Raffaella Guidobono / Kroitnijz
Roberto Ago
Chiara Camoni
Alessandra Cassinelli
Alessandro Dal Pont
Andrea Dojmi
Luigi Rizzo
Lucia Uni
Raffaella Guidobono
Sette artisti condividono l'impulso comune ad armonizzare tesi e antitesi con estrema sintesi e pulizia formale. Elementi opposti quale valore e disvalore (Alessandro Dal Pont) realismo e finzione (Luigi Rizzo) vita e morte (Roberto Ago), possesso e perdita (Alessandra Cassinelli) vanita' e vacuita' (Chiara Camoni), abbandono e recupero (Lucia Uni), oblio e conoscenza (Andrea Dojmi), esprimono nella tensione il bisogno di dire.
Roberto Ago, Chiara Camoni, Alessandra Cassinelli, Alessandro Dal Pont, Andrea Dojmi, Luigi Rizzo, Lucia Uni
A cura di Raffaella Guidobono/Kroitnijz
Ricorrenze, ossessioni e salvifici rimedi.
Dato un danno, è l'opera la via risolutiva. La mostra presenta sette artisti italiani: sette opere che nascono dall'esistenza di una capacità riparativa insita in ogni lavoro. Poli indispensabili del procedere sono, dialetticamente, la sfera privata e quella pubblica. Caratteristica comune è la loro dimensione simbolica condivisibile dall'artista e dal suo fruitore, e nello specifico di ogni singolo la compresenza di un conflitto e della sua risoluzione.
Sette artisti condividono l'impulso comune a armonizzare tesi e antitesi con estrema sintesi e pulizia formale. Elementi opposti quale valore e disvalore (Dal Pont) realismo e finzione (Rizzo) vita e morte (Ago), possesso e perdita (Cassinelli) vanità e vacuità (Camoni), abbandono e recupero (Uni), oblio e conoscenza (Dojmi), esprimono nella tensione il bisogno di dire.
La scultura di Alessandro Dal Pont Popcorn è un monocromo giallo, una sorta di ibrido tra pittura e scultura (a parete), costituito da innumerevoli chicchi di mais ad uno ad uno pazientemente incastonati come pastiglie dentro le bollicine scoppiate del 'pluriball' da imballaggio. Questo lavoro è imparentato con altri suoi lavori precedenti, laddove il grano maturo rimanda storicamente, ma anche visivamente e cromaticamente, all'idea di ricchezza. Popcorn infatti letteralmente si potrebbe tradurre come mais scoppiato. Solo che in questa singolare sua rappresentazione lo scoppio del mais è reso concettuale, mentale, sostituito da quello, funzionale al lavoro stesso, delle bollicine del pluriball. Una sorta di ritratto astratto della nostra società dei consumi.
Il video Guelta di Alessandra Cassinelli racconta il tempo impiegato nel continuo tentativo di solidificare l'acqua di una piscina incorporandola in centinaia di involucri trasparenti con un'operazione fisica, il cui effetto finale emerge durante la visione del film.
Anche qui il punto d'osservazione è anzitutto lo sguardo dell'artista sul progress del lavoro stesso. Come se, determinata nel suo continuo movimento, potesse creare per sé man mano uno spazio sempre più ridotto, disagiato, cercando di contenere qualcosa di incontenibile come l'acqua. Che in realtà diventa quasi oggetto di una danza sul divario incolmabile che ci separa dalle cose e dalle persone. Il risultato rivela presupposti drammatici: possedendo, in realtà succede l'opposto. Un video prezioso quanto la materia prima per realizzarlo, girato nell'acqua e dall'acqua animato.
Luigi Rizzo presenta il video Noir che rappresenta il ribaltamento di tutti i video precedenti. Il punto di vista finora illusorio sulla realtà tradotta dal cinema si manifesta. E uscendo dall'ombra si genera dentro l'ombra. Se prima le premesse formali seguivano la grammatica del cinema con interi lavori fondati di volta in volta sull'utilizzo di steadycam, carrello o dolly, ora il cinema riempie il contenuto del video e il trattamento della luce si risolve in una loop che riproduce il riverbero di una finestra. Le maglie della persiana da cui filtrano i corpuscoli luminosi ospitano i contributi di alcuni film noir e di altri video precedenti per simulare l'universo proiettato della finzione.
Per Roberto Ago l'opera Vacuum rappresenta la vita e la morte al contempo. Il ciclo ripetibile all'infinito si manifesta nella produzione di topi creati dalla polvere. La proliferazione di morte latente è compensata dalla procreazione di altri topi, l'affermazione della morte è sottolineata dalla presenza della polvere come puro dato sensibile. La negazione sta nella sua disgregazione, nella polverizzazione della polvere. Polvere siamo e polvere torneremo. La capacità negativa di tollerare un trauma e proiettarlo all'esterno si eleva, e ci si accorge che invece di proiettarlo, il trauma può venir nutrito responsabilmente, portato in sé e trasformato in un simbolo. L'opera si inscrive nella non realtà e guarda con attenta analisi semantica dei segni a tutta la grande arte simbolica. Accanto alla foto dell'installazione Vacuum, viene presentata la serie Cattedrali, nata dall'assemblaggio di sacchetti per aspirapolvere, che rimanda anch'essa ad altri simboli.
Il lavoro di Chiara Camoni vive un alto grado di sofisticazione. Le Ossa, generalmente connesse al concetto di morte, introducono in questo caso all'idea di trasformazione e cambiamento: non quindi una fine, ma un passaggio, costante ricorrente nel lavoro dell'artista, dall'interno verso l'esterno e viceversa. Manipolare un frammento di ossa e, ancor di più, modificarlo per renderlo un utensile di bellezza, significa entrare in un livello più profondo della conoscenza di sé stessi. Capirne la forma, la struttura interna, l'andamento delle fibre, sentirne l'odore, trovarsi addosso la polvere sono tutti aspetti di un'esperienza sensoriale e interiore allo stesso tempo. In mostra viene presentata una serie di opere scultoree in osso (un pettine, un paio di orecchini e una collana tra le altre cose) montate su parete all'altezza cui corrisponde una precisa parte dello scheletro, come una sorta di identificazione dell'origine, per lasciarne intuire nuova funzione e collocazione di un ulteriore contatto con il corpo.
In modo diverso Lucia Uni cristallizza una forma per fermarne la bellezza, e il momento che sfugge viene congelato. E' la pittura che fissa ma che non riesce completamente a fissare. E' come un approdo al nucleo di un pensiero che rivela una soglia da cui ripartire, dopo il percorso compiuto nei lavori precedenti ispirati dal nome Lucia, nella ricerca di luce e volontà di fuggire l'ombra, e dal cognome Uni, singolare e plurale al contempo, che gioca sulla doppia natura di se stesso, un cognome adottato da altri come suffisso per nominare luoghi e cose, eppure totalmente originale e raro. Qui lo sguardo è rivolto a paesaggi illusori, risolti dentro la forma di un ghiacciolo.
Dojmi genera dai momenti intonsi del passato un nuovo mondo interiore colmo di riferimenti scientifici, tanto da farci trovare tempo granulare e resoconti familiari sullo stesso piano: la matematica sui quaderni a quadretti, gli esagoni delle equazioni miste all'odore di resina dei posti selvatici vissuti da piccolo, la sensazione dell'irreparabile che secondo lui i bambini sentono davanti alle cose, ma di cui non possono dire né capirne l'origine. Il lavoro Aimready si sviluppa in una tripla installazione per ricondurci esattamente a quell'idea di perdita. L'impianto del lavoro è esteticamente equilibrato ma rivela un latente dissidio tra l'ingenuità di un'età salvifica e la verità imposta dal mondo adulto. Immagini indelebili di boschi in montagna sembrano prese dai sussidiari e si mescolano alle foto digitali scattate negli ultimi due anni con l'idea di averle fermate negli anni '70, finchè la stella-sole abbacinante rivela il peso della luce più pesante dell'aria, e tutto invade.
Raffaella Guidobono/KROITNIJZ
http://www.wadadaw.com
Immagine: Alessandra Cassinelli, still video
Private View Thursday Feb 24th 6-9pm
Seven Seven Contemporary Art
75-77 Broadway Market London Fields E8 4PH
Exhibition open: Thursday to Sunday 12 to 6pm
Tube: Bethnal green Rail: London Fields Bus: to Mare St/Westgate St and Broadway Market