Chiesa di Santa Maria della Salute
Viterbo
Via Ascenzi, 2

Lughia
dal 17/2/2005 al 26/2/2005
0761 220090
WEB
Segnalato da

Giuseppe Salerno




 
calendario eventi  :: 




17/2/2005

Lughia

Chiesa di Santa Maria della Salute, Viterbo

Architetture di Sabbia. ''Le civilta' orientali attribuiscono alle cose materiali un'anima. Questo e' esattamente quello che Lughia fa. Da una parte cerca i sassi, dall'altra li compone con il grande insegnamento che viene dall'osservazione della terra (...) Piuttosto che una forma perfetta, assoluta, di equilibrio, rappresenta una forma modificata'' Paolo Portoghesi


comunicato stampa

Architetture di sabbia

Il Gran Caffé Schenardi, uno tra i più antichi caffé letterari d’Italia, ha reso possibile questa mostra di Lughia, fermamente voluta dall’Assessore alla Cultura della Provincia di Viterbo, Giovanni Maria Santucci e dal Sindaco di Calcata Luciano Sestili. “In questi anni – sostiene Santucci nella introduzione al catalogo - ho avuto modo di conoscere un gran numero di artisti, di frequentarne gli studi e di apprezzarne il lavoro. Devo dire che Lughia è stata davvero una sorpresa, un caso, oserei dire, a parte. Quelle che lei chiama Architetture di Sabbia sono composizioni magiche che incantano chi vi si accosta per trascinarlo in un mondo lontano dalla realtà d’ogni giorno. Di origini sarde, Lughia è tra le maggiori esponenti di quella schiera di artisti che animano il Borgo di Calcata. A lei devo riconoscere, sul piano culturale, l’indiscutibile merito di saper dare grande visibilità e dignità a materie assai comuni: i sassi e le terre. Materie che abitualmente ignoriamo e calpestiamo nel nostro affannoso correre quotidiano, lei le offre alla nostra attenzione, facendoci sognare. Sono spesso materiali del luogo quelli di cui Lughia si avvale. Un modo questo per rendere omaggio alla terra che la ospita”. La suggestiva mostra che sarà allestita in Viterbo presso la piccola Chiesa circolare di Santa Maria della Salute, messa a disposizione dall’ordine degli avvocati, si avvarrà in catalogo dei testi di Paolo Portoghesi, Andrea Alessi, Lanfranca Braganza, Marcello Carriero, Lucia Cenni, Vitaldo Conte, Elisa Magri, Stefania Missio, Caterina Nobiloni, Lorenzo Ostuni e Giuseppe Salerno. La mostra, curata da Maria Adele Sini, si inaugurerà venerdì 18 febbraio è sarà preceduta alle ore 17.00 da un rinfresco e dalla presentazione che il Professor Paolo Portoghesi ne farà nelle sale del Gran Caffé Schenardi. La mostra resterà aperta al pubblico nella vicina Chiesa di Santa Maria della Salute dalle ore 17.00 alle 20.00 di ogni giorno sino al 26 febbraio. Il ricavato dalla vendita del catalogo sarà interamente devoluto dalla Croce Rossa ai Paesi vittime del maremoto. venerdì 18 febbraio ore 17.00 a Viterbo nei propri

di Lughia hanno scritto

Le civiltà orientali, più che non quelle occidentali, attribuiscono alle cose materiali un’anima. Questo è esattamente quello che Lughia fa. Da una parte cerca i sassi, dall’altra li compone con il grande insegnamento che viene dall’osservazione della terra recuperando in qualche modo alcune valenze di quell’arte preistorica che noi oggi osserviamo come qualcosa di lontanissimo da noi, ma che a volte sentiamo attualissimo per il respiro cosmico che l’arte iniziale dell’uomo ha avuto. Un ordine cosmico che rispetta le forme elementari, la forma della spirale per esempio che si ritrova spesso nella lavorazione che viene effettuata sulla sabbia o quella dei cerchi concentrici o quella delle onde. Poi ci sono “eventi”. In queste composizioni si ha spesso l’impressione che sia successo qualcosa, una sorta di frana, un venire a mancare della materia. Piuttosto che una forma perfetta, assoluta, di equilibrio, viene rappresentata una forma modificata. E’ questo un aspetto interessante perché fa parte di un racconto. Con Lughia siamo di fronte all’aspetto positivo della mondializzazione.
Paolo Portoghesi

L’arte di Lughia è atemporale… L’arte di Lughia è simbolo di esoterismo e misticismo… L’arte di Lughia è il principio spaziale…. Il micro mondo di Lughia riflette un macro universo nel quale si rispecchia il nodo della creazione.
Andrea Alessi

Lughia riattiva quella memoria cellulare caduta nell’oblio; ci parla dell’infinita saggezza di quel rapporto privilegiato dell’Uomo con la Natura: Grande Madre e Grande generatrice di eventi incontrollabili. Risveglia il nostro inconscio, ci circonda l’ineffabile bellezza del Silenzio, prima ancora di essere divorato dai dinosauri! Un silenzio dorato, assoluto, fatto di vibrante attesa di Gaia e di Urano! Lanfranca Braganza

Nella landa aurorale che è una maquette del nulla, Lughia allestisce un rifugio momentaneo dal caos quotidiano, la sua calviniana collezione di sabbie è quasi una Monument Valley privata da percorrere da soli, in silenzio. Eppure un suono c’è, ed è il suono dei nostri pensieri che cadono come granelli di sabbia dentro una clessidra…
Marcello Carriero

Le architetture di sabbia debbono tornare ad essere architetture della coscienza naturale: come lo sono i labirinti lirici di Lughia, costruiti con una concentrica, accogliente, lingua di fuori-dentro, che tende a smussare ogni spigolosità. Qui le memorie orientali si armonizzano con il rigore costruttivo occidentale, addolcito da apparenze mediterranee. Questo lavoro è “sintomo” di una emergenza creativa, che si sta segnalando, in maniera sempre più ampia, negli ultimi tempi. Questa proposta rappresenta una espressione controcorrente, alternativa ai canali privilegiati del sistema italiano dell’arte con le logiche dei suoi mercati e prodotti “pastorizzati”. L’artista occidentale deve acquisire, anche, la gioia di “rivelare” opere d’arte effimere, come quelle di Lughia, non preoccupandosi, cioè, della loro durata e della nobiltà del materiale usato: può riconquistare, così, un percorso naturale smarrito, che era sempre “a portata di sguardo”.
Vitaldo Conte

Le creazioni o creature che Lughia compone, sorprendentemente ed emotivamente avvolgenti, sono dei luoghi-miraggi arcaici e bellissimi, magici e profusi di sacralità. Lascio alla sensibilità che ognuno di noi porta con sé, scoprire le arcane “storie” che questa straordinaria autrice misteriosamente ci propone.
Elisa Magri

Gli antichi greci sostenevano che il movimento degli astri provoca una musica celestiale. Lughia, d’accordo con essi, capta e sceglie, ode e raccoglie, comprende e si fonde con l’armonia dell’etereo e del solido.
Stefania Missio

La creatività di Lughia si dipana lungo forme sinuose e seducenti che ramificano nello spazio secondo le leggi della visionarietà più spontanea e libera, dando vita a questi labirintici e precari “assetti litici” i quali, sfacciatamente, sfidano la forza di gravità nella certezza di più interessanti ed ulteriori equilibri universali. La sua ricerca è improntata ad una densa carica spirituale, temprata da una logica, non tanto di matrice razionale quanto, invece, di matrice onirica e per questo estremamente più coercitiva e rispondente alle dinamiche del sentire.
Caterina Nobiloni

Solo le pietre dell’anima possono evidenziare l’anima della pietra.

Lughia, esentata da ogni razionalizzazione, conosce e attua questo principio in maniera stupefacente nelle sue composizioni circolari di pietre e sabbia. Cerchi sacri dove ciascuno percepisce indecifrabili incanti, capaci di parlare dell’anima senza scivolare nelle insulse antinomie se essa sia mortale o immortale. E lo stupore sta qui: l’anima in sé, non la sua durata. Tuttavia sappiamo dal fondo del nostro essere che ciò che è istantaneo è intrinsecamente perpetuo.

La pietra è la massima condensazione della materia, la sabbia è il suo massimo dissolvimento. Lughia lavora francescanamente su queste strutture primarie del pianeta con la disarmante semplicità di un antico e misterioso amanuense. Crea riti come paesaggi, ma evita ogni paesaggio di rito. E sa generare la sorpresa come essenza pura.
Lorenzo Ostuni

Con Lughia il rapporto artista/società si ribalta. Lughia non pone, come gran parte dell’arte contemporanea, interrogativi, non scandalizza, non destabilizza, non genera quella che Bonito Oliva ha definito “antipatia”. Lughia crea piuttosto luoghi che soddisfano il profondo bisogno di spiritualità, che vanno incontro a quella ricerca di trascendente che caratterizza questa nostra società inquieta in cerca di risposte a domande spesso non formulate. In Lughia non vi è l’ansia ed il tormento dell’artista ma dai suoi lavori traspare piuttosto la gioia e la serenità di chi non ricerca ma assai più semplicemente esprime verità assolute che travalicano la sua coscienza. Lughia lavora su livelli della coscienza molto profondi che ignorano le contingenze del quotidiano. Viaggia nell’assoluto e nell’assoluto non c’è dubbio, non c’è inquietudine. Non c’è evoluzione, né involuzione. L’assoluto comprende tutto e dà risposta a tutto, una risposta sempre uguale ad ogni interrogativo. I suoi paesaggi vivono in un tempo sospeso dove il divenire lento e inesorabile si rapporta all’immobilità dell’eterno.
Giuseppe Salerno

Chiesa di Santa Maria della Salute - via Ascenzi - Viterbo

IN ARCHIVIO [7]
Cantieri d'Arte 2007
dal 20/9/2007 al 28/9/2007

Attiva la tua LINEA DIRETTA con questa sede