Giorgio Ortona. La mostra presenta il pittore delle vedute di Roma e di Napoli in cinemascope, dei vicoli partenopei, della Pantanella e della Sopraelevata della capitale, della citta' che si attorciglia come un serpente alle pendici di Montemario, dei ritratti dolenti di un padre nella sua quotidiana intimita'.
Mostra personale di Giorgio Ortona
Con Metamoforsi la galleria di Roma Offcina 14 presenta il recente lavoro di Giorgio Ortona, il pittore delle grandi vedute di Roma e di Napoli in cinemascope, dei nuovi vicoli partenopei, della Pantanella e della sopraelevata della capitale, della città che si attorciglia come un serpente alle pendici di Montemario, dei ritratti dolenti di un padre nella sua quotidiana intimità , dei sacchi dipinti come frutti rigogliosi di una natura morta seicentesca.
“La pittura di Giorgio Ortona è profondamente legata alla rappresentazione della città , e in particolare all’immagine di una certa Roma, della cui periferia storica, delle zone narrate e filmate da Pasolini e Rossellini, il pittore è riuscito a condensare il nucleo antico di intonaco, di asfalto e di calore, il chiarore denso e impastato che fonde i palazzi e le strade in un manto polveroso di luce. Ortona, tuttavia, dipinge la città anche quando sembra raffigurare altro, quando si concentra sulle sue figure erette come torri e rinchiuse nelle stanze e negli interni, ritratte in altri momenti sulle terrazze aperte sul cielo e sulle vie della grande metropoli, o quando sceglie per le sue nature morte i sacchi di quel cemento che serve per dare una forma e un corpo tangibile alle case, ai balconi e ai cortili.
In qualche modo, il pittore è un testimone delle metamorfosi urbane, dei cambiamenti, dei problemi e dei miglioramenti della metropoli, grazie ad uno sguardo che si è fissato ripetutamente su alcuni luoghi che nel corso degli anni hanno cambiato radicalmente faccia e ambiente sociale, come è accaduto all’area che gravita intorno al quartiere del Pigneto, dove il pittore ha il suo studio, e che Ortona ha spesso raffigurato nei suoi quadri “documentando†la storia recente di una zona che (da Roma città aperta in poi) rappresenta un centro importante per l’iconografia della Roma contemporanea.
Ortona ottiene questi risultati grazie alla sua peculiare capacità pittorica e disegnativa, alla particolare qualità della sua stesura cromatica che riesce a modulare la severità prospettica e architettonica ad una pennellata sottile e palpitante, ad una grumosità accesa da un fremito che infonde una vibrazione vitale ai particolari degli edifici, alle sezioni dei mobili, alla fissità dei corpi colti nell’immobilità astraente di un momento quasi fuori dal tempo. Il viaggio dell’artista è però recentemente giunto ad una svolta, ad un punto cruciale di trasformazione che vede la sua opera sospesa tra una figurazione rigorosa e ineccepibile e la sua possibile negazione, tra la tentazione di riprodurre la realtà attraverso una rappresentazione minuziosa e inflessibile e la volontà di ricordare allo spettatore che la pittura è sempre una parafrasi concettuale di quello che ci appare. Ortona intende forse mescolare la sua solidità iconica, la sua visione analitica e quasi lenticolare, la minuziosità da camera ottica del progettista (e del vedutista) ad un senso di incertezza e, talvolta, di disfacimento, ad una sorta di insidia, un virus scelto dal pittore per stravolgere tutti i risultati acquisiti all’interno del suo sistema figurativo†Lorenzo Canovaâ€.
Il suo curriculum è molto vasto. Ha esposto a Rotterdam, Amsterdam e sarà prossimamente a Parigi.
Inaugurazione mercoledì 18 marzo 2005: ore 18,00 – 21,00
Galleria O 14
Via G.G. Porro, 14 – Roma