Libreria d'Arte Assolibri
Firenze
Via del Sole, 3/r
055 284533 FAX 055 2342629
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Frank Horvat
dal 2/3/2005 al 7/6/2005
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Segnalato da

Luca Selvi



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Frank Horvat



 
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2/3/2005

Frank Horvat

Libreria d'Arte Assolibri, Firenze

La Veronique, un lavoro che prende il nome dalla casa in Provenza del fotografo e della moglie Veronique Aubry. Le 83 fotografie a colori, scattate in un raggio di 50 metri dalla casa, testimoniano un luogo molto caro e catturano momenti personali. E' un racconto nato dall'esigenza di lasciare una traccia di momenti intimi, insistendo sulle piccole cose.


comunicato stampa

La Véronique

La Véronique è un lavoro fotografico realizzato tra l'ottobre del 2002 e il settembre del 2003 che prende il nome dalla casa in Provenza di Frank Horvat e della moglie Véronique Aubry.
Le 83 fotografie a colori, scattate in un raggio di cinquanta metri dalla casa, realizzate con l'uso della macchina digitale; testimoniano un luogo molto caro, intimamente conosciuto e catturano momenti personali di profonda bellezza e raffinatezza.
E' un racconto di emozioni visive nato dall'esigenza di lasciare una traccia di momenti intimi, insistendo sulle piccole cose, sulle quali Frank Horvat ama posare gli occhi e soffermare la sua attenzione.
Questo lavoro è legato alla pubblicazione di un libro estremamente prezioso, in edizione limitata, a 99 esemplari numerati e firmati.

La Véronique
Il mio ultimo progetto fotografico porta il nome della nostra casa in Provenza, che a sua volta porta quello della mia compagna (scrivendo questo, mi chiedo se con "ultimo" voglio dire "il più recente", o piuttosto "il progetto che non sarà seguito da altri"). Quasi tutte le foto sono state fatte fra l ottobre del 2002 e il settembre del 2003, nella nostra casa o a meno di cinquanta metri da essa. E mentre le facevo ero tanto più cosciente di questo limite; negli stessi mesi stavo selezionando le immagini e riscrivendo il testo di Time Machine, il resoconto di un giro del mondo fatto nel 1962 e nel 1963, e che inevitabilmente ciò mi portava a confrontare la mia mobilità ed i miei orizzonti del passato con quelli presenti.

È vero che i due progetti sono così diversi, che uno spettatore non informato potrebbe attribuirli a due autori distinti: le foto di Time Machine sono in bianco e nero, destinate a trasmettere le impressioni di un viaggiatore ai lettori di un settimanale illustrato, quelle di La Véronique sono a colori e fatte per testimoniare un luogo intimamente conosciuto e gli attimi che mi sembravano preziosi.
(Per chi è curioso di tecnica, preciso che le foto de La Véronique sono state fatte con una macchina fotografica digitale: questo mi ha permesso di captare una gamma molto estesa di luci e di ombre, cosa che assai prima mi aveva affascinato, ma che la pellicola tradizionale non permetteva di rendere).

La limitazione dei 50 metri non è venuta tanto da una difficoltà a spostarmi, quanto da un sentimento, di cui ho gradualmente preso coscienza e che ha finito per diventare un partito preso : cioè che le emozioni suscitate in me da quello che vedevo, che si traducevano nell'impulso di premere sullo scatto, mi parevano inversamente proporzionali alla distanza dalla mia casa. Come per esempio nel febbraio del 2003, quando una tempesta di gelo aveva interrotto la fioritura del nostro mandorlo. Ne avevo allora notato un altro, a una decina di chilometri da noi, che era stato risparmiato e i cui fiori restavano magnifici: ma non mi sono deciso a fotografarlo, perché mi sembrava che la mia sensibilità nei confronti degli altri fiori non sarebbe stata la stessa.

Insomma, le mie foto di quarant'anni fa erano per mostrare persone, oggetti o situazioni che credevo d'interesse generale, invece quelle della La Véronique sono per lasciare una traccia di me, di certi momenti della mia vita, mostrando le piccole cose sulle quali amo posare gli occhi e soffermare la mia attenzione. Questo non dovrebbe impedire lo spettatore - almeno spero di associare queste immagini alle sue proprie esperienze o memorie.
Frank Horvat

FRANK HORVAT
Frank Horvat è nato nel 1928 ad Abbazia (già Italia, ora Croazia). Durante la seconda guerra mondiale frequenta il Liceo di Lugano, dopo la guerra risiede a Milano dove frequenta l Accademia di Brera ed entra al servizio di un agenzia di pubblicità. Nel 1949, con un apparecchio «Rolleicord», dà inizio alla sua attività di fotografo indipendente. Negli anni seguenti, fino 1955, la sua professione lo porta in Pakistan, India, a Londra dove lavora per la rivista Life, ed in altre città prima di stabilirsi a Parigi, dove è entrato in contatto con i protagonisti della fotografia della prima metà del secolo: Henri Cartier-Bresson, Robert Capa. È stato fotografo dell agenzia Black Star (dal 1953), per poi aderire tra il 1959 al 1961 all agenzia Magnum. Dal 57 al 62 Horvat lavora come fotografo di moda, tra Parigi, Londra e New York, per le riviste più prestigiose, quali «Jarden des Modes», «Elle», «Glamour», «Vogue Italia», «Harper s Bazaar» e la tedesca «Revue». Al suo attivo Horvat ha circa venti libri pubblicati e cinquanta mostre personali in prestigiosi musei e gallerie di tutto il mondo. Dal 1990 Horvat si occupa di immagini digitali, ed ha cominciato una ricerca affascinante, che ha dato vita alla serie del «Bestiaire», a quella bellissima ispirata alle «Metamorfosi» di Ovidio, alla serie di ritratti di «Vere sembianze».

Inaugurazione: Giovedì 3 marzo_05 ore 18.30

Grafica: RovaiWeber Design

Ufficio stampa: Photodepartments

ASSOLIBRI Libreria d arte Via del Sole, 3/r 50123 Firenze
Orari: dal martedì al sabato 10 - 14 ; 15,30 - 19,30 chiuso lunedì mattina

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