Complesso del Vittoriano
Roma
via San Pietro in Carcere (Fori Imperiali)
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Munch 1863 - 1944
dal 8/3/2005 al 19/6/2005

Segnalato da

Mara Vitali Comunicazione



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Edvard Munch



 
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8/3/2005

Munch 1863 - 1944

Complesso del Vittoriano, Roma

Gli inquieti capolavori di uno dei protagonisti del Novecento, profeta indiscusso dell'angoscia esistenziale, delle paure e dei tormenti interiori dell'uomo moderno. La mostra propone l'intero cammino creativo ed umano dell'artista attraverso oltre cento opere di cui circa sessanta olii e una cinquantina di opere grafiche tra acquaforti, litografie, xilografie. Dai suoi esordi naturalistici ai viaggi europei, dall'esperienza simbolista fino ai risultati che preludono la nascita della moderna pittura espressionista.


comunicato stampa

Gli inquieti capolavori di uno dei protagonisti assoluti del Novecento, profeta indiscusso dell'angoscia esistenziale, delle paure e dei tormenti interiori dell'uomo moderno.

Dal 9 marzo al 19 giugno 2005, nella cornice del Complesso del Vittoriano, la mostra "Munch 1863 - 1944" ripercorrerà l'intero cammino creativo ed umano del grande artista anticipatore dei temi dell'Espressionismo attraverso oltre cento capolavori di cui circa sessanta olii e una cinquantina di opere grafiche tra acquaforti, litografie, xilografie.

Prestiti dai più noti musei internazionali e dalle più importanti sedi espositive norvegesi testimonieranno l'angoscia esistenziale moderna che pervade l'opera di Munch e caratterizza la poetica espressionista: "Ecco urlare la disperazione: l'uomo chiede urlando la sua anima, un solo grido d'angoscia sale dal nostro tempo. Anche l'arte urla nelle tenebre, chiama al soccorso, invoca lo spirito: è l'Espressionismo".

Con una vita ossessionata da drammatici presentimenti di distruzione e sfacelo, Edvard Munch può oggi venire considerato il profeta di una nuova età dell'ansia che impregna ogni aspetto del vivere quotidiano. Alle figure della realtà esterna e oggettiva, Munch oppone le immagini della sua tormentata visione interiore, sostituendo gli aspetti concreti del mondo con gli ossessionanti fantasmi che costellano la sua complessa intimità. Largamente influenzato da Nietzsche, Munch colse della sua filosofia gli elementi più stoici e fatalisti che divennero filtri della sua visione del mondo.
In uno stato d'esaltata emozione, Munch comincia ad osservare il mondo e le figure che lo popolano, ed avverte che da esso, non più avvolto da luce serena, non più sereno né confidenziale, gli proviene un urto: un segnale misterioso e drammatico, quasi desolato, che riempie il pittore di sgomento e comincia a propagarsi intorno a lui come una densa cortina di fumo nero; e quel mondo, quelle figure e quegli oggetti, cominciano a riflettersi nella sua mente con una luce distorta e malata, confermando il pittore nelle sue predilezioni narrative di stati d'animo ed emozioni, di sogni visionari caratterizzati da una particolare violenza emotiva, tipica di quelle persone solitarie ed introverse che tendono a restare rifugiate nel bozzolo della loro timidezza.
Immaginazioni contorte, ossessioni funebri ed erotiche, ed intricate fantasie trovano nella pittura di Munch un'espressione positiva, affidata al disegno e al colore che serrano in modo sempre più stretto il suo mondo interiore in una serie di immagini autentiche e persistenti: una volta create, divengono esse stesse matrici di ulteriori emozioni e di nuove figure sempre più contorte. L'uso costante di linee ondulate, armonicamente fluide e mobili, i colori accesi e infuocati o soffocati repentinamente da una brusca manciata di cenere, le sinuosità cromatiche, l'onnipresente spettro della violenza, ora impercettibile, ora un'esplosione violenta e diretta, quasi dolorosamente agghiacciante, sono gli elementi che Munch sfrutta per simboleggiare ed esternare il suo cedimento agli spettri dell'interiorità travolta da un senso sempre più vivo di crescente angoscia.
È dunque semplice capire come mai l'arte di Munch, simbolo evidente della sua emotività precaria e insana, sia andata oltre il mondo calmo e spirituale che stava fiorendo all'interno della maggior parte dell'arte latina, per andare invece a incidere maggiormente sulla torbida e pomposa sensibilità degli artisti tedeschi.

La monografia – che accompagna la vasta antologica dedicata a uno dei padri dell'Espressionismo – presenta una selezione di dipinti e opere grafiche che documentano l'iter creativo dell'artista norvegese (1863-1944), dai suoi esordi naturalistici ai viaggi europei, dall'esperienza simbolista fino ai risultati formali che preludono alla nascita della moderna pittura espressionista.

Ufficio Stampa Skira editore
Mara Vitali Comunicazione - Lucia Crespi
Corso Indipendenza, 1 20129 Milano tel 02 70108230, 02 73950962 fax 02 70005403

Complesso del Vittoriano
via San Pietro in Carcere (Fori Imperiali) Roma

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