Fusion Art Gallery
Torino
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La contemporaneita' evocata
dal 17/3/2005 al 19/4/2005
339 3531054

Segnalato da

Edoardo Di Mauro




 
calendario eventi  :: 




17/3/2005

La contemporaneita' evocata

Fusion Art Gallery, Torino

Nuova pittura in Italia. ''...la pittura sta attualmente vivendo una fase che, da un punto di vista linguistico, puo' considerarsi mediana tra lo stile prevalente nella seconda metà degli anni ’80 e quello del decennio successivo. (...) Gli artisti invitati mi paiono significativi di questa nuova stagione espressiva.'' Edoardo di Mauro


comunicato stampa

Nuova pittura in Italia

Venerdì 18 marzo dalle 19 alle 23, alla Fusion Art Gallery, piazza Peyron 9 g Torino, si inaugura "La contemporaneità evocata : nuova pittura in Italia", a cura di Edoardo Di Mauro, con opere di Guido Bagini, Angelo Barile, Patrizia Buldrini, Daniele Contavalli, Carlo Galfione, Marzia Gandini, Alessandro Gioiello, Leonardo Greco, Rivkah Hetherington, Paolo Maggi, Antonio Mascia, Gianluca Nibbi, Domenico Piccolo, Paola Risoli, Alessandro Rivoir, Debora Romei, Gianluca Rosso, Antenore Rovesti, Liliana Salone, Giuseppe Teofilo.

Fino al 19 aprile martedì, giovedì e venerdì 16.30 - 19.30 o su appuntamento.

Questo sintetico testo rappresenta una introduzione avente carattere soprattutto informativo, un estratto di un più ampio saggio che sarà prossimamente pubblicato in merito al progetto de “La contemporaneità evocata : nuova pittura in Italia”, successivamente all’inaugurazione del prossimo 18 marzo presso la Fusion Art Gallery.

In un’epoca di ridefinizione dei generi la pittura mantiene la sua centralità riuscendo, nei casi migliori, a rinnovarsi da un punto di vista iconografico, quindi conservando quella caratteristica che le è propria, implicita al concetto di “technè”, di tirocinio artigianale visto in una dimensione di sublimazione religiosa dell’agire artistico, con modalità attente e riflessive, abbinando a questa antica vocazione la capacità di osservare con occhio partecipe e disincantato al tempo stesso l’esistente, decontestualizzandolo dalla sua effimera contingenza materiale per dargli forma nella dimensione del simbolo.

Da quando l’arte si è calata in una nuova realtà sociale, che le ha mutato diversi connotati ponendola all’interno di un diverso e più complesso sistema relazionale, cioè dall’inizio dell’ 800, la pittura si è posta in due occasioni, ovviamente tra loro diverse, a salvaguardia dei suoi valori fondativi: all’esordio della rivoluzione industriale, con le correnti del Romanticismo che ne difendevano il livello auratico, e dopo il 1975, a seguito dell’ingresso nella società postindustriale e della crisi del Concettuale. Seguo con partecipazione le vicende della pittura sin dagli esordi della mio mestiere di critico ed organizzatore culturale, quindi dal 1984. Sintonicamente con un’attività che è nata come vocazione, a contatto con i giovani autori di quegli anni, ho registrato le mutazioni della pittura dopo l’ondata della Transavanguardia, in un clima di contaminazione multidisciplinare e di enfasi espressiva, fortemente venata da suggestioni provenienti dall’estetica metropolitana, dalla moda, dalla musica e, soprattutto, dal fumetto.

Invitai artisti come Pierluigi Pusole e Bruno Zanichelli, tra gli altri, ad esporre nelle mie prime rassegne, tra cui cito “Nuove tendenze in Italia” e “Ge Mi To : l’ultima generazione artistica del triangolo industriale”. Negli anni successivi ho seguito con la massima attenzione possibile l’evoluzione dell’eclettico scenario della post modernità, soprattutto italiana, dedicando due mostre in specifico alla condizione della pittura. La prima, svoltasi in due edizioni tra la fine del 1989 e l’inizio del 1990 in Umbria, a Gubbio ed a Trevi, si intitolava “L’immagine e il concetto : la neofigurazione italiana”. In quella collettiva, dove tra gli altri esponevano Guglielmo Aschieri, Aldo Damioli e Thorsten Kirchoff, denunciavo come, a mio parere, dopo l’ubriacatura generazionale del post ’77 e l’intenso rapporto di confronto e scontro con il nuovo vissuto tecnologico e mediale, lo stile stesse virando verso un ambito di concettualità espressa col tramite di immagini talvolta enigmatiche ed allusive, in altri casi venate da una forte dose di corroborante ironia, in sintonia con uno dei capisaldi del linguaggio italiano. I successivi anni ’90 segnano quella che, secondo me, è stata la stagione più caotica e superficiale del sistema artistico del nostro paese, incapace, per una complessa e del tutto eteronoma somma di motivi, di compiere coraggiose scelte di campo e, soprattutto, di porre in atto un’obiettiva lettura dell’esistente, ed anche la pittura ebbe notevolmente a soffrire di quella situazione. Nel 1998, quando lo scenario mi pareva idoneo ad una prima rilettura critica degli eventi, che avevo anticipato l’anno prima con l’ampia rassegna e relativo volume “ Va’ pensiero. Arte italiana 1984/1996” alla Promotrice di Belle Arti, sempre a Torino, in un loft dei Docks Dora ordinai la collettiva “Simbolica : nel futuro della pittura”.

Autori come, tra gli altri, Karin Andersen, Andrea Renzini, Gabriele Lamberti, Fathi Hassan, Luigi Mastrangelo, Antonella Mazzoni, furono utili e validi esempi per confermare quanto avevo intuito con l’”Immagine e il concetto”, cioè che la pittura in Italia, nel corso degli anni ’90 non aveva ripercorso, come sostenuto da molti, il sentiero tracciato nel decennio precedente, ma aveva semmai accentuato delle caratteristiche concettuali, con uno stile fortemente simbolico e attento ai valori della forma, aperto in taluni casi a contaminazioni con l’immagine digitale e l’oggetto. Esemplare, da questo punto di vista, il lavoro di uno degli artisti presenti in “Simbolica”, Mercurio, precocemente scomparso nel 2002 e di cui sto organizzando una rilettura dell’opera, collezionata da privati e musei in Germania ma non ancora pienamente valutata in Italia.

I primi anni di questo nuovo millennio mi paiono forieri, pur nell’enorme allargamento della scena artistica, di stimolanti novità, sebbene analizzabili in una fase tuttora evolutiva. Dopo “Una Babele postmoderna”, allestita nel febbraio 2002 in due spazi pubblici a Parma per riflettere sul passaggio dagli anni ’90 al decennio successivo e “I Neo Contemporanei”, collettiva del maggio 2004 alla Giarina di Verona, che spero di riprendere quanto prima su base più allargata in uno spazio pubblico, per perfezionare un discorso iniziato e da completare sulle mutazioni estetiche in atto in questi anni, con “La contemporaneità evocata” mi concentro nuovamente, come periodicamente mi accade, sullo specifico pittorico.

In sintesi, per anticipare quanto sarà più dettagliamene circostanziato nel saggio di prossima pubblicazione, la pittura sta attualmente vivendo una fase che, da un punto di vista linguistico, può considerarsi mediana tra lo stile prevalente nella seconda metà degli anni ’80 e quello del decennio successivo. Essendo, sin dall’antichità remota, lo strumento mimetico per eccellenza, la pittura riesce a metabolizzare, con procedimento metamorfico, tutto quanto proviene dall’esterno, e sta riuscendo nell’impresa anche relativamente a strumenti come la fotografia, l’immagine digitale e, più in generale, tutto l’inesauribile armamentario di simulacri della contemporaneità. Quindi il termine “evocazione” in questo caso è interpretabile in una duplice accezione. Da un lato il ritorno di un’attenzione curiosa e partecipe nei confronti degli stereotipi mediali, come avvenne negli anni’80, ma mantenendo molte caratteristiche di quell’atteggiamento di freddo ed algido distacco mentale tipico, almeno secondo la mia lettura, degli anni ’90. La contemporaneità appare nuovamente come narrazione iconografica prevalente, ma sfumata in un atteggiamento evocativo di suggestioni che furono un tempo intense e nel “qui ed ora” si ripropongono come sfocate dalla consapevolezza e dal disincanto.

Gli artisti invitati mi paiono significativi di questa nuova stagione espressiva, sia quelli già forgiati da un buon numero di esperienze professionali come Gianluca Rosso, Patrizia Buldrini, Marzia Gandini, Antenore Rovesti, Paola Risoli, Alessandro Rivoir, che quelli considerati sicure promesse come Angelo Barile, Gianluca Nibbi, Domenico Piccolo, Daniele Contavalli, Leonardo Greco, Debora Romei, Rivkah Hetherington, Carlo Galfione, Antonio Mascia, Giuseppe Teofilo, per concludere con chi, alle prime esperienze, si dimostra in possesso di eccellente personalità e si tratta di Liliana Salone, Alessandro Gioiello, Guido Bagini e Paolo Maggi.
Edoardo Di Mauro

Patrocinio : Regione Piemonte
Sponsor : "Acqua Minerale Lauretana", "La Torinese", "Printotex", "Lema".

Fusion Art Gallery
Piazza Peyron 9
Torino

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