Diego Arnaboldi
Riccardo Bassi
Andrea Bellina
Maria Pia Boraschi
Alessandro Lucchese
Giovanni Mapelli
Matteo Molinari
Luca Pessini
Cesare Rainero
Cecilia Stefanini
Oscar Suma
Mirko Torresani
Collettiva fotografica. La mostra e' dedicata allo studio delle peculiarita' architettoniche che caratterizzavano gli ambienti collettivi e privati del Villaggio Crespi: costruito tra il 1878 ed il 1930 e protetto dall'Unesco.
Collettiva fotografica
Che cos’è Crespi?
'Crespi' è il cognome della famiglia di industriali cotonieri lombardi che a fine Ottocento realizzò un 'Villaggio ideale del lavoro' accanto al proprio opificio, lungo la riva bergamasca del fiume Adda.
Crespi d'Adda è una vera e propria cittadina costruita dal nulla dal padrone di una fabbrica per i suoi dipendenti e le loro famiglie.
In questo piccolo mondo perfetto il padrone ''regnava'' dal suo castello e provvedeva come un padre a tutti i bisogni dei dipendenti.
Nel Villaggio potevano abitare solo coloro che lavoravano nell'opificio, e la vita di tutti i singoli e della comunità intera ''ruotava attorno alla fabbrica stessa'', ai suoi ritmi e alle sue esigenze.
Crespi d’Adda è da tutti riconosciuto come il più importante esempio in Italia dei Villaggi operai: esso è conservato perfettamente integro e costituisce una delle realizzazioni più complete ed esemplari al mondo.
Costruito tra il 1878 ed il 1930. Fino ai giorni nostri niente nel Villaggio è stato modificato in modo rilevante, ovvero quasi nessuna costruzione è stata aggiunta o demolita.
L’UNESCO ha inserito nel 1995 il Villaggio Crespi d’Adda nella World Heritage List, la Lista del Patrimonio Mondiale Protetto. Con questa decisione il Villaggio è stato proclamato bene di valore universale appartenente all’umanità intera.
Il Circolo Fotografico Giulio Trevisani, da anni impegnato in analisi sociali ed ambientali, incuriosito da questa realtà utopica ottocentesca, ha deciso di dedicare al Villaggio Crespi una mostra fotografica collettiva in collaborazione con l’Associazione Culturale Villaggio Crespi, cercando di evidenziare le peculiarità architettoniche che caratterizzavano sia gli ambienti collettivi, che quelli privati.
Gli artisti:
Diego Arnaboldi, Riccardo Bassi, Andrea Bellina, Maria Pia Boraschi, Alessandro Lucchese, Giovanni Mapelli, Matteo Molinari, Luca Pessini, Cesare Rainero, Cecilia Stefanini, Oscar Suma, Mirko Torresani.
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