degli occhi che circuita attorno a una polarità bianca, una meditazione sull’essere della luce che non vuole più servire a vedere. Vuole solo essere. Si può essere di più?â€
Michele De Luca (Pitelli, La Spezia, 1954) vive e lavora a Roma, dove espone dal 1983 e insegna all’Accademia di Belle Arti di Firenze. Ha partecipato a “Nuove emergenze degli anni Ottanta e Novanta, Premio Marche 1999, Mole Vanvitelliana, Ancona, 1999; “BNL: una Banca per l’arte oltre il mecenatismoâ€, Chiostro del Bramante, Roma, 2000; “Una luce per Sarnoâ€, Musei Civici di Angri, Spoleto, Amalfi, Macerata, 2002; “Sensi contemporaneiâ€, Museo Vittoria Colonna, Pescara, 2004; “Le collezioni del CAMeCâ€, Centro di Arte Moderna e Contemporanea, La Spezia, 2004; “La luce oltre la formaâ€, Galleria Comunale d’Arte Contemporanea, Portogruaro, Galleria Peccolo, Livorno, Galleria Folini, Chiasso, Svizzera, Museo Casabianca, Malo, 2004. Ha esposto ripetutamente alla Galleria Giulia di Roma e a rassegne internazionali in musei e gallerie a Tokyo, Parigi, Londra, La Habana, Buenois Aires, Melbourne, Seoul, e in Finlandia, Irlanda, Svizzera, Emirati Arabi Uniti. Fra le personali: Università di Genova, 1996; Accademia d’Ungheria in Roma, 1997; Museattivo Claudio Costa, Genova, 1998; Galleria Immaginaria, Firenze, 2001; Studio Ghiglione, Genova, 2002; Studio Watts, San Gemini, 2003; Galleria Peccolo, Livorno, 2003; SICAF, Seoul International Contemporary Art Fair, Seoul, Sud Corea, 2004.
Inaugurazione: domenica 23 gennaio 2005, ore 11
Luogo: PALAZZO CHIGI, via Chigi 15, Viterbo
ore 17 – 19 (escluso festivi)