Tutta la sua forza deriva dai lavori in strada: enormi blatte cartacee, scarafaggi deformati e colorati, prodotti con materiali di recupero e incollati per strada, quasi ovunque a Milano, dai dintorni del Bulk a Porta Romana. L'obiettivo e' introdurre nel mondo reale elementi grafici, bidimensionali, mischiare concreto e immaginario, attrarre l'attenzione del passante e divertirlo: far sorridere, e poi riflettere.
Pus (milanese, classe ’78) quasi ignoto in quello che è il panorama internazionale della street art, non ha al suo attivo
alcuna mostra, né apparizioni su libri e riviste (salvo una foto, pubblicata quasi per sbaglio, su “Street Logos†di
Tristan Manco).
Tutta la sua forza deriva dai lavori in strada: enormi blatte cartacee, scarafaggi deformati e colorati, prodotti con
materiali di recupero e incollati per strada, quasi ovunque a Milano, dai dintorni del Bulk a Porta Romana.
Partendo da lavori isolati (poster o stencil) arriva a realizzare vere e proprie installazioni location dependent, come
l’enorme scarafaggio apparso su una scalinata in Triennale o il defacement del poster della GAS: torme di piccole blatte
che spuntano dal reggipetto della fotomodella.
L’obiettivo è introdurre nel mondo reale elementi grafici, bidimensionali, creati in illustrator o dipinti a mano nel
cortile di casa – mischiare concreto e immaginario, attrarre l’attenzione del passante e divertirlo: far sorridere, e poi
riflettere.
Infatti la gente comune, dice Pus, non va al museo.
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Milano