Il titolo della mostra 5500 gradi Kelvin si riferisce alla temperatura della luce solare. La freddezza progettuale e' la cifra stilistica a cui l'artista ci ha abituati con opere rigorose, dove la luce traccia architetture luminose e perfette. In mostra una serie di opere la cui caratteristica e' determinata dall'idea della circolarita' e del doppio.
5500° K
La Galleria Paolo Bonzano Artecontemporanea presenta la mostra personale dal titolo 5500° K di Massimo Uberti.
Il titolo della mostra 5500° Kelvin si riferisce alla temperatura della luce solare.
La freddezza progettuale è la cifra stilistica a cui spesso Massimo Uberti in passato ci ha abituati con opere rigorose, dove talvolta la luce traccia architetture luminose e perfette. Nella mostra progettata appositamente per la galleria di Paolo Bonzano a Palazzo Taverna, Uberti ci sorprende con una serie di opere la cui caratteristica è determinata dall'idea della circolarità e del doppio.
Una stanza bianca e una stanza nera. Circolarità per alcuni temi, il doppio come elemento di raccordo tra luce ed ombra. Circolare è la pianta di Roma, riprodotta in un pavimento in marmo colorato sostenuto da luci al neon che ne raffigura sinteticamente il valore simbolico e che nel contempo si fa percepire quasi come un organismo vivente. Alcune rotondità si esprimono anche nel corsivo la cui luce rivela la frase campeggiante sulla parete principale della galleria “e domani nella battaglia pensa a meâ€. Oltre la percezione visiva, queste parole ci inducono a una riflessione e a un'idea del ritorno: sappiamo che dopo il vagabondare nella sterminata prateria delle immagini, l'artista ci chiede di tornare indietro, di rifugiarci nella sua opera per ritrovare la calma ed il silenzio. Andare e tornare…. Massimo Uberti è un mago della luce che capta e filtra, potenziando, tramite disegno, pittura o fotografia, le tecniche di lavorazione dell'immagine. Quello che egli realizza è come un seguito ad una vera e propria alchimia: è un'arte allo stesso tempo ultramodernista ma che si ispira agli archetipi della tradizione.
Uberti ha realizzato anche una serie di fotografie, in cui lo specchietto retrovisore di un'automobile seleziona dal tutto la luce solare, negandoci la visione del resto del paesaggio; la superficie di un banale deflettore si contrappone alla profondità del vuoto. E ancora circolarità : la luminosità di un raggio di sole che contrasta con il nero dello sfondo, diventa un colore caldo ed infinito. Il calore del marmo colorato di Roma con la luce ghiacciata delle parole. Quelle stesse che indicano allo spettatore un'eredità : l'occasione di arricchirsi di un'esperienza poetica. È la condizione dell'arte oggi: non essere mai contemplazione gratuita ma vera esperienza…
Massimo Uberti è nato a Brescia nel 1966; formatosi con gli artisti che a Milano erano segnalati come il gruppo di Via Lazzaro Palazzi, di lui hanno parlato importanti curatori e critici tra cui Sergio Risaliti, Laura Cherubini, Francesco Bonami, Bettina della Casa, Ludovico Pratesi. Il suo lavoro è stato presentato in Italia e all'estero, in particolare rappresenta l'Italia a Ev+A 2003 Limerick (Irlanda, LCGA), curata da Virginia Perez-Ratton e sue opere si trovano in importanti collezioni nazionali ed internazionali. Ulteriore materiale informativo è a disposizione in galleria
Inaugurazione sabato 5 marzo 2005 dalle 18.30
Luogo: Galleria Paolo Bonzano Artecontemporanea via di Monte Giordano 36
Palazzo Taverna - 00186 Roma
Orari: dalle 15.30 alle 19.30
Mattina, sabato e festivi su appuntamento