Giacomo Balla
Luigi Russolo
Enrico Prampolini
Fillia
Yves Klein
Gunther Uecker
Gino De Dominicis
Pietro Consagra
Eliseo Mattiacci
Anselm Kiefer
Anish Kapoor
Giulio Paolini
Chiara Dynys
Danna Battaglia Olgiati
Ada Masoero
La mostra propone un viaggio attraverso il cielo e lo spazio, visti con gli occhi di alcuni artisti degli ultimi cent'anni: quelli che piu' degli altri sono stati catturati dalle seduzioni visive e concettuali dell'universo. Attraverso una trentina di opere esposte si propone di suggerire spunti per una riflessione 'poetica' intorno a questo tema. Apre con opere dei futuristi, poi Spazialismo, Gruppo Zero, fino ad Anselm Kiefer, Anish Kapoor, Giulio Paolini.
A cura di Danna Battaglia Olgiati e Ada Masoero
Stupore, meraviglia, smarrimento, sgomento: chi non li ha avvertiti nell'osservare la volta celeste? Sensazioni antiche quanto l'uomo, le stesse che indussero i popoli del più lontano passato a studiare il cielo e il moto dei corpi celesti, cercando risposte agli enigmi che giungevano dalle profondità del cosmo. Per soddisfare quel bisogno primordiale nel corso della storia alcuni di loro sono ricorsi alla speculazione filosofica, altri alla scienza, altri ancora alla religione. Altri infine alla letteratura, alla poesia, alle arti visive.
La mostra "Nello spazio, nel cosmo", curata da Danna Battaglia Olgiati e Ada Masoero, vuole indagare quest'ultimo versante, proponendo un viaggio attraverso il cielo e lo spazio, visti con gli occhi di alcuni artisti degli ultimi cent'anni: quelli che più degli altri sono stati catturati dalle seduzioni visive e concettuali dell'universo. Un percorso che non intende certo - né lo potrebbe - essere enciclopedico o esaustivo, ma che attraverso la trentina di opere esposte si propone piuttosto di suggerire qualche spunto per una riflessione "poetica" intorno a questo tema universale.
La mostra si apre con il futurismo, non solo perché è il campo d'indagine prevalente della galleria, ma anche perché i futuristi, intrisi com'erano tanto delle ottimistiche certezze del positivismo quanto degli umori spiritualisti del simbolismo, all'inizio del Novecento furono i più felici interpreti di questa sorta di "speculazione artistica" del cosmo. Ecco allora Balla (non a caso astronomo dilettante), presente con il precoce Disegno per "Mercurio passa davanti al sole" (1914) ma anche con il fragrante acquarello Paesaggio + volo di rondini del 1919, e con il grande dipinto a olio Dinamismo astrale del 1925. Al suo fianco, Luigi Russolo, futurista dalla forte componente mistica, con due opere di grande fascino, un prezioso pastello del 1912 e un dipinto, Aurora boreale del 1938, esposto da Jean Clair nella mostra "Cosmos" a Montreal e a Palazzo Grassi a Venezia nel 2000. Non poteva mancare Enrico Prampolini, teorico dell'"idealismo cosmico", qui con uno dei suoi più celebri capolavori, Forme forze nello spazio, 1932, un dipinto dalla ricca bibliografia e storia espositiva (anch'esso presente nella mostra veneziana "Cosmos"); con il prezioso polimaterico Forze siderali del 1932, mai più esposto dopo la Biennale veneziana di quell'anno, e con altri lavori che documentano la sua costante attenzione a questo tema. Con lui Fillìa, suo fedele seguace, anch'egli fortemente attratto dalle tematiche cosmiche, intrecciate a un intenso misticismo.
Dopo la cesura della guerra il testimone passa a Fontana, che dal futurismo mutua del resto la volontà di adeguare l'arte alle conquiste dalla scienza contemporanea: sono in mostra sue opere storiche degli anni Cinquanta, a ridosso dunque dei manifesti dello Spazialismo (un grande, luminoso pastello e un emozionante Concetto spaziale. Attese, del 1959) e un Concetto spaziale (un ''oro'') del 1960 – 61. Anche Yves Klein è rappresentato da opere-cardine del suo percorso, documenti aurorali della sua speculazione per immagini delle vie del cielo: dalla grande Eponge bleu del 1960 alla piccola, preziosa carta Cosmologie – une pluie fine de Printemps del 1961, al precoce Monocromo rosso del 1956. Accanto, i lavori (recentissimi questi) della moglie Rotraut, artista di grande sensibilità , sedotta al pari di lui dai misteri delle stelle e, infine, in una singolare comunione d'interessi, il fratello di lei, Günther Uecker, esponente del Gruppo Zero, drappello di artisti tedeschi che predicavano un "azzeramento" dell'arte, in cerca dell'infinito. Una poetica rigorosa e ascetica che in lui si traduce in immagini cosmiche inattese, come la "costellazione" di chiodi in mostra (Nagelbild, 1962).
Con Anselm Kiefer la temperatura emotiva si fa totalmente diversa: due le sue opere in mostra, una tecnica mista intitolata Sursum Corda, in cui un'architettura insieme arcaica e futuribile sembra congiungersi con il cielo, e un gigantesco dipinto, Eridanus del 2004: una delle sue prodigiose e inquietanti "mappe" celesti, solcata qui da un piccolo, vulnerabile vascello di piombo.
Di grande suggestione anche le due opere Anish Kapoor: una vasta, straniante tela rosso cupo e una scultura globulare, rossa anch'essa, dalla superficie specchiante, che pare giunta sulla terra da un universo alieno, remoto.
Tornando in Italia, sono in mostra due ''cieli'' di De Dominicis, uno dei quali su fondo oro; due grandi rilievi in legno dipinto di Pietro Consagra, i coloratissimi Pianeti del 1987, uno dei quali esposto alla GNAM di Roma, e due lavori di Giulio Paolini, uno dei quali, Belvedere,1991, è formato da una sequenza di cinque collages su carta nera in cui il gioco concettuale, condotto con la sua consueta, asciutta eleganza, si intreccia con un omaggio a Chardin. Due anche le opere di Eliseo Mattiacci, da sempre in ascolto delle forze del cosmo: una (Camera spaziale) del 1991, l'altra recentissima, del 2004, poste fra loro a colloquio in un allestimento ideato dall'artista stesso. L'opera più recente è di Chiara Dynys. Progettata ed eseguita espressamente per questa occasione, la sua scultura lucente di tessere d'oro attraversa lo spazio della galleria con la forza penetrante e assoluta di un raggio cosmico: un raggio solare, benefico, con cui si chiude, idealmente e cronologicamente, il percorso.
La mostra sarà accompagnata da un catalogo edito da Mazzotta, curato da Ada Masoero e Danna Battaglia Olgiati.
Patrocinio della Provincia di Milano
Catalogo Edizioni Gabriele Mazzotta
Inaugurazione Giovedì 17 marzo 2005 ore 18.30
Fonte d'Abisso, Via del Carmine 7, Milano
Orario: 10.30 – 13.00 / 15.30 – 19.00. Chiusura lunedì e festivi