Galleria Ponte Rosso
Milano
via Brera, 2
02 86461053 FAX 02 86461053
WEB
Tito Gasparini
dal 9/2/2005 al 27/2/2005
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Tito Gasparini



 
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9/2/2005

Tito Gasparini

Galleria Ponte Rosso, Milano

Mostra retrospettiva (1911 - 1987). Venticinque dipinti ad olio realizzati dall'artista negli anni sessanta e settanta e alcune sculture. La personale di Gasparini e' parte della rassegna 'Pittori allo specchio', che presenta opere di ventotto artisti italiani del Novecento e contemporanei.


comunicato stampa

(1911 - 1987)

Giovedì 10 febbraio 2005 alle 18, alla Galleria Ponte Rosso (via Brera 2, Milano), si inaugura la mostra retrospettiva del pittore Tito Gasparini. La mostra presenta venticinque dipinti ad olio realizzati dall’artista negli anni sessanta e settanta e alcune sculture. La personale di Tito Gasparini si affianca alla rassegna dal titolo “Pittori allo specchio”, rassegna corredata da catalogo, che presenta opere di ventotto artisti italiani del Novecento e contemporanei fra i quali lo stesso Gasparini.

“Le affabili muse di Tito Gasparini” di Alda Guarnaschelli

Parecchi anni fa quando Pavia, città della sua formazione e di residenza, dedicò a Tito Gasparini una imponente antologica al Castello Visconteo, l’amico e critico Dino Formaggio fece, nella presentazione, ripetuti cenni ai lunghi silenzi meditativi di una vita appartata, in cui fioriva, dal colloquio costante con l’arte antica e moderna, il sapiente operare dell’artista.
In realtà Gasparini fu in un primo tempo artista vitale, esuberante e felice dentro una riuscita vita familiare: la moglie ne capiva e assecondava il talento, il figlio unico e amato gli corrispondeva, gli amici, un vero cenacolo di intellettuali e autentici maîtres à penser come spesso succedeva (succede ancora?) in provincia arricchivano le sue riflessioni sull’arte di dotti conversari: Ludovico Geymonat, Enzo Paci, Mario Bortolotto, Dino Formaggio, fra gli altri. L’Università dove aveva lavorato offriva ancora ricetto negli scriptoria sempre aperti dei maestri, il tempo non era solo denaro, alle richieste e alle inchieste che origina il sapere.
Poi, improvvisa, negli anni sessanta, la morte tragica del figlio Paolo piega su sè stesso l’uomo e lo consegna, tutto e solo, all’arte nella quale si isola a cercare luce e conforto e ragione.
Cessa così ogni attività espositiva; dopo i successi di Milano, della Biennale del ’57, Gasparini matura un deciso rifiuto dei contatti con Gallerie e Istituzioni pur continuando il costante confronto con ciò che va facendo e si va facendo in campo artistico internazionale.
E se nel primo approccio con la scultura in ispecie è mosso da un suo attento guardare alla Scuola Romana, all’arte barocca, al movimento e allo agitarsi delle forme nello spazio si rivolge poi altrove, alle sintesi e alla scomposizione cubista, all’antica e mai superata statuaria classica. Pochi i suoi debiti con Arturo Martini che egli aveva, però scelto come riferimento nel suo rileggere il passato ed era felice delle parole di incoraggiamento che l’ormai affermato maestro venuto apposta a Pavia proprio per lui, per vederne le opere, gli aveva rivolto.
Rilegge con garbo e ironia l’arte piu originale del ’900: Matisse, Bonnard, a cui lo avvicina una sofisticata ingenuità, Vuillard e i suoi cangiantismi, che traduce in pitture di vario formato in cui rielabora miti e riti del passato: “Pasifae”, “Iside”, “Nerone giovane”, e del presente: “Confidenze”, “Il negozio di stoffa”, o mutevoli paesaggi dell’amata Pavia; per tutti la serie inesauribile delle “Darsene”. In moIti dipinti, soprattutto nelle figure, assorte nei gesti piu consueti o intente a quotidiane occupazioni e domestiche chiacchiere, si avverte la forte e sintetica organizzazione spaziale propria dello scultore che, viceversa, esprime tutta la sua sensibilità pittorica sulle superfici delle grandi sculture in pietra o legno lavorate a sgorbia e scalpello o nelle piccole terrecotte di un suo unico, umanissimo bestiario dove si esercita tutta la pietas e l’humanitas del colto artista.
L’arte di Tito Gasparini è solo apparentemente facile ad una prima lettura che si compiaccia della figurazione garbata, dei raffinati colori di sapienza bizantina, che goda dell’ironia e dello spirito burlesco con cui a volte si esprime; in realta cela una profonda cultura e una rilettura non superficiale dell’arte del passato che pian piano si rivela e sottilmente si impone all’attenzione degli intenditori.

Inaugurazione giovedì 10 febbraio ore 18 presentazione di Alda Guarnaschelli

GALLERIA PONTE ROSSO
20121 - Milano via Brera 2 - Corrisp. via Monte di Pietà 1A
La mostra è visitabile con il seguente orario: da martedì a sabato 10-12.30 e 15.30-19 / domenica 15.30-19

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Paolo Paradiso
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