Maura Lari e Adriano Persiani. Una mostra sul concetto di abito come 'oggetto' di riflessione e manipolazione artistica. Come l'opera d'arte, l'abito e' idea che si trasforma in immagine, una forma che si mette addosso per trasformare il nostro corpo in oggetto artistico.
Maura Lari e Adriano Persiani
''Double Face'' è una mostra sul concetto di abito come “oggetto†di riflessione e manipolazione artistica. Come l’opera d’arte, l’abito è idea che si trasforma in immagine, una forma che ci mettiamo addosso per trasformare il nostro corpo in oggetto artistico. Icona della cultura di massa, l’abito arriva spesso ad occultare l’identità individuale dietro ad un apparato di segni ed immagini costruito “ad arteâ€. Un secondo piano di realtà dove il soggetto diventa “assenzaâ€, mentre l’abito si fa “mondoâ€, presenza, identità .
Nella mostra ''Double Face'' – a cura di Marinella Paderni - Maura Lari e Adriano Persiani mostrano due diversi ambiti di significazione dell’abito una volta trasferito su questo secondo piano di realtà . Ogni artista ha realizzato nella propria sala un ambiente di cui l’abito è protagonista: l’Abitosentiero per Maura Lari e l’Abito Mentale per Adriano Persiani.
''Abitosentiero'' di Maura Lari è un’azione che vede l’artista coinvolgere gli abitanti di un luogo nella raccolta di abiti usati e dismessi: un “donare†una parte di loro stessi, della loro identità e memoria rappresentata dall’abito. In seguito Lari utilizza questi indumenti per creare dei sentieri che corrono tra i luoghi abitati da queste persone, arricchendo l’abito di ulteriori relazioni e significati. Abitosentiero viene fotografato dall’artista come segno dell’azione e delle possibilità “altre†del medium abito – la memoria individuale, l’affettività , l’identificazione di cui sono portatori.
In mostra Lari espone un progetto site specific, un inedito ''Abitosentiero'' realizzato con gli abiti di artisti italiani –molti dei quali hanno esposti in passato in galleria - e inglesi da lei conosciuti, installato sulla scalinata d’ingresso dello Studio Ercolani e in galleria.
Adriano Persiani opera invece uno slittamento semantico. Come un vero e proprio couturier egli realizza con la macchina da cucire abiti e oggetti in stile rococò utilizzando materiali di vario genere – asciugamani, linoleum, tovaglie plastificate di pizzo, tessuti catarifrangenti - adornadoli a volte di piccoli animali tassidermizzati e di ossa di pollo.
In mostra Persiani installa una “camera delle meraviglie†con abiti, mobili e oggetti di materiali diversi, una camera mentale capeggiata da un grande abito fluorescente stile rococò e altre minime citazioni – una consolle al muro, una specie di ex-voto appeso alla parete. In questo luogo l’abito rappresenta la mirabilia di oggi, un oggetto-reliquia del passato e feticcio del presente. Ironia, non sense, contaminazione linguistica giocano sull’idea dell’abito come alter ego.
Opening: venerdì 25 febbraio 2005, ore 18,00
Studio Ercolani - Viale G.B. Ercolani 5/2/a - Bologna