Adonai, Roberto Cipollone (Ciro), Francisco Servin. Il soggetto della mostra dei 3 artisti e' un excursus su due temi classici della pittura: figure e paesaggi, rivisitati con occhio moderno
Adonai, Roberto Cipollone (Ciro), Francisco Servin
Il soggetto della mostra, lo dice il titolo stesso, è un excursus sui temi più classici della pittura, figure e paesaggi, ma rivisitati con un occhio moderno che tiene conto delle evoluzioni affrontate dall’arte nel secolo da poco trascorso.
Adonai, che in questa mostra espone alcuni dei suoi cieli notturni, si confronta con la grande tradizione del paesaggio impressionista, giocato sulla sapienza dell’incontro tra il colore e la luce; le sue opere sono illuminate in modo da definire lo spazio, immaginato come luogo di calma e quiete meditativa. Del suo lavoro P. Allegri ci dice: “La pittura di Adonai è fatta di silenzi, di assorta immobilità – che esorta alla contemplazione. Davanti alle sue opere il pensiero riposa pacato – fino a trovare zone di luce realizzate con tocchi sapienti che conducono alla melodia, alla poesia, alla morbidezza.â€
Anche Roberto Cipollone (Ciro) crea paesaggi, ma lo spirito che anima i suoi lavori è legato alla bottega medievale. Le sue opere sono paesaggi scolpiti realizzati in legno, oggetti che creano atmosfere coniuganti l’antica sapienza del fare con lo spirito tragicomico moderno delle opere di Arman o di Baj. Dietro i lavori di Ciro si intravede l’ironia della moderna pop-art miscelata con lo spirito quasi sacrale dell’antico artigianato. Il risultato di questo ardimentoso cocktail è una rivisitazione estremamente moderna dell’idea della visione classica della pittura che viene attualizzata dall’artista attraverso un percorso esplorativo del tutto personale ed inedito.
Il pittore messicano Francisco Servin è l’unico dei tre artisti in mostra a dedicarsi alla figura umana. I lavori di Servin esplorano il più classico dei temi: il nudo femminile. Le donne di Servin vivono in atmosfere fantastiche, che affondano le loro radici nel surrealismo, ma si evolvono in un solco più attuale attraverso l’utilizzo dell’atmosfera fiabesca del fumetto. Le donne di Servin sono figure irreali, sognate, con corpi inesistenti nella realtà , che narrano la perfezione presente solo nell’iconografia fumettistica. Attraverso questa creazione dell’immaginifico, Servin gioca con lo spettatore fingendosi interessato ad esprimere un racconto realistico, ma trascinando il fruitore dell’opera nel terreno della finzione assoluta, dove corpi e atmosfere sono totalmente irreali.
CURATRICE: PAOLA RONZONI
UFFICIO STAMPA: MARINA ZATTA
INAUGURAZIONE: 5 MARZO h.18.30
ORGANIZZAZIONE: SOQQUADRO
GALLERIA L’ANGELO AZZURRO
P.ZZA DEI SATIRI 51, ROMA
ORARI: 11.00/13.00 17.00/20.00 - CHIUSO DOMENICA E LUNEDI’